Fino al 3 gennaio prossimo, attraverso il sito del dipartimento delle Finanze, cittadini, professionisti, associazioni economico-professionali, centri di ricerca e università potranno inviare contributi e osservazioni utili sulla proposta, riguardanti l’intero contenuto o specifiche parti della stessa, individuando, in quest’ultimo caso, gli articoli o i gruppi di articoli o le sottosezioni cui i contributi e le osservazioni si riferiscono
Un resoconto dei suggerimenti pervenuti sarà pubblicato a fine consultazione.

La proposta ha lo scopo di ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese, in particolare delle Pmi, e di migliorare il funzionamento del mercato interno, evitando norme e procedure differenziate che disciplinano, in modo non armonizzato, la presentazione delle dichiarazioni Iva nella Ue, con la conseguenza di limitare gli scambi transfrontalieri, aumentare gli oneri a carico degli operatori e non agevolare la precisione e la puntualità delle dichiarazioni stesse.

Infatti, l’attuale sistema dell’Iva prevede che le imprese compilino periodicamente dichiarazioni che richiedono informazioni dettagliate necessarie per il pagamento e il controllo dell’imposta, ma offre agli Stati membri la flessibilità di decidere autonomamente quali dati richiedere. Con il risultato che l’adempimento può rivelarsi particolarmente complesso se deve essere assolto in più Paesi.

È per questo che la Commissione europea ha adottato, il 23 ottobre 2013, la proposta di direttiva del Consiglio Com(2013) 721, che modifica la direttiva 2006/112/Ce relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto, al fine di introdurre una dichiarazione Iva standard armonizzata tra gli Stati membri dell’Unione europea, corredata dall’analisi di impatto sia nella versione integrale che in sintesi.

La proposta verte sul contenuto, sulla quantità e normalizzazione delle informazioni, sulle modalità e i termini di presentazione e sulle correzioni della dichiarazione Iva standard.

Le informazioni da fornire devono essere uniformi in tutti gli Stati membri, in modo che quelle dichiarate in uno di questi Paesi siano redatte esattamente nello stesso modo in tutti gli altri Stati membri.


Fonte: Agenzia Entrate

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