Con il decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192, e` stata data attuazione alla direttiva n. 2011/7/Ue, che modifica la disciplina per la lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. La nuova normativa - il cui recepimento e` stato difficile a causa degli oneri che e` destinato a produrre sulla finanza pubblica a causa della prevedibile difficolta` per le amministrazioni di rispettare i nuovi stringenti termini - e` caratterizzata dalla differenziazione della disciplina applicabile alle pubbliche amministrazioni rispetto a quella applicabile alle imprese. Per le prime, infatti, e` previsto un irrigidimento della disciplina, specie in materia di termine per il pagamento e di tasso di interesse applicabile in caso di ritardo. Nonostante l'importanza della riforma ed i benefici che potra` portare, alcune questioni rimangono irrisolte e si fa sempre piu' forte l'esigenza di una riforma complessiva della finanza pubblica e del patto di stabilita' interno.
I ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni tra antichi privilegi, crisi finanziaria ed intervento europeo

Il mancato o ritardato pagamento da parte del debitore di quanto dovuto costituisce una patologia del rapporto obbligatorio, il cui corretto adempimento e` tutelato in modo molto forte dall’ordinamento: l’art. 2740 del codice civile stabilisce che «il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri».
Tuttavia, sia per le difficolta` conseguenti alla crisi che sin dalla fine del 2007 interessa l’intero sistema economico e finanziario mondiale, sia in quanto cio` costituisce un’illegittima forma di finanziamento del debitore, il ritardo dei pagamenti e` divenuto un problema di crescente intensita` e di sempre maggiore interesse. Tale interesse trascende i dati e gli effetti meramente economici del problema e viene a toccare importanti aspetti di teoria del diritto, specie nei casi in cui il debitore inadempiente - sia esso un soggetto privato (come nel caso delle grandi imprese in crisi, per le quali sono previste specifiche procedure per evitarne il fallimento) ovvero una pubblica amministrazione - venga assistito da forme di privilegio.
In particolare, le pubbliche amministrazioni, da un lato, sono tra i peggiori pagatori, specie con riguardo ai settori delle costruzioni e della sani ta`; dall’altro, godono di speciali discipline, se non di veri e propri privilegi. Tra questi ultimi, si puo` ricordare la sospensione, stabilita da specifici provvedimenti legislativi, delle azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali e ospedaliere delle regioni sottoposte a piani di rientro dai disavanzi sanitari, al fine «di dare respiro ad enti in estrema sofferenza finanziaria», come sottolineato dalla Corte dei conti .
La tesi per cui lo Stato e, piu` in generale, la pubblica amministrazione, sarebbe un debitore particolare, in quanto «l’Amministrazione, la quale ha modi propri di godere e disporre dei beni, e modi propri di contrattare, ha modi propri per pagare» e` stata progressivamente superata, fin dalla meta` del secolo scorso, dalla scienza giuridica e dalla giurisprudenza.


Fonte: IPSOA

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