Pluralità di fondi e procedure disomogenee nella comunicazione delle informazioni, scadenze diversificate e quote personalizzate di contribuzione: la gestione della previdenza complementare sta complicando la vita degli uffici delle aziende che curano l'amministrazione del personale. Tanto più che, almeno in questa fase, mancano ancora le applicazioni informatiche (che comunque rappresenteranno costi aggiuntivi).

Infatti, le novità introdotte dalla riforma della previdenza complementare comportano per i fondi la necessità di implementare e aggiornare le procedure (i cosiddetti tracciati) e, in alcuni casi, anche di modificare la decorrenza dell'iscrizione. Il risultato di tutto ciò è che le aziende si trovano a gestire più fondi, con scadenze, modalità di calcolo e di comunicazione diverse e in moltissimi casi non ancora rese note.

Per cercare di mettere ordine, il presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del Lavoro, Marina Calderone, ha chiesto a Luigi Scimia, presidente della Covip, l'apertura di un tavolo tecnico così da formulare «regoli uniformi per la molteplicità dei soggetti chiamati a operare».

In cerca di informazioni

Mentre l'Inps ha fornito alle aziende le istruzioni per la gestione del rapporto con il fondo di Tesoreria, la maggior parte delle forme pensionistiche complementari tarda nell'indicare i tempi e le modalità con cui devono essere versati le quote di Tfr e i contributi devoluti nel primo semestre.

In assenza di informazioni sul sito internet, le aziende sono obbligate a contattare direttamente il fondo, per conoscere le scadenze, nonché le modalità con cui le somme devono essere trasferite (si veda l'altro articolo).

I maggiori ritardi si registrano soprattutto sul fronte dei fondi pensione aperti e i piani individuali di previdenza. Per questi ultimi i datori di lavoro hanno solo ricevuto i moduli di adesione da parte dei dipendenti iscritti (moduli allegati ai modelli Tfr1/Tfr2), ma non hanno indicazioni su modalità e tempistiche di versamento.

La gestione dei silenti

Un altro punto dolente, ancora in fase di definizione procedurale è la gestione dei lavoratori silenti, che non hanno cioè espresso alcuna scelta.

Alcuni fondi negoziali hanno già indicato alle aziende le modalità con cui i nominativi dei lavoratori tacitamente iscritti devono essere comunicati, nonché le scadenza dei versamenti del Tfr maturato da luglio (si vedano gli esempi riportati nella tabella).

Altri, invece, si sono limitati a chiedere alle aziende i nominativi dei dipendenti che non hanno espresso alcuna scelta, mentre le altre indicazioni verranno conferite in un momento successivo, dopo che è terminata la gestione amministrativa del primo semestre 2007.

Nel frattempo le aziende, sebbene non obbligate dal decreto legislativo 252/05 a comunicare ai lavoratori silenti la loro tacita iscrizione al fondo (gli obblighi informativi si chiudevano con la seconda informativa fornita entro il 31 maggio), è opportuno che informino i dipendenti che la mancata scelta ha comportato l'iscrizione al fondo negoziale previsto dal contratto/ accordo collettivo.

In questo modo i datori eviteranno ai lavoratori che non hanno optato sulla destinazione del Tfr la sorpresa di vedersi recapitare dal fondo di categoria una lettera di benvenuto.


Fonte: Il Sole 24 Ore.

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