L’Ufficio può attivare la richiesta di adozione delle misure cautelari previste dall’art. 22, D.Lgs. n. 472/1997 (ipoteca e sequestro conservativo) solo dopo la notifica al contribuente dell’avviso di accertamento e della cartella esattoriale.

Esclusivamente in questo modo, sottolinea la Commissione Tributaria Provinciale di Milano nella sentenza n. 521/2009, il contribuente è in possesso del quadro generale della sua reale posizione debitoria verso il fisco, che è ben quantificata nel suo ammontare, costituito da imposte, sanzioni ed interessi.

Secondo i giudici di prime cure, nella fattispecie mancano i presupposti basilari per poter invocare l’adozione delle misure cautelari: non è, infatti, possibile procedere a tale richiesta se si è ancora consolidato il «timore di perdere la garanzia del proprio credito». E il pericolo per la riscossione del credito da parte dell’Amministrazione finanziaria, prosegue la CTP Milano, materialmente si concretizza solo dopo che tutti gli atti amministrativi sono stati notificati (cartella esattoriale di iscrizione provvisoria compresa) e qualora il contribuente non abbia provveduto a corrispondere quanto dovuto.

Peraltro, rimarca la Commissione, l’Ufficio non ha messo in atto un iter procedurale conforme alla norma; volendo applicare ad litteram le disposizioni di legge, infatti, l’Ufficio avrebbe dovuto agire gradualmente, mettendo in moto:
•in primo luogo, la prassi di iscrizione di ipoteca sui beni del trasgressore e dei soggetti obbligati in solido;
•dietro esito negativo di tale operazione, la procedura del sequestro conservativo dei beni personali;
•come extrema ratio, l’azione del sequestro conservativo dell’azienda.Solo in questo modo, e dopo le risultanze negative delle esecuzioni di tali operazioni, il «timore» può ritenersi «fondato», vale a dire basato su dati concreti, e quindi diventa valida e legittima la richiesta di adozione delle misure cautelari nei confronti dell’azienda.

(Commissione tributaria provinciale Milano, Sentenza, Sez. I, 01/10/2009, n. 521)


Fonte: IPSOA

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