Nella riunione della Commissione degli esperti del 18 febbraio 2010 sono stati esaminati, evoluti e approvati i 69 Studi di settore che andranno in vigore a partire dal periodo d’imposta 2009.
Gli Studi sono così suddivisi: 12 per le attività professionali, 21 per quelle del commercio, 12 per le manifatturiere e 24 per le attività dei servizi.

Particolare attenzione è stata riservata allo Studio di settore UG69U relativo al comparto delle “costruzioni”.
Infatti, si tratta del primo Studio a cui è stata applicata una metodologia di analisi su base regionale al fine di rendere gli Studi più aderenti alle realtà territoriali, come previsto dall’articolo 83, comma 19 del Dl 112/2008, convertito in legge 133/2008.
La valutazione delle risultanze derivanti dall’applicazione dello Studio è stata effettuata anche con la fattiva partecipazione degli Osservatori regionali, che hanno inviato circa 400 esempi, accuratamente selezionati, per verificare la effettiva rappresentatività dello Studio rispetto alle specifiche realtà economiche locali.
Sotto il profilo metodologico, le imprese del settore delle costruzioni sono state preventivamente suddivise in gruppi omogenei tenendo conto degli aspetti strutturali e, successivamente, ripartite a livello regionale.
In questo modo, sono stati individuati 408 gruppi omogenei rappresentativi dei modelli organizzativi delle imprese del settore, in modo da valorizzare le peculiarità territoriali.
Per ogni gruppo omogeneo sono state definite le specifiche funzioni di ricavo.
In fase di applicazione, l’analisi discriminante, l’analisi di coerenza e quelle di normalità economica e di congruità si applicano su base regionale; ciò vuol dire che ogni regione ha i propri specifici parametri di riferimento.

Negli Studi di settore in evoluzione nel 2009 sono state sperimentate e introdotte, inoltre, numerose novità di carattere metodologico.
Tra le più importanti, si segnalano la predisposizione di indicatori di normalità economica specifici per Studio di settore, la definizione di tre nuovi indicatori territoriali, l’individuazione di una nuova modalità di valorizzazione del contributo dei soci amministratori.

A seguito dell’introduzione dei nuovi indicatori, con riferimento ai 69 studi evoluti, devono considerarsi definitivamente superati i vecchi indicatori di normalità economica.
Per quanto concerne i nuovi indicatori territoriali, finalizzati a una adeguata valorizzazione delle specifiche differenze legate al luogo di svolgimento dell’attività, va osservato che gli stessi permettono di differenziare i risultati stimati, all’interno della funzione di ricavo. Tali indicatori tengono conto del livello delle retribuzioni, di quello del reddito disponibile per abitante e del livello delle quotazioni immobiliari.
Inoltre, a seguito delle ulteriori informazioni richieste nel modello degli Studi di settore, è stato possibile affinare ulteriormente la stima, all’interno delle funzioni di ricavo, dell’apporto dei soci amministratori che prestano attività nella società in via prevalente e continuativa.

Va evidenziato che l’approvazione dei 69 Studi di settore evoluti consente al contribuente, ove più favorevoli, l’applicazione retroattiva degli stessi in sede di eventuale contraddittorio e/o contenzioso.

La Commissione degli esperti, infine, si è riservata di valutare, nella prossima riunione del 31 marzo 2010, i correttivi da introdurre al fine di rendere maggiormente flessibili gli studi rispetto agli effetti della crisi economica 2009.


Fonte: Agenzia Entrate

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