Quesito: vendita appartamento.

sono proprietaria di un immobile a 2 piani, ho intenzione di venderne uno. I due piani sono stati appena frazionati. La casa è stata costruita nel 72 e usata sempre come prima casa. Vorrei sapere se nel 730 devo dichiare la plusvalenza, che si andrebbe quindi a sommare al resto dei redditi o se essendo l'immobile costruito da più di 5 anni non sono tenuta a dichiararlo? Se si in che percentuale? E'valutato circa 60 mila euro.

Quesito: vendita appartamento.

sono proprietaria di un immobile a 2 piani, ho intenzione di venderne uno. I due piani sono stati appena frazionati. La casa è stata costrui...

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Quesito: detrazione iva per associazione sportiva?

associazione sportiva ha concluso contratto di leasing avente ad oggetto autoveicolo. Contemporaneamente tale associazione ha stipulato contratto di assicurazione per tale veicolo. Il veicolo è stato sottratto e il relativo furto denunciato. L'assicurazione nella quantificazione del danno ha scorporato l'iva al 20% dal valore tecnico del veicolo al momento del furto.E' esatto ritenere che l'iva sia stata detratta dalla società di leasing quale proprietaria?

Quesito: detrazione iva per associazione sportiva?

associazione sportiva ha concluso contratto di leasing avente ad oggetto autoveicolo. Contemporaneamente tale associazione ha stipulato cont...

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Erogazioni liberali effettuate tramite il datore di lavoro.

