L'Ocse torna alla carica in materia di rimborsi Iva a soggetti non residenti, pubblicando sul proprio sito istituzionale un nuovo questionario, per raccogliere dati sull'importanza di questo problema che coinvolge le imprese e sulle difficoltà tuttora esistenti nel recuperare l'Iva estera. L'obiettivo è raggiungere la più vasta platea possibile, attraverso domande semplici e alle quali è possibile rispondere in tempi rapidi: le imprese interessate dovrebbero essere in grado di completare il questionario in non più di 15 minuti.

Il problema dei rimborsi Iva

Di norma, gli Stati riconoscono alle aziende la facoltà di domandare il rimborso dell'Iva pagata all'estero ma le condizioni e le modalità pratiche alle quali l'esercizio di questa facoltà è subordinato variano in maniera piuttosto significativa. In molti Paesi, il recupero avviene a seguito di presentazione di un'istanza di rimborso. Il procedimento di rimborso, tuttavia, può essere complesso e avere costi di gestione elevati. In alcuni casi, i costi legati all'attivazione della procedura scoraggiano il proponimento dell'istanza. In altri casi, la possibilità di ottenere un rimborso è semplicemente poco conosciuta. A volte, il rimborso è subordinato alla registrazione dell'impresa nel Paese a cui è rivolta l'istanza.

Il questionario

La consultazione ha l'obiettivo di raccogliere dati quantitativi e qualitativi sull'esperienza delle imprese nel campo dei rimborsi dell'Iva chiesti in qualità di "non residenti e non stabiliti" nello Stato ospite. Il punto di forza del questionario, che è in inglese, sta nella sua semplicità ed immediatezza: con una scelta piuttosto innovativa per l'Ocse, infatti, non è stato predisposto un questionario formale ma un sondaggio informatico, di facile comprensione, che non richiede risposte particolarmente elaborate. In questo modo, si è cercato di rendere il questionario accessibile anche alle piccole e medie imprese, che, di norma, non prendono parte alle rilevazioni.

Al riguardo, occorre ricordare che quella pubblicata oggi è la seconda consultazione pubblica lanciata dall'Ocse in materia di rimborsi Iva a non residenti (la prima è stata "lanciata" nel luglio del 2008). La prima consultazione, tuttavia, richiedeva risposte maggiormente elaborate e, pertanto, si rivolgeva essenzialmente ai grandi gruppi o, comunque, alle imprese dotate di uffici in grado di fornire dati sufficientemente accurati.

La struttura

Il questionario è composto da tre sezioni principali: nella prima, sono presenti alcune domande di carattere generale sulle caratteristiche dell'impresa per la quale si compila il questionario e sulla propria posizione all'interno. La seconda parte riguarda l'esperienza dell'impresa nel campo dell'Iva estera, e la terza l'esperienza in materia di rimborsi di Iva estera.

I destinatari

Il questionario si rivolge a imprese e professionisti che operano abitualmente all'estero (preferibilmente in Paesi extra-Ue) e si trovano a dover recuperare l'Iva pagata sugli acquisti effettuati fuori dal territorio italiano. Non sono richieste soglie minime di fatturato e non ci sono limitazioni in relazione al tipo di attività commerciale svolta. Per rispondere alle domande, inoltre, non occorre né ricoprire una determinata posizione all'interno nell'impresa, né effettuare ricerche o elaborazioni approfondite; non si chiedono dati precisi, ma stime (possibilmente espresse in dollari statunitensi per facilitare la comparazione tra i dati raccolti).

L'Ocse ritiene che chiunque all'interno di un'azienda si occupi di Iva o abbia la possibilità di accedere alle informazioni relative all'impresa e alla gestione dell'Iva estera è in grado di completare il questionario in non più di 15 minuti.

Il termine ultimo per compilare il questionario è il 17 luglio 2009.

La riservatezza dei dati

È importante sottolineare che le risposte raccolte resteranno strettamente confidenziali: i risultati del sondaggio, infatti, saranno resi pubblici soltanto in forma anonima e aggregata. Lo scopo non è di stilare una lista di Paesi più o meno "business friendly", o di imprese più o meno efficienti, ma di esaminare i trend esistenti nei vari Paesi e individuare aree di possibile miglioramento nell'ambito della regolamentazione o della gestione dei rimborsi Iva a soggetti non residenti. L'utente, inoltre, può chiedere di essere informato personalmente dell'esito della ricerca, fornendo il proprio indirizzo di posta elettronica.

Il background

La consultazione si inserisce nel quadro del progetto dell'Ocse volto a sviluppare linee guida internazionali sull'applicazione dell'Iva e delle altre imposte sul consumo a fattispecie transnazionali. Il lavoro si basa sul principio fondamentale, riconosciuto dai governi di tutti i Paesi aderenti all'Organizzazione, che l'Iva non deve costituire un costo per le aziende, salvo nei casi eccezionali in cui la legislazione lo prevede espressamente. Lo studio in ordine alla significatività e all'ampiezza dei costi sostenuti dalle aziende per recuperare l'Iva pagata all'estero (in Paesi dove non sono né registrati né stabiliti) è un tassello importante nell'ambito del progetto. Si tratta di capire, infatti, se e in quale misura le prassi nazionali riescano a fornire un'adeguata soluzione al problema, o se occorra invece migliorare le procedure esistenti, attraverso un'azione coordinata al livello internazionale.

Per elaborare proposte che siano, per quanto possibile, condivise e condivisibili, nonché vicine alle esigenze della prassi commerciale, l'Ocse si avvale della consulenza di un gruppo tecnico (Technical Advisory Group), a cui partecipano sia rappresentanti dei Paesi aderenti all'Organizzazione che rappresentanti delle imprese. É a questo gruppo che si deve la decisione di coinvolgere una vasta platea di utenti attraverso consultazioni pubbliche.

Maggiori dettagli sugli obiettivi del progetto e sullo stato di avanzamento dei lavori del TAG possono essere reperiti sul sito dell'Ocse, al seguente indirizzo web.

Fonte: Agenzia Entrate

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