Il commercialista concorre con il proprio cliente nel reato di falsa fatturazione se nel suo studio vengono rinvenuti i documenti fittizi – non contabilizzati dal l'emittente – e un timbro del l'impresa cliente identico a quello apposto sulle fatture false. A precisarlo è la Corte di cassazione con la sentenza 35453/2010 depositata ieri.
La condanna è stata quantificata in due anni di reclusione per il contribuente a ad un'anno e due mesi per a sua commercialista e il reato contestato è stato quello di aver utilizzato in dichiarazione delle fatture ideologicamente false e per aver emesso, a sua volta, altri documenti falsi che consentivano a un altro soggetto di evadere le imposte
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