<p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">QUESITO</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ALFA S.p.A. fa presente di avere intenzione di promuovere un</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">programma denominato “BETA” consistente nella raccolta di fondi tra i propri</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dipendenti da destinare a specifiche iniziative promosse da alcune ONLUS.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La raccolta fondi dovrebbe essere operata su base volontaria, attraverso</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">un’autorizzazione alla Società a trattenere sullo stipendio l’importo che il</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dipendente intende donare ad una o più ONLUS.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ciò premesso l’interpellante sottopone all’attenzione dell’Agenzia la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">procedura che intenderebbe adottare chiedendo se la stessa:</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">- sia corretta ed idonea ad assicurare la piena tracciabilità dell’operazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">di raccolta e di versamento dei contributi alle ONLUS beneficiarie garantendo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’effettuazione da parte dell’Amministrazione finanziaria di efficaci controlli</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">volti a prevenire eventuali abusi;</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sia corretta ed idonea ad assicurare al dipendente, che ha versato per il</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">tramite di ALFA il proprio contributo alla ONLUS o alle ONLUS prescelte, il</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">diritto alla detrazione, tramite il sostituto d’imposta, dell’onere previsto</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dall’articolo 15, comma 1, lettera i-bis) del TUIR, ovvero alla deducibilità</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’onere ai sensi dell’art. 14 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35 convertito</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">con modificazioni dalla legge 23 dicembre 2005, n. 266, in sede di dichiarazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dei redditi (modello 730 o modello Unico).</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">DALL’INTERPELLANTE</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La società istante ritiene, anche alla luce di quanto precisato nella</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">risoluzione n. 441/E del 17 novembre 2008, che ai propri dipendenti che</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">autorizzino la trattenuta dallo stipendio di somme da destinare a iniziative</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">promosse da ONLUS possa essere riconosciuta, in sede di conguaglio di fine</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">anno o di fine rapporto, la detrazione delle somme donate ai sensi dell’articolo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">15, comma 1, lettera i-bis) del TUIR, oppure, in alternativa, in sede di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dichiarazione dei redditi, la deducibilità ai sensi dell’art. 14 del decreto-legge 14</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">marzo 2005, n. 35 convertito con modificazioni dalla legge 14 maggio 2005, n.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">80.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">A tal fine, per assicurare la riferibilità al dipendente delle somme donate</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">alle ONLUS e la tracciabilità del versamento propone di adottare la seguente</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">procedura:</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">a) il dipendente autorizza singolarmente, con apposito modulo di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">adesione, la trattenuta dell’ora di stipendio con l’indicazione del mese o dei mesi</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">di riferimento e conferisce, sempre nel modulo di adesione, mandato con</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">rappresentanza alla società ad effettuare – in suo nome e per suo conto –</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’erogazione liberale a favore della ONLUS indicata in tale modulo, tramite</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">postagiro;</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">b) la società trattiene l’importo concordato corrispondente all’ora o alle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ore di stipendio nel mese o nei mesi prefissati indicando sul relativo cedolino una</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">voce esplicativa dalla quale risulti che l’importo viene trattenuto per essere</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">versato – a titolo di erogazione liberale – ad una determinata ONLUS;</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">c) mensilmente la società, sulla base di tali mandati, provvede ad</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">effettuare, sugli specifici conti correnti postali intestati alle ONLUS, il relativo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">versamento, specificando nella causale che l’erogazione liberale viene effettuata</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">in nome e per conto dei dipendenti mandanti, con l’indicazione del numero degli</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">stessi ed il relativo mese di riferimento. Il versamento verrebbe effettuato non</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">oltre il giorno 20 del mese successivo a quello di effettuazione della trattenuta sul</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">relativo cedolino;</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">d) la società, in relazione a ciascun postagiro, compila e trasmette a</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ciascuna ONLUS un elenco in duplice copia contenente i nominativi dei donanti,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’importo a ciascuno trattenuto e versato, il mese in cui è stata effettuata la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">trattenuta, la data e gli estremi del versamento;</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">e) la ONLUS restituisce alla società una copia dell’elenco corredata da</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">una dichiarazione di ricevuta sottoscritta dal rappresentante legale, della somma</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">totale ad essa versata con gli estremi del postagiro;</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">f) la società, a conclusione del programma, rilascia nominativamente a</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ciascun dipendente/donante una specifica attestazione riepilogativa di tutte le</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">erogazioni effettuate alle varie ONLUS prescelte, la quale conterrà, oltre i dati</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">della società, una dichiarazione degli importi trattenuti in ciascun mese per</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ciascuna ONLUS, del relativo versamento effettuato a titolo di erogazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">liberale in nome e per conto del dipendente, degli estremi del versamento stesso</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">(data e numero di conto corrente intestato alla ONLUS). L’attestazione conterrà</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">anche la richiesta da parte della società al dipendente/donante di informarla,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">secondo modalità scelte dalla società stessa, sulla sua volontà di optare per la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">detrazione dall’imposta (IRPEF) del 19% della somma donata (ex art. 15, comma</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">1, lettera i-bis) del TUIR) o per la sua intera deducibilità dall’imponibile IRPEF</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">(ex art. 14 del DL 35/2005); nel primo caso la detrazione d’imposta verrà</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">riconosciuta automaticamente dalla Società in sede di conguaglio di fine anno o</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">di fine rapporto; nel secondo caso la deduzione dovrà essere fatta valere</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">autonomamente dal dipendente in sede di dichiarazione dei redditi (mod. 730,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Modello UNICO);</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">g) ciascuna ONLUS, a conclusione del programma, invia ad ogni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dipendente-donante una comunicazione attestante l’entità complessiva</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’erogazione ricevuta.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">PARERE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Con risoluzione n. 441/E del 14 novembre 2008 l’Agenzia delle entrate ha</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">precisato che il datore di lavoro nella veste di sostituto d’imposta può</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">riconoscere, in sede di conguaglio, la detrazione corrispondente al 19%</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’importo da esso trattenuto al dipendente e versato per suo ordine e conto alla</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ONLUS a titolo di erogazione liberale ai sensi e nei limiti dell’articolo 15,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">comma 1, lettera i-bis) del TUIR rispettando le procedure precisate nella stessa</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">risoluzione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ciò posto si ritiene che la specifica procedura proposta nel caso di specie</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dalla Società interpellante, analoga a quella descritta nella citata risoluzione n.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">441 del 2008, possa consentire, in via generale, al datore di lavoro di riconoscere</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">in sede di conguaglio la detrazione corrispondente al 19 per cento dell’importo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">trattenuto al dipendente e versato alla ONLUS ai sensi e nei limiti dell’art. 15,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">comma 1, lettera i-bis) del TUIR oppure in alternativa possa consentire al</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dipendente di fruire della deducibilità dal reddito complessivo della somma</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">donata ai sensi dall’art. 14, comma 1, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">convertito con modificazioni dalla legge 14 maggio 2005, n. 80.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Si formulano, tuttavia, al riguardo le seguenti osservazioni.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Riguardo al punto f) della procedura proposta, in merito alla possibilità</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">per il dipendente di scegliere tra la detrazione o la deduzione della somma da lui</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">donata, si precisa che detta scelta deve risultare da una espressa dichiarazione</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sottoscritta dal dipendente, contenuta nel modulo di adesione oppure in un</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">apposito modulo dalla quale risulti chiaramente la scelta operata dal dipendente</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">per la detraibilità ai sensi dell’art. 15, comma 1, lettera i-bis) del TUIR o per la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">deducibilità dal reddito complessivo ai sensi dell’art. 14, comma 1, del decretolegge</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">14 marzo 2005, n. 35, convertito con modificazioni dalla legge 14 maggio</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">2005, n. 80.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Per quanto riguarda, infine, il punto g) della procedura proposta, in merito</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">all’attestazione delle somme donate complessivamente da ciascun dipendente, si</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">precisa che la Società ALFA dovrà farsi carico di far attestare da ogni ONLUS</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’entità complessiva dell’erogazione ricevuta dal singolo dipendente e di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">consegnare a quest’ultimo la relativa ricevuta.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><br /><p dir="ltr"><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i><span style="font-family:Arial;">Risoluzione Agenzia Entrate 160/E del 15 giugno 2009.</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i></i></span></p>

