nel 2009 la guardia di finanza e l' ispettorato del lavoro hanno fatto un controllo sul posto di lavoro dove lavorava mia moglie (dipendente) in un centro meccanografico che era in regola solo per 4 ore e hanno appunto trovato documentazione che nel 2007-2008 lavorava in nero per 4 ore .
Poco dopo la ditta S.R.L. è fallita e ha chiuso.
Adesso a mia moglie e anche alle altre colleghe sono arrivate da pagare dalla Agenzia delle entrate svariate migliaia di euro tra contributi da versare e sanzioni per le ore fatte in nero in nel 2007 -2008.
Premetto che le ore che le pagava in nero fuori busta non erano superiori a quello che le veniva dato in busta.
Chiaramente non è stata una scelta di mia moglie a lavorare in nero per 4 ore ma è stata praticamente costretta altrimenti la porta è quella gli disse il datore di lavoro e con la crisi che c'è oggi sfido a trovare un altro lavoro.
La mia domanda è: è giusto che paghi mia moglie "ora disoccupata" quello che avrebbe dovuto pagare il datore di lavoro?
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1 commenti:
Gentile lettore, comprendiamo la sua situazione ma non è possibile fiscalmente giustificare un lavoro che non sia prestato con tutti i diritti e doveri previsti per legge.
Il lavoro nero è un reato sia da parte del datore di lavoro che assume, sia da parte del lavoratore il quale accetta le condizioni offertegli.
E il reato è perseguito indipendentemente dalle ragioni che hanno spinto il lavoratore ad accettare senza riserve un lavoro prestato fuori dalla legalità.
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