Una società, in forza di un contratto di affitto di azienda, è conduttore di una azienda di titolarietà di altra società s.r.l. . Mensilmente la società conduttrice versa alla titolare dell'azienda l'importo del canone maggiorato dell'iva, ricevendo la connessa fattura. La società conduttrice è stata raggiunta da un atto di pignoramento crediti verso terzi (art. 72 bis dpr 602/73) da parte di Equitalia con cui è intimata di versare a quest'ultima tutti gli importi dovuti alla società titolare dell'azienda "per canoni di affitto o per qualsiasi altro titolo ragione o causa".
Si pone il dubbio se l'importo da versare ogni mese ad Equitalia debba essere pari all'imponibile del canone di affitto di azienda maggiorato dell'iva ovvero se il conduttore debba comportarsi diversamente in relazione all'IVA . Il dubbio sorge sulla base delle seguenti considerazioni.
-Il custode giudiziario adempie direttamente al versamento dell'iva all'erario in nome e per conto del debitore
-il terzo pignorato, per quanto non assuma il ruolo del custode giudiziario, assume la figura di custode delle somme
-il versamento dell'intero importo all'esattore provocherebbe una evasione "necessaria" di iva da parte del debitore esecutato che non ricevendo la provvista di denaro sarebbe nell'impossibilità di versare l'imposta, così alimentandosi una spirale di evasione
- il conduttore dell'azienda laddove non fosse raggiunto dalla fattura mensile del titolare dell'azienda dovrebbe successivamente provvedere alla emissione di autofattura con versamento diretto dell'iva all'erario così ritrovandosi ad aver complessivamente sborsato un importo maggiore di quanto normalmente dovuto come totale fattura.

In sostanza il quesito si riassume nella domanda : la società conduttrice deve versare ad equitalia l'intero importo di imponibile più iva oppure deve tenere un diverso comportamento ?

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