Sono il socio accomandatario di una s.a.s. La società è composta da tre soci: io al 50% - il mio socio al 45% - la madre del mio socio al 5%.
Era intenzione della signora aprire una attività per il figlio e poi, una volta avviata, cedere a lui in 5% e tornare a fare la pensionata.
Ha improvvisamente deciso, visto che l'attività sta andando bene, che vuole ridistribuire le quote al 33% ognuno. Di fronte al mio rifiuto, con l'avallo del commercialista, sta versando 25.000 euro sul conto della società (soldi assolutamente non indispensabili) perchè le ha detto (e lo ha ribadito a me al telefono) che, se da parte mia non faccio altrettanto (cosa che non posso fare perchè non li ho), le quote per legge verranno ridistribuite. E' vero? Lo può fare?

Altre quesito.
Solo a posteriori in molti mi stanno dicendo che, al tempo degli accordi, non ho adeguatamente fatto valere il fatto che io solo sono a conoscenza del "mestiere". Si tratta di un negozio di cibo per animali con toeletta annessa. I signori hanno avuto altre attività ma del tutto diverse mentre io ho dieci anni di esperienza come toelettatore. Sto notando, inoltre, che il mio lavoro è infinitamente più faticoso del loro.
Ho qualche diritto di farmi valere, c'è qualche legge in mio favore o devo sottostare a quello che mi vogliono imporre?

1 commenti:

Il Commercialista in Rete ha detto... 13/9/10 09:26

Deve anzitutto verificare cosa è stato stabilito all'atto della costituzione della società.

In ogni caso tenga presente che i soci potranno versare nelle casse sociali somme infruttifere di interessi, anche ai sensi dell'art. 43 del DPR n. 917/1986, aventi sul piano economico-aziendale funzione di capitale, senza che ciò comporti aumento del capitale sociale.

La restituzione totale o parziale di dette somme potrà essere effettuata qualora sia cessata la necessità finanziaria per la società, col consenso unanime dei soci, salvo diversa disposizione sancita all'atto del versamento delle somme.

I soci potranno altresì finanziare la società per mezzo di finanziamenti anche infruttiferi, in deroga alla presunzione stabilita dall'art. 1282 c.c.; tali finanziamenti saranno rappresentati in bilancio fra le passività sociali.

 
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