Il libero professionista ha diritto al rimborso dell’IRAP versata sui compensi percepiti per gli incarichi in consigli di amministrazione e collegi sindacali.Con la sentenza n. 19607 del 16 settembre scorso, la sezione tributaria della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del professionista, che si era visto negare il diritto al rimborso dell’imposta versata sui compensi percepiti per l’attività professionale svolta (a latere dell’attività principale di commercialista all’interno di uno studio associato, assoggettata a tassazione separata) per incarichi di membro di collegi sindacali o in consigli di amministrazione, senza l’ausilio di personale dipendente né di collaboratori, e senza avvalersi della benché minima organizzazione.

La Suprema Corte ha richiamato, in proposito, il principio per cui, in tema di IRAP, è esclusa «[…] l'assoggettabilità ad imposizione di quella parte di reddito che un lavoratore autonomo, esercente abitualmente l'attività professionale intellettuale di dottore commercialista, abbia prodotto, senza utilizzare la propria autonoma organizzazione, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione di una banca» e, più in generale, dei «redditi derivanti dagli uffici di amministratore, sindaco o revisore di società, associazione o altri enti con o senza personalità giuridica».

Né, peraltro, conclude la S.C., possono essere ritenuti «sintomatici di organizzazione adeguata» i soli – pur apprezzabili - compensi libero-professionali desunti dal quadro RE delle dichiarazioni dei redditi del professionista.

(Sentenza Cassazione civile 16/09/2010, n. 19607)

Fonte: IPSOA

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