Erogazioni liberali effettuate tramite il datore di lavoro.

QUESITO ALFA S.p.A. fa presente di avere intenzione di promuovere un programma denominato “BETA” consistente nella raccolta di fondi tra i p...

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Risposte a quesiti su fatturazione elettronica e digitalizzazione dei documenti.

<p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">QUESITO</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’Assinform è l’associazione di categoria, aderente a Confindustria, cui</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">partecipano le principali imprese italiane attive nel settore delle tecnologie della</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">comunicazione e dell’informazione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’istante, pur prendendo atto della significativa evoluzione della normativa e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">della prassi in materia di fatturazione elettronica e conservazione sostitutiva dei</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documenti rilevanti ai fini tributari, rileva l’esistenza di “barriere formali”</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">all’adozione della fatturazione elettronica e della digitalizzazione dei documenti,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">causate, a suo dire, dall’eccessiva attenzione posta su “… aspetti, magari</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">concettualmente importanti, ma del tutto privi di concreta rilevanza dal punto di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">vista fiscale”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Propone, dunque, una serie di quesiti e le relative soluzioni che dovrebbero</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">agevolare il transito verso la digitalizzazione della documentazione fiscale,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">eliminando le barriere di natura formale.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Per chiarezza espositiva, nel prosieguo saranno esposti i quesiti e le relative</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">soluzioni prospettate da Assinform, seguendo l’ordine dell’istanza, mentre nella</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">parte relativa al “Parere dell’Agenzia delle entrate” si darà conto</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’interpretazione dell’Agenzia sempre seguendo l’ordine di esposizione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’istanza.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA DAL CONTRIBUENTE</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">1) Riferimento temporale per i documenti informatici rilevanti ai fini</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">tributari</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’articolo 3, comma 1, lettera b), del Decreto del Ministro dell’economia e delle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">finanze 23 gennaio 2004 (d’ora innanzi per brevità D.M.) prevede che i</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documenti informatici rilevanti ai fini delle disposizioni tributarie siano emessi</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">con il riferimento temporale, che ha la funzione di attestare la data di formazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">del documento.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">A sua volta l’articolo 21 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">1972, n. 633 prevede che la fattura, sia analogica che elettronica, sia “… datata e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">numerata in ordine progressivo per anno solare” e che “l’attestazione della data,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l'autenticità dell'origine e l'integrità del contenuto della fattura elettronica sono</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">rispettivamente garantite mediante l’apposizione su ciascuna fattura o sul lotto</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">di fatture del riferimento temporale e della firma elettronica qualificata</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell'emittente”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La presenza di una duplice indicazione temporale potrebbe ingenerare confusioni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">e difficoltà di natura interpretativa, ragion per cui l’istante propone di far</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">coincidere il riferimento temporale con la data della fattura.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Tale soluzione sarebbe corroborata dalla normativa comunitaria ed in specie</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dagli articoli 226 e 234 della Direttiva del Consiglio 28 novembre 2006, n.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">2006/112/CE.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il primo contiene l’elencazione del contenuto minimo obbligatorio delle fatture</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">tra cui rientra l’indicazione della data di emissione, mentre il secondo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">espressamente stabilisce che: “gli Stati membri non possono imporre ai soggetti</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">passivi che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi nel loro territorio</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">altri obblighi o formalità relativi all'uso di un sistema di trasmissione o messa a</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">disposizione delle fatture per via elettronica”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Poiché il riferimento temporale non viene individuato dal legislatore comunitario</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">come indicazione obbligatoria da inserire nella fattura, il legislatore italiano non</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">avrebbe potuto richiederlo quando ha dettato la disciplina della fattura elettronica</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">con il decreto legislativo 20 febbraio 2004, n. 52.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">2) Termine per la conservazione delle fatture elettroniche</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’articolo 3, comma 2, del D.M. stabilisce che la conservazione delle fatture</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettroniche debba avvenire con cadenza almeno quindicinale. Poiché le fatture</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettroniche già presentano stringenti requisiti di staticità, immodificabilità, e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">garantiscono l’autenticità dell’origine e l’integrità del contenuto del documento,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’istante propone di far decorrere il termine di quindici giorni per completare il</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">procedimento di conservazione dalla data di registrazione della fattura nella</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">contabilità generale o da altra data ben identificata e meno restrittiva e non, come</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">avviene attualmente, dalla data di invio o ricezione della fattura.