Nell'anno 2011 viene notificato da parte dell'agenzia delle entrate un
accertamento per mancata presentazione della dichiarazione dell'anno
2006 che il commercialista, a nostra insaputa, aveva omesso di
presentare.
Comunichiamo tempestivamente la cosa al commercialista e lui prende
immediatamente in carico la faccenda per una risoluzione immediata,
facendoci credere, di lì a poco, che aveva raggiunto un accordo con
l'agenzia delle entrate con un rateizzo dell'importo dovuto. Iniziamo
a pagare gli importi rateizzati.
Dopo qualche mese, arriva una nuova comunicazione da parte
dell'agenzia delle entrate nella quale si richiedeva la sospensione
delle rate perché emerge che la richiesta di rateizzo non era stata
concessa. Il commercialista viene messo al corrente anche di questa
comunicazione e ci rassicura di tenere tutto sotto controllo. Il 28
dicembre 2011 ci giunge la cartella esattoriale. Il commercialista ci
rassicura che avrebbe presentato degli sgravi. Dopo dovuti controlli,
ci siamo accorti che si trattava di certificati falsi.
Dopo aver denunciato il commercialista, ci siamo rivolti all'agenzia
delle entrate che, pur riconoscendo la truffa, non possiede strumenti
della legislazione perché non conosce precedenti in merito e,
dichiarando tutta la disponibilità a risolvere il caso, ci ha chiesto
di fornire elementi riguardanti cause precedenti similari che possano
essere utilizzati anche nel caso specifico per riaprire i termini
dell'accertamento e ricalcolare il nostro debito.

1 commenti:

Tortelotti Fabrizio ha detto... 23/6/12 16:57

Salve.
Purtroppo non vi sono casi di riapertura del termini dell'accertamento a causa di negligenze/inadempienze/truffa dei commercialisti.
Anche la giurisprudenza di merito (in ultimo la corte di cassazione sentenza n.16958 del 08/05/2012) stabilisce che l' eventuale colpa o negligenza del commercialista non esonera il contribuente dall'assicurarsi che l'adempimento tributario che lo riguarda sia stato effettivamente posto in essere.

 
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