Il credito d'imposta riconosciuto per la gestione di impianti e reti di teleriscaldamento alimentate con energia geotermica è applicabile all'intero calore fornito anche in presenza di un impianto alimentato con altre fonti energetiche, se questo ha lo scopo di aumentare la temperatura dell'acqua proveniente dalla sorgente geotermica.

È questo quanto chiarisce l'agenzia delle Entrate, alla luce delle indicazione fornite dal ministero dello Sviluppo economico che dà indicazioni tecniche necessarie all'Amministrazione fiscale per individuare i limiti dell'agevolazione prevista dall'articolo 8 della legge 448/1998.

Con la risoluzione n. 416/E del 31 ottobre, l'Agenzia fa dunque luce su un dubbio legato alla possibilità di beneficiare del credito d'imposta, pari a 20 lire per ogni chilowattora di calore erogato, anche nel caso in cui sia necessario il riscaldamento con gas per far raggiungere all'acqua che sgorga dalla fonte geotermica una temperatura ottimale.

In particolare, l'Amministrazione fiscale chiarisce che, per usufruire del credito d'imposta sull'intero calore fornito, in caso di alimentazione con altra fonte energetica, devono sussistere due condizioni:

la temperatura del fluido geotermico prima dell'intervento di altra fonte energetica deve essere di almeno 40° C

il calore geotermico deve essere prevalente rispetto a quello aggiuntivo apportato da altra fonte energetica.

L'Agenzia precisa inoltre che va sempre escluso dall'agevolazione il calore fornito da caldaie ausiliarie o di integrazione, alimentate da altre fonti, utilizzato per fronteggiare eventi straordinari, come ad esempio arresti dell'impianto geotermico o una richiesta di calore superiore a quella consentita dall'impianto.


Fonte: Agenzia Entrate

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