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">3) Stampa dei documenti analogici rilevanti ai fini tributari emessi o ricevuti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dal contribuente</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">I documenti rilevanti ai fini delle disposizioni tributarie sono nella maggior parte</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dei casi formati avvalendosi di strumenti informatici; tuttavia, non possiedono</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dall’origine i requisiti prescritti dal D.M. per essere considerati documenti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">informatici rilevanti ai fini delle disposizioni tributarie.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ciò comporta che tali documenti, pur essendo prodotti e trasmessi tramite</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">strumenti informatici devono essere materializzati su un supporto fisico e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">possono successivamente essere sottoposti al procedimento di conservazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sostitutiva, tramite acquisizione dell’immagine di tale supporto.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Dai documenti in parola, però, può essere generato uno spool, ossia un’immagine</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">digitale statica e non modificabile, senza provvedere alla loro stampa.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’istante propone, dunque, di utilizzare gli spool generati ai fini della</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">conservazione sostitutiva, e di prevedere la stampa dei documenti generati o</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ricevuti dal contribuente soltanto in caso di accessi ispezioni e verifiche che</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">potrebbero intervenire nel periodo che intercorre tra la generazione dello spool ed</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">il completamento del procedimento di conservazione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">4) Conservazione sostitutiva di documenti creati con strumenti elettronici</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">non aventi le caratteristiche dei documenti informatici</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Le due risoluzioni dell’Agenzia delle entrate 9 luglio 2007, n. 161/E e 28 gennaio</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">2008, n. 14/E hanno affermato e ribadito che i documenti creati con strumenti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">informatici, che non sono emessi con il riferimento temporale e la sottoscrizione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettronica, sono, ai fini delle disposizioni tributarie, documenti analogici e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dunque per la loro esistenza è necessario procedere alla materializzazione su di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">un supporto fisico.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Soltanto dopo che il documento è stato materializzato, ossia, nella maggior parte</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">di casi, stampato su carta, lo stesso si può dire venuto ad esistenza e, dunque, sarà</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">possibile acquisirne l’immagine ai fini della conservazione sostitutiva.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’istante, propone, invece, che l’immagine del documento possa essere ottenuta</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">tramite lo spool di stampa, ferma restando la necessità di stampare il documento.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Tale possibilità risulterebbe confermata dall’articolo 4 del D.M., che per la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">conservazione dei documenti analogici rilevanti ai fini tributari, prevede che si</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">debba acquisire la relativa immagine, senza precisare ulteriormente secondo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">quale procedimento tale acquisizione debba avvenire.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">5) Invio dell’impronta dell’archivio informatico oggetto di conservazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’articolo 5 del D.M. prevede che il contribuente “al fine di estendere la validità</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dei documenti informatici trasmette alle competenti Agenzie fiscali, l'impronta</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell'archivio informatico oggetto della conservazione, la relativa sottoscrizione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettronica e la marca temporale”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Sostiene l’istante che, poiché ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ministri 13 gennaio 2004, le marche temporali hanno valenza quinquennale e il</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">soggetto che le ha rilasciate ne conserva copia, l’invio dell’impronta avrebbe la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sola finalità pratica di portare a conoscenza delle Agenzie fiscali i nominativi dei</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">soggetti che adottano sistemi di conservazione sostitutiva.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Se la finalità ultima dell’invio è, dunque, di notiziare l’Amministrazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">finanziaria, tale effetto potrebbe essere raggiunto con un mezzo più snello e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">meno gravoso per il contribuente.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">6) Distinzione “rigida” tra fatture analogiche e fatture elettroniche</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’associazione di categoria istante ritiene utile, per il decollo della fattura</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettronica, non adottare una distinzione rigida tra fattura analogica e fattura</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettronica, così che possa essere consentito ad un soggetto che emette un numero</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">limitato di fatture in formato elettronico di stamparne una copia su carta da</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">conservare secondo le regole proprie dei documenti analogici.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Tale modalità consentirebbe di gestire più agevolmente anche l’obbligo di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">fatturazione elettronica nei rapporti con le Amministrazioni dello Stato, con gli</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Enti pubblici nazionali e con le Regioni introdotto dall’articolo 1, commi da 209</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">a 213, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria per il 2008).</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">PARERE DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">1) Riferimento temporale per i documenti informatici rilevanti ai fini</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">tributari</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il riferimento temporale, secondo quanto espressamente stabilito dall’articolo 3,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">comma 1, lettera b), del D.M., assolve la funzione di attestare la data del</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documento informatico rilevante ai fini tributari.