A partire dal 1998 è stata avviata l’attività di liquidazione automatizzata delle dichiarazioni dei redditi, con l’obiettivo di informare i contribuenti circa la “correttezza” o meno della propria dichiarazione.
Fino ad allora, infatti, i cittadini venivano a conoscenza di eventuali errori nella compilazione della dichiarazione o nell’esecuzione dei versamenti solo quando ricevevano la cartella di pagamento, con cui venivano richieste le somme dovute, oltre a sanzioni e interessi.
Erano gli anni in cui, a volte, i contribuenti vedevano recapitarsi le cosiddette “cartelle pazze”, cioè cartelle esattoriali che contenevano richieste di pagamento sbagliate perché, ad esempio, i versamenti effettuati non erano stati conteggiati in modo corretto, e ciò determinava, in molti casi, l’instaurarsi di contenzioni onerosi e inutili.

Grazie alla telematizzazione delle dichiarazioni e alla completa automatizzazione del sistema dei versamenti fiscali, è stato possibile mettere in piedi un sistema di liquidazione delle dichiarazioni, che ha consentito di instaurare un momento di confronto tra l’Agenzia delle Entrate e i cittadini, che possono quindi fornire chiarimenti su incongruenze rilevate ed evitare di ricevere l’eventuale cartella di pagamento.
Oggi, pertanto, tutte le dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti vengono liquidate, in via del tutto automatizzata, dall’Agenzia delle Entrate per verificarne la correttezza ed evidenziare possibili errori nella compilazione o nel pagamento delle somme dovute.
Il controllo serve non soltanto a verificare che le imposte siano state versate in modo corretto, ma anche che la dichiarazione non contenga errori: in questo modo, il contribuente può evitare, per gli anni successivi, di ripetere errori formali che possono determinare richieste di chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Parliamo di un’attività che riguarda, ogni anno, circa 40 milioni di dichiarazioni: l’obiettivo è informare il cittadino sulla “regolarità” o meno della sua dichiarazione e consentirgli, in caso di errori, di rimediare tempestivamente, senza la necessità di attendere la cartella di pagamento, beneficiando anche di una riduzione delle sanzioni.
Infatti, se si paga quanto dovuto entro 30 giorni dal ricevimento della “comunicazione di irregolarità”, la sanzione da versare è del 10% (normalmente è del 30%).
È possibile pagare in un’unica soluzione oppure scegliere il versamento rateale; tranne la prima rata, che va versata entro 30 giorni dalla ricezione dell’avviso, le altre sono trimestrali e il numero varia a seconda dell’importo totale da pagare (sei rate per importi fino a 5mila euro, venti rate per importi superiori a questo limite).

Dal controllo delle dichiarazioni, tuttavia, non emerge necessariamente una richiesta di pagamento. In alcuni casi, l’Agenzia delle Entrate rileva delle somme versate in eccesso rispetto al dovuto e, quindi, informa il contribuente che ha diritto a un rimborso di cui non era consapevole oppure che il rimborso gli spetta in misura maggiore rispetto a quanto richiesto: si tratta di crediti di importo medio pari a circa 300 euro.
In questo modo, l’Agenzia offre un servizio importante ai cittadini, dimostrando correttezza e imparzialità, valori essenziali per costruire un rapporto di fiducia e collaborazione tra fisco e contribuenti.

Nel corso degli anni, poi, l’attività di controllo automatizzato delle dichiarazioni è stata notevolmente migliorata, sia dal punto di vista della tempistica sia per quanto riguarda la “qualità” degli esiti.
Grazie alla notevole accelerazione impressa dall’Agenzia a questo processo, oggi la maggior parte delle dichiarazioni è liquidata entro l’anno seguente alla presentazione e ciò consente ai contribuenti di non ripetere lo stesso errore nella dichiarazione successiva, con l’ulteriore vantaggio di anticipare temporalmente l’erogazione dei rimborsi che scaturiscono dalla dichiarazione stessa.

Dal punto di vista della qualità dei risultati, poi, va sottolineato che negli ultimi tempi è diminuito il numero di comunicazioni di irregolarità inviate e sono sensibilmente aumentate le somme riscosse a seguito di questi controlli. Ciò significa, in altri termini, che i risultati dei controlli sono sempre più precisi e corretti, visto che la maggior parte dei cittadini decide di pagare subito quanto dovuto, riconoscendo la correttezza della richiesta.
Infatti, anche a causa della difficile situazione economica generale, è aumentato il numero di persone che non riescono a effettuare, nei termini previsti, i versamenti delle imposte dovute in base alla dichiarazione: il controllo automatizzato consente loro di “regolarizzare” la propria posizione con il fisco senza incorrere nella sanzione piena del 30%, con possibilità di scegliere anche il pagamento rateale.

Proprio per venire incontro ai possibili problemi di liquidità dei contribuenti, il legislatore ha introdotto un ulteriore beneficio: se si salta una rata, purché diversa dalla prima, si può continuare a usufruire della rateazione pagando quanto dovuto entro la scadenza della rata successiva, con una lieve sanzione.

L’obiettivo è, oggi, migliorare ulteriormente, per offrire un servizio sempre più efficiente: alcuni controlli saranno anticipati già in fase di acquisizione della dichiarazione, in modo che eventuali errori (ad esempio, versamenti mancati o, al contrario, presenti nelle banche dati ma non esposti in dichiarazione) potranno essere segnalati ai contribuenti fin dal momento in cui stanno inviando la dichiarazione.
In questo modo, ricevendo dei “warning”, potranno correggere o integrare fin da subito i dati da trasmettere, evitando di ricevere successivamente comunicazioni di irregolarità.


Fonte: Agenzia Entrate

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