Nei rapporti con professionisti stranieri, in che valuta devono essere emesse le fatture relative alle prestazioni ricevute?

Dall'1 gennaio 2002, è necessario effettuare tutti gli adempimenti contabili in euro, a cominciare dall’emissione delle fatture e dalla certificazione dei corrispettivi. L’imponibile e l’Iva devono essere sempre espressi in fattura in euro, fermo restando la facoltà di indicare gli stessi anche in valuta estera. Gli importi vanno arrotondati al centesimo di euro, per eccesso se la terza cifra decimale è uguale o maggiore di 5, per difetto in caso contrario (circolare 106/E del 2001). Gli altri elementi della fattura possono invece essere espressi in lingua e valuta straniera, ma l'Amministrazione finanziaria ha la facoltà di chiederne la traduzione in italiano. Nella determinazione della base imponibile, i corrispettivi dovuti, le spese e gli oneri in valuta estera sono computati in base al cambio del giorno di effettuazione dell'operazione ovvero, in mancanza di tale indicazione in fattura, del giorno di emissione del documento o, ancora, mancando questi elementi, sulla base della quotazione del giorno antecedente più prossimo (articolo 13, comma 4, Dpr 633/1972). In alternativa, per tutte le operazioni effettuate nell'anno solare, può essere usato il tasso di cambio pubblicato dalla Banca centrale europea al momento in cui l'Iva diventa esigibile.


Fonte: Agenzia Entrate

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