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">In proposito l’Amministrazione finanziaria con la circolare n. 45/E del 2005,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">punto 2.5.2.1, ha avuto modo di chiarire che: “il riferimento temporale consiste</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">in una informazione associata ad uno o più documenti informatici che attesta la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">data e l'ora di formazione della fattura elettronica”. Tale affermazione deve</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ritenersi valida per tutti i documenti informatici rilevanti ai fini delle disposizioni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">tributarie.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">In particolare la data assume una specifica rilevanza sia per i documenti che</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">vengono emessi dal contribuente, ossia escono dalla sua disponibilità per essere</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">inviati o comunicati a soggetti terzi, come la fattura, sia documenti che non sono</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">destinati ad uscire dalla disponibilità del contribuente (come ad esempio libri e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">registri).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Secondo l’articolo 21, comma 2, del d.P.R. n. 633 del 1972 (che riprende</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’articolo 226 della Direttiva comunitaria 2006/112/Ce), inoltre, “la fattura è</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">datata e numerata in ordine progressivo per anno solare”; il comma 3 dispone</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che l’attestazione della data della fattura è ottenuta tramite l’apposizione del</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">riferimento temporale, e ai sensi del successivo comma 4, “la fattura è emessa al</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">momento di effettuazione dell’operazione determinata a norma dell’articolo 6”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Dal combinato delle trascritte disposizione si evince chiaramente che la data</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">indicata nella fattura è la data di emissione del documento.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Orbene è possibile che, soprattutto nelle ipotesi di fatturazione differita (articolo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">21, comma 4, d.P.R. n. 633 del 1972), la data di formazione del documento (data</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">attestata dal riferimento temporale ) non coincida con la data di emissione dello</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">stesso (data indicata sulla fattura).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Si ritiene pertanto che, così come previsto dalla normativa vigente, ogni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documento informatico rilevante ai fini delle disposizioni tributarie, e quindi</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">anche la fattura elettronica, debba presentare il riferimento temporale.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Peraltro, si evidenzia che esiste uno specifico interesse dell’Amministrazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">finanziaria a conoscere quando un determinato documento sia stato formato,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">soprattutto se si tratta di documenti non “emessi”, cioè non destinati ad uscire</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dalla disponibilità del contribuente, interesse che consiste nel verificare il rispetto</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">della tempistica di formazione e conservazione del documento stesso.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">2) Termine per la conservazione delle fatture elettroniche</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Come chiarito con la circolare n. 45/E del 2005, punto 3.1, e successivamente</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ribadito con la risoluzione n. 161/E del 2007 “... si ritiene che il processo di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">conservazione delle fatture elettroniche debba essere operato entro i quindici</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">giorni dal ricevimento/emissione delle stesse, così come previsto dall'art. 3,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">comma 2, ultimo periodo, del decreto ministeriale, fermi restando i termini per</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l'assolvimento degli obblighi di registrazione previsti dagli artt. 23 e 25 del</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">D.P.R. n. 633 del 1972”.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Non essendo intervenute successivamente modifiche normative non può che</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ribadirsi l’orientamento interpretativo già espresso.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">3) Stampa dei documenti analogici rilevanti ai fini tributari emessi o ricevuti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dal contribuente</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">I documenti informatici per assumere rilevanza ai fini delle disposizioni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">tributarie, oltre ad avere la forma di documenti statici ed immodificabili, devono</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">esser emessi con il riferimento temporale e la sottoscrizione elettronica.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Tali requisiti devono essere presenti fin dal momento dell’emissione del</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documento, ragion per cui un documento che non presenti dall’origine la firma</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettronica qualificata ed il riferimento temporale, dovrà essere considerato come</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">un documento analogico formato tramite strumenti informatici.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ciò comporta che siffatto documento, carente dei requisiti per essere considerato</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">fin dalla sua origine un documento informatico, dovrà essere materializzato su di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">un supporto fisico per essere considerato giuridicamente esistente ai fini delle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">disposizioni tributarie.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La materializzazione su supporto fisico in generale e, più in particolare, la stampa</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">su carta, sono, dunque, adempimenti ineludibili ai fini dell’esistenza stessa del</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documento formato tramite strumenti informatici ma carente del riferimento</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">temporale e della firma elettronica qualificata.