Lo scambio automatico di informazioni dovrebbe essere più ampiamente applicato così come è necessaria e improcrastinabile una dura presa di posizione comune nei riguardi dei paradisi fiscali, comprese le sanzioni nei confronti di coloro che rendono la vita facile agli evasori. A dichiararlo il commissario europeo per la fiscalità, Algirdas Šemeta, che ha anche auspicato da parte degli Stati membri dell’Unione europea una maggiore severità nei riguardi della pianificazione fiscale aggressiva e delle pratiche fiscali abusive. “Tutti gli strumenti per raggiungere tali obiettivi sono sul tavolo", ha dichiarato Semeta in una riunione, aggiungendo che "ora è il momento di tradure le parole in azioni". E di azioni la Commissione europea ne ha proposte alcune di rilievo nel pacchetto globale di misure per combattere l'evasione fiscale, presentato nel dicembre dello scorso anno. Nella lente d’ingrandimento dell’esecutivo Ue, in particolare, sono finiti i paradisi fiscali e la pianificazione fiscale aggressiva.

Le due raccomandazioni messe a punto in ambito comunitario, e presentate nei contenuti a Bruxelles nel dicembre 2012, si inseriscono nel solco della continuità degli interventi sinora adottati per la crescita del sistema economico europeo e a tutela della sua integrità.  Interventi specifici per aiutare gli Stati membri a individuare i paradisi fiscali, a inserirli in apposite “liste nere” nazionali facendo leva su una serie di criteri comuni e uniformi e a convincere i Paesi terzi ad applicare le norme di governance dell’Unione  sono i principali punti di riferimento, in termini di contenuto, della prima raccomandazione. Provvedimenti ad hoc per far fronte alle lacune giuridiche che alcune aziende sfruttano con l'intento di non corrispondere il giusto contributo sono, invece, gli strumenti individuati nella seconda.

Tra le altre iniziative previste nel piano d’azione figurano poi un codice dei contribuenti e di identificazione fiscale dell’Unione europea, un riesame delle disposizioni antiabuso contenute nelle principali direttive dell’Unione e gli orientamenti comuni per la tracciabilità dei flussi di denaro. Infine in materia di concorrenza fiscale dannosa, la Commissione raccomanda agli Stati membri di potenziare l’azione del codice di condotta dell’Unione sulla tassazione delle imprese.


Fonte: Agenzia Entrate

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