“Ebas”, “Ebip” e “Asim”, sono il terzetto di causali istituite dall’Agenzia delle Entrate, per dirottare, tramite F24, i contributi di finanziamento al loro indirizzo di spettanza. Arrivano con le risoluzioni 75/E, 76/E e 77/E del 30 luglio.

Le loro origini vanno ricercate nelle convenzioni stipulate tra Agenzia delle Entrate e Inps per regolare la riscossione, mediante la delega unica di pagamento, dei contributi spettanti all’Istituto di previdenza e di quelli previsti dalla legge 311/1973, che ha “ratificato” l’estensione del servizio di riscossione dei contributi associativi tramite gli enti previdenziali.

In particolare, con le tre nuove causali, i contributi versati dai datori di lavoro, finiscono nelle casse:
dell’Ebas – Ente bilaterale autoscuole e studi (risoluzione 75/E)
dell’Ebilp– Ente bilaterale azionale delle libere professioni (risoluzione 76/E)
dell’Asim – Ente di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti delle imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi (risoluzione 77/E).
Il loro posto è nella sezione “Inps” del modello F24, in corrispondenza del campo “importi a debito versati”. La compilazione dell’F24 si completa, poi, indicando negli specifici campi il codice della sede Inps competente e la matricola Inps dell’azienda. Infine, nel campo “periodo di riferimento”, vanno riportati il mese e l’anno di competenza nella colonna “da mm/aaaa”, mentre non va riempita la colonna “a mm/aaaa”.

La risoluzione 78/E istituisce, invece, il codice tributo 5380, che i concessionari della raccolta di giochi a distanza (articolo 24, commi da 11 a 26, legge 88/2009) devono inserire nel modello F24 Accise, per versare all’Area monopoli dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le somme non movimentate da tre anni, depositate sul conto di gioco relativo al contratto stipulato tra concessionario e giocatore (articolo 24, comma 19, lettera l) della legge 88/2009).

Il codice trova posto nella “Sezione Accise/Monopoli e altri versamenti non ammessi in compensazione”, in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a debito versati”.
Inoltre, nel campo “ente”, deve essere inserita la lettera “M”, non occorre, invece, indicare la provincia; proseguendo con la compilazione, il “codice identificativo” è quello di concessione (nel caso non sia presente, il numero da mette è il 999999), nessun valore nel campo “rateazione”, il campo “mese”, va valorizzato con il mese il pagamento, nel formato “mm”; mentre l’“anno di riferimento”, è quello per cui si effettua il pagamento (nel formato “AAAA”), in bianco il “codice ufficio” e il “codice atto”.


Fonte: Agenzia Entrate

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