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">4) Conservazione sostitutiva di documenti creati con strumenti elettronici</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">non aventi le caratteristiche dei documenti informatici</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Come chiarito nel punto precedente, il documento creato con strumenti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">informatici, ma privo, fin dal momento della sua formazione, del riferimento</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">temporale e della firma digitale, ai fini delle disposizioni fiscali è da considerare</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">come un documento analogico, per la cui esistenza è necessario la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">materializzazione su di un supporto fisico.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">In particolare si sottolinea che soltanto a seguito della materializzazione il</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documento potrà considerarsi giuridicamente esistente e rilevante ai fini delle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">disposizioni tributarie.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Tuttavia, al fine della sua conservazione l’articolo 4, comma 1, del D.M. prevede</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che “il processo di conservazione digitale di documenti e scritture analogici</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">rilevanti ai fini tributari avviene mediante memorizzazione della relativa</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">immagine, secondo le modalità di cui all'art. 3, commi 1 e 2,”</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">A sua volta, l’articolo 3, comma 2, del D.M. rimanda alla deliberazione A.I.P.A.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">n. 42 del 2001, per le modalità di memorizzazione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Tale deliberazione è stata integralmente sostituita dalla deliberazione C.N.I.P.A.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">19 febbraio 2004, n. 11, il cui articolo 1, lettera f), così definisce il concetto di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">“memorizzazione”: “processo di trasposizione su un qualsiasi idoneo supporto,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">attraverso un processo di elaborazione, di documenti analogici o informatici,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">anche sottoscritti …”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il successivo articolo 4, che relativo alla conservazione dei documenti analogici,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">stabilisce che “il processo di conservazione sostitutiva di documenti analogici</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">avviene mediante memorizzazione della relativa immagine direttamente sui</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">supporti ottici, eventualmente, anche della relativa impronta, e termina con</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l'apposizione, sull'insieme dei documenti o su una evidenza informatica</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">contenente una o più impronte dei documenti o di insiemi di essi, del riferimento</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">temporale e della firma digitale da parte del responsabile della conservazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che attesta così il corretto svolgimento del processo”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Le trascritte disposizioni non specificano con quale sistema debba avvenire</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’acquisizione dell’immagine, tale modalità, dunque, deve considerarsi libera e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">non soggetta a specifiche regole.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Tuttavia, trattandosi di acquisire l’immagine di “documenti”, ossia della</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">rappresentazione di atti, fatti e dati giuridicamente rilevanti, è necessario che il</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">procedimento di acquisizione garantisca che l’immagine rispecchi in maniera</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">fedele, corretta e veritiera i dati, i fatti e gli atti che il documento rappresenta.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Per quanto riguarda le fatture, ad esempio, sarà necessario che dall’immagine</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">acquisita ai fini della conservazione, risultino rappresentati gli elementi</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">essenziali, indicati dall’articolo 21, comma 2, del d.P.R. n. 633 del 1972.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">E’, altresì, opportuno evidenziare che, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">d), del D.M., ai fini della conservazione dei documenti rilevanti ai fini delle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">disposizioni tributarie, è necessario che la memorizzazione avvenga su qualsiasi</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">supporto di cui sia garantita la leggibilità nel tempo, purché sia assicurato l'ordine</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">cronologico e non vi sia soluzione di continuità per ciascun periodo d'imposta.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Inoltre a seguito della memorizzazione “devono essere consentite le funzioni di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ricerca e di estrazione delle informazioni dagli archivi informatici in relazione al</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">cognome, al nome, alla denominazione, al codice fiscale, alla partita Iva, alla</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">data o associazioni logiche di questi ultimi”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Proiettando i principi testé enunciati alla fattispecie rappresentata dall’istante, se</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ne ricava che, ferma restando la necessità della materializzazione su supporto</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">fisico dei documenti rilevanti ai fini delle disposizioni tributarie, formati tramite</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">strumenti informatici, ma non aventi, fin dall’origine i requisiti dei documenti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">informatici, per la loro conservazione si potrà procedere all’acquisizione della</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">relativa immagine tramite il processo di generazione dello spool (o</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">rappresentazione grafica) di stampa, a condizione che l’immagine così acquisita</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">rispecchi in maniera, fedele, corretta e veritiera il contenuto rappresentativo del</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documento.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Come precisato, è indispensabile che l’immagine sia memorizzata su di un</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">supporto di cui sia assicurata la leggibilità nel tempo, con garanzia dell’ordine</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">cronologico e senza soluzioni di continuità. Peraltro, fin dal momento della</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">memorizzazione dovranno essere garantire le funzioni di ricerca ed estrazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">secondo i menzionati indici.