È stata pubblicata oggi la Nota trimestrale dell’Omi dell’Agenzia delle Entrate che riporta i dati relativi alle transazioni registrate nel mercato immobiliare italiano nel corso del secondo trimestre di quest’anno. Un periodo nel quale è tornata la flessione degli scambi dopo la leggera ripresa del primo trimestre, dovuta più che altro al nuovo regime delle imposte di registro, catastale e ipotecaria, che aveva spinto molti a rinviare a inizio 2014 il perfezionamento degli acquisti di immobili decisi nel 2013.
Se si guarda al dato complessivo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il mercato immobiliare ha visto un calo del 3,6%, dovuto a una flessione che ha interessato tutti i settori, tranne quello produttivo (+10,3%).
Da evidenziare che il lieve calo del mercato residenziale (-1%) è legato al risultato negativo dei comuni non capoluogo (-2,4%), che ha annullato il dato positivo di quelli capoluogo (+1,8%).

Mercato residenziale
L’analisi dei dati relativi al mercato residenziale, in particolar modo delle otto città che hanno più di 350mila abitanti, mette in evidenza un aumento del 3,8%.
Tra le città che hanno fatto registrare un dato positivo spiccano: Firenze (+12,6%), Bologna (+10,8%) e Genova (+10,3%), mentre arrivano segnali negativi da Torino (-5,5%) e Napoli (-6,3%).
Inoltre, si segnala che il capoluogo piemontese è l’unica, tra le grandi città, a passare da un valore positivo (+10,8%) registrato nel primo trimestre a quello negativo del secondo trimestre.
Cambiamento opposto invece per Palermo che passa dal -1% dei primi tre mesi dell’anno al +7% del periodo aprile-giugno.
È andata peggio nei comuni delle province, dove c’è stato un leggero calo (-1,2%), dovuto alle flessioni di Bologna (-6,7%), Milano (-2,9%) e Genova (-4,8%). Questi cali sono stati mitigati in parte dai dati positivi osservati a Firenze (+9,7%), Napoli (+2%) e Roma (+0,9%).

Settore commerciale
Anche il settore commerciale riprende il ciclo negativo avviato negli ultimi mesi del 2011. Registrato, nel secondo trimestre 2014, un calo del 5,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; la flessione riguarda tutte le aree territoriali, con il Sud che segna il decremento maggiore (-9%).

Settore terziario
Scende anche il settore terziario (-6,9%), che comprende le unità immobiliari censite in catasto come uffici e istituti di credito. Anche in questo caso, la flessione coinvolge tutte le aree geografiche, seppure con qualche differenza: a perdere maggiormente è il Centro (-22,3%), mentre Sud e Nord hanno limitato le perdite, fermandosi a -4,3% e -2,2%.

Settore produttivo
L’unico settore che ha visto un segno positivo è quello produttivo (capannoni e industrie), che ha fatto segnare un aumento del 10,3%. A incidere sul risultato soprattutto il Nord (+16,2%) e il Centro (+9,1%), che annullano il calo registrato nel Mezzogiorno (-8,5%).

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