L’Agenzia delle entrate sta per avviare una campagna di segnalazione verso quei contribuenti che, sottoposti all'applicazione degli studi di settore, hanno fatto riscontrare anomalie nelle dichiarazioni degli scorsi anni. E non si tratta di un lavoro da nulla.
Saranno circa 110mila le lettere in partenza verso quei destinatari poco attenti in passato: l’invito è quello di fare maggiore attenzione nella dichiarazione per i redditi 2006.
Con questa iniziativa l’Agenzia delle entrate vuole migliorare il rapporto con i contribuenti. Non più un sistema in paziente attesa dell’errore del contribuente da punire, ma una sorta di esibizione di un cartellino giallo verso chi mette in atto comportamenti evasivi o elusivi. Un’ammonizione, appunto, che invita a stare attenti quando si indicano certi dati in dichiarazione.
Villiam Rossi, direttore Accertamento dell’Agenzia delle entrate, ha motivato questa iniziativa in modo chiaro: “Il nostro obiettivo è quello di stabilire con i contribuenti un rapporto attivo che li spinga verso una maggiore compliance. Anziché attendere la loro dichiarazione e poi colpirli con l’accertamento li avvertiamo delle anomalie riscontrate nelle precedenti dichiarazioni e li invitiamo a non ripeterli per la prossima dichiarazione. In pratica diciamo loro di non persistere in comportamenti che potrebbero comportare l’inserimento in apposite liste dalle quali saranno selezionati i contribuenti da sottoporre a controllo fiscale. Naturalmente i contribuenti che hanno buone ragioni per presentare dati ‘anomali’ non devono minimamente preoccuparsi perché anche in sede di contraddittorio potranno spiegare tutte le loro ragioni”.
Le lettere che stanno per partire non sono tutte uguali. Segnalano, infatti, differenti tipi di anomalie: incoerenze relative alla gestione del magazzino, ai beni strumentali, al fattore lavoro, incoerenza tra rimanenze finali 2004 ed esistenze iniziali 2005.
Come ha spiegato Rossi, “si tratta di anomalie che l’Agenzia delle entrate è in grado di verificare e monitorare. La scelta di avviare un dialogo con i contribuenti rientra nella nostra nuova strategia di privilegiare il confronto per arrivare a definire in maniera sempre più puntuale la giusta imposta che i soggetti sottoposti agli studi dovranno pagare. Siamo certi che sarà possibile per questa via aumentare l’adesione spontanea e una maggiore correttezza dei contribuenti”.
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