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">In ogni caso, infine, il supporto fisico dovrà essere conservato, ed a richiesta</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">degli organi accertatori esibito, fino al completamento del processo di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">conservazione sostitutiva.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">5) Invio dell’impronta dell’archivio informatico oggetto di conservazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Con la circolare n. 36/E del 2006, punto 10, è stato chiarito che l’invio</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’impronta dell’archivio informatico oggetto di conservazione, della relativa</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sottoscrizione elettronica e della marca temporale “… risponde alla finalità "di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">estendere la validità dei documenti informatici" conservati; in particolare,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">attraverso la comunicazione si attribuisce specifica rilevanza fiscale ai</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documenti conservati secondo le regole del decreto”.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La finalità dell’invio dell’impronta dell’archivio, della relativa sottoscrizione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettronica e della marca temporale alle Agenzie fiscali non è, dunque, soltanto</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">quella di portare a conoscenza dell’Amministrazione finanziaria i nominativi dei</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">soggetti che intendono adottare sistemi di conservazione sostitutiva dei</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">documenti rilevanti ai fini delle disposizioni tributarie, bensì, risponde</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">all’esigenza di garantire l’immodificabilità sia dell’archivio che dei documenti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che lo compongono, poiché eventuali modifiche dell’uno o degli altri,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">comporterebbero la generazione di un’impronta diversa da quella inviata.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Pertanto, l’adempimento in parola non può essere sostituito da altro più agevole e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">meno gravoso, come proposto dall’istante.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Al riguardo, si segnala che con il decreto del Ministro dell’economia e delle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">finanze 6 marzo 2009 è stato modificato il termine previsto per l’invio</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">all’Agenzia dell’impronta dell’archivio informatico oggetto di conservazione; per</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">effetto delle novità, tale adempimento dovrà essere assolto non più entro il mese</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">successivo, bensì entro il quarto mese successivo alla scadenza dei termini</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">stabiliti dal D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322 per la presentazione delle dichiarazioni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">relative alle imposte sui redditi, all’imposta regionale sulle attività produttive ed</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">all’imposta sul valore aggiunto.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">6) Distinzione “rigida” tra fatture analogiche e fatture elettroniche</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’articolo 39 del d.P.R. n. 633 del 1972 espressamente dispone che: “le fatture</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">elettroniche consegnate o spedite in copia sotto forma cartacea possono essere</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">archiviate in forma elettronica”. Dal dato testuale della norma emerge</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">chiaramente che il contribuente può emettere fatture elettroniche e consegnarle o</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">spedirle al destinatario in copia sotto forma cartacea, in tale evenienza gli è anche</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">consentito conservare o la fattura in forma elettronica o la sua copia cartacea.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Al riguardo l’Agenzia delle entrate con la circolare n. 45/E del 2005, punto 3.1.2,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ha avuto modo di precisare che; “La fattura elettronica trasmessa e ricevuta in</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">forma elettronica deve essere conservata nella stessa forma.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La fattura emessa in forma elettronica, ma consegnata o spedita in formato</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">cartaceo, con i mezzi tradizionali o mediante strumenti elettronici (ad esempio,</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">e-mail), può essere conservata in formato elettronico o, in alternativa, secondo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">le modalità tradizionali, su supporto cartaceo”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">I contribuenti, tuttavia, non potranno avvalersi della possibilità di conservare in</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">forma cartacea copia delle fatture emesse nei confronti delle Amministrazioni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, degli Enti Pubblici nazionali e delle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Regioni, allorquando diverranno operativi gli obblighi previsti dall’articolo 1,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">comma 209, delle legge n. 244 del 2007.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ciò in quanto il richiamato comma 209, espressamente prevede che: “a decorrere</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 213, l’emissione,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">rapporti con le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">con gli enti pubblici nazionali, anche sotto forma di nota, conto, parcella e</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">simili, deve essere effettuata esclusivamente in forma elettronica, con</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’osservanza del decreto legislativo 20 febbraio 2004, n. 52, e del codice</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Pertanto, a decorrere dal termine che verrà fissato dal regolamento previsto dal</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">comma 213 per l’adempimento degli obblighi elencati dalla disposizione sopra</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">riportata, i contribuenti che effettuano cessioni di beni e prestazioni di servizi in</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">favore delle pubbliche amministrazioni statali e delle regioni saranno obbligati</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">non soltanto ad emettere, ma anche a trasmette conservare ed archiviare le</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">relative fatture secondo la disciplina propria della fatture elettroniche.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><br /><p dir="ltr"><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i><span style="font-family:Arial;">Risoluzione Agenzia Entrate 158/E del 15 giugno 2009.</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i></i></span></p>

