Lo Iasb mette mano alle regole da seguire per compensare contabilmente attività e passività finanziarie. Un tema che ha effetti principalmente sui bilanci delle banche, la cui gestione è naturalmente contraddistinta da transazioni interne al sistema creditizio, da cui emergono posizioni creditorie/debitorie reciproche. La proposta di modifica è contenuta nell'ED/2011/1, pubblicata lo scorso venerdì (28 gennaio) e redatta insieme al Fasb (scadenza fissata per i commenti, il prossimo 28 aprile). L'ennesimo progetto comune portato avanti dai due standard setter, al chiaro e dichiarato scopo di migliorare la comparabilità dei bilanci delle società operanti sulle due sponde dell'Atlantico.

In effetti, la modalità di esposizione nello Stato patrimoniale (al netto o per importi lordi) di attività/passività finanziarie reciproche è proprio uno di quei punti in cui Ias/Ifrs e US Gaap divergono maggiormente, con le connesse difficoltà per gli stakeholder di ottenere informazioni uniformi e, perciò, confrontabili. Il cambiamento proposto avrebbe un maggiore impatto sui bilanci americani. La strada da seguire sarebbe, infatti, a grandi linee, quella già tracciata dallo Ias 32, paragrafo 42. Eppure, le specificazioni contenute nell'exposure draft non lasciano del tutto immutato nemmeno il quadro di riferimento degli Ias adopter.

Il problema e la soluzione
In soldoni, stiamo parlando di questo: se A ha nei confronti di B un credito di 100 e, contemporaneamente, un debito di 80, deve esporre 100 fra le attività e 80 fra le passività, oppure può indicare nello Stato patrimoniale la sola differenza (nell'esempio, 20 nell'attivo)?

L'attuale formulazione del citato paragrafo 42 dello Ias 32 ("Strumenti finanziari: esposizione in bilancio") così si esprime:
"Una attività e una passività finanziaria devono essere compensate e il saldo netto esposto nello stato patrimoniale quando e soltanto quando un'entità:
a) ha correntemente un diritto legale a compensare gli importi rilevati contabilmente; e
b) intende estinguere per il residuo netto, o realizzare l'attività e contemporaneamente estinguere la passività.
Nel contabilizzare un'operazione di trasferimento di un'attività finanziaria che non soddisfa le condizioni richieste per l'eliminazione, l'entità non deve compensare l'attività trasferita e la passività associata"

La compensazione è, quindi, prescritta in presenza sia del diritto "attuale" a poter così chiudere la partita sia della volontà di farlo.

La nuova formulazione (che, seppur presentata in un documento autonomo, dovrebbe poi sostituire la corrispondente parte contenuta nello Ias 32) va più in profondità, richiedendo l'offsetting contabile (obbligatorio e non facoltativo) di attività e passività finanziarie al verificarsi di tre circostanze:
l'incondizionato - non dipendente, cioè, da futuri eventi, quali bancarotta o default della controparte - diritto a estinguere debiti/crediti attraverso la compensazione degli stessi
la possibilità di esercitare tale diritto in ogni circostanza
la volontà della società di regolare il rapporto in compensazione (o, comunque, con incasso/pagamento simultaneo).

In assenza di uno solo dei tre requisiti descritti, la società dovrà indicare le attività e le passività separatamente.

Cosa cambierebbe
Rispetto alla attuale situazione, i contorni delle regole che conducono alla compensazione contabile, per i soggetti Ias, non mutano ma sono maggiormente delineati. Non si fa, cioè, più riferimento al diritto "corrente", bensì a quello esercitabile "in ogni circostanza". Per il resto, la necessità di esporre separatamente attività e passività in presenza di un diritto "condizionato" è già codificata.

Sarebbero, come anticipato, i bilanci "americani" a esser più toccati dalla proposta di modifica, dal momento che gli US Gaap in vigore permettono alle società di procedere all'offsetting (principalmente) di contratti derivati, anche in presenza di un diritto condizionato a tale modalità di estinzione, così come in assenza della volontà di procedere alla compensazione.
Esattamente quella scarsa "comparabilità" dei bilanci, a cui Iasb e Fasb cercano di porre rimedio.


Fonte: Agenzia Entrate

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