Il Consiglio europeo ha adottato un progetto di regolamento recante i criteri che determinano quando alcuni tipi di rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti. Si tratta del primo regolamento di questo genere che attua sul punto quanto disposto dalla direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio.
Il progetto di “Regolamento del Consiglio recante i criteri che determinano quando alcuni tipi di rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti ai sensi della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio” [cfr. COM(2010) 576 def.] è stato adottato dal Consiglio europeo lo scorso 31 marzo 2011 ed entrerà in vigore in seguito alla pubblicazione sulla GUUE, divenendo direttamente applicabile in tutti gli Stati membri dopo un periodo transitorio di sei mesi (Reference: IP/11/388 - Bruxelles, 31 marzo 2011).

Si tratta, in verità, del primo regolamento relativo a “quando i rifiuti cessano di essere tali”, dato che la Commissione sta attualmente elaborando criteri applicabili ad altri flussi di materiali che hanno una particolare importanza per i mercati del riciclaggio dell'UE (come il rame, la carta, il vetro e il compost).

Nel caso del regolamento appena adottato, i criteri elaborati dalla Commissione riguardano i rottami di ferro, acciaio e alluminio. In particolare, il provvedimento prevede che tali materiali possano essere riciclati per la produzione di metalli nel caso in cui:

- siano sufficientemente puri,

- soddisfino i requisiti tecnici dell'industria metallurgica

- non comportino effetti nocivi sulla salute umana e sull'ambiente.

Già oggi si registra un considerevole aumento del quantitativo dei rifiuti prodotti dalle industrie e dai consumatori europei che vengono rielaborati per ottenere materie prime secondarie e nuovi prodotti, in alternativa al conferimento in discarica.

Il Regolamento interviene proprio per promuovere tale tendenza, atteso che fino ad ora non vi erano criteri chiari per poter stabilire quando, effettivamente, un materiale recuperato dai rifiuti non ricadesse più in tale ambito e potesse, invece, essere considerato un altro prodotto o una materia prima.

L’obiettivo principale del provvedimento è dunque quello di promuovere quella “società europea del riciclaggio” i cui principi sono stati fissati dalla direttiva quadro sui rifiuti, che di recente è stata recepita dal nostro legislatore col D.Lgs. n. 205/2010, che ne ha trasposto le disposizioni nell’ambito del nostro “Codice dell’Ambiente” (D.Lgs. n. 152/2006).

La chiarezza introdotta dalle nuove norme mira, pertanto, anche ad eliminare per le imprese che operano nel settore del riciclaggio gli oneri amministrativi superflui, escludendo dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti le materie prime secondarie sicure e pulite, e concorrendo al soddisfacimento dei pressanti bisogni di materie prime delle industrie dell’UE.

Il nuovo Regolamento, infatti, consentirà ai rottami di metallo puliti e sicuri di non venir più classificati come rifiuti, sempre che i produttori applichino un sistema di gestione della qualità e dimostrino rispetto dei suddetti criteri prevedendo una dichiarazione di conformità per ciascuna partita di rottami. Inoltre, prima che i rottami possano perdere la qualifica di rifiuti, bisognerà che sia concluso qualsiasi trattamento (come, per esempio, taglio, frantumazione, lavaggio e disinquinamento) necessario per preparare i rottami all'utilizzazione finale in impianti di lavorazione dell'acciaio o dell'alluminio oppure nelle fonderie (ad esempio, per le vecchie autovetture occorre procedere allo smontaggio, alla rimozione di liquidi e composti pericolosi e al trattamento della frazione metallica, in modo da recuperare rottami metallici puliti che soddisfano i criteri stabiliti per definire quando un rifiuto cessa di essere tale).


Fonte: IPSOA

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