Risposte a quesiti su fatturazione elettronica e digitalizzazione dei documenti.

QUESITO L’Assinform è l’associazione di categoria, aderente a Confindustria, cui partecipano le principali imprese italiane attive nel setto...

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Oneri deducibili - assegno al coniuge divorziato.

<p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">QUESITO</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L'istante in sede di divorzio è stato condannato con sentenza a corrispondere un</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">assegno alimentare pari a euro …, all’ex coniuge, signora TIZIA, subendo a tal</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">fine una trattenuta dall’ INPS sulla propria pensione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Successivamente, l’istante ha proposto azione legale nei confronti della ex</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">moglie ritenendo di averle corrisposto una somma, a titolo di liquidazione, in</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">misura maggiore del dovuto. Il tribunale di … con sentenza … del … 2007,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">riconoscendo il suo credito, ha stabilito che la signora TIZIA dovesse restituirgli</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">la somma di euro … (parte della suddetta liquidazione) e che la restituzione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">avvenisse mediante ordinanza all’INPS “di non effettuare più la trattenuta sulla</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">pensione della somma di euro … mensili” fino ad esaurimento del credito.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Sulla base di ciò l’istante ha chiesto se possa continuare a dedurre dal proprio</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">reddito l’importo annuo destinato al mantenimento dell’ex coniuge, anche in</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">assenza del materiale esborso dell’assegno.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA DAL CONTRIBUENTE</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il contribuente ritiene di poter effettuare la deduzione (anche in assenza di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">esborso materiale) e che, al fine di giustificare detto diritto, sia sufficiente la</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sentenza del tribunale di …; inoltre egli comunicherebbe all’ex moglie, a mezzo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">raccomandata, l’importo trattenuto e scalato di anno in anno dal totale dovuto</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dalla stessa.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">PARERE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’art. 10, comma 1, lettera c), del TUIR stabilisce che sono deducibili dal reddito</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">“gli assegni periodici corrisposti al coniuge, ad esclusione di quelli destinati al</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">mantenimento dei figli, in conseguenza di separazione legale ed effettiva, di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">scioglimento o annullamento del matrimonio o di cessazione dei suoi effetti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">civili, nella misura in cui risultano da provvedimenti dell’autorità giudiziaria”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Va evidenziato che nel sistema del TUIR, le somme corrisposte “una tantum” al</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">coniuge, diversamente da quanto stabilito per gli assegni periodici, non sono</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">riconducibili ad alcuna categoria reddituale, in capo al percipiente ( Corte Cost.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ordinanza del 06/12/2001- Corte Cass.: sentenza del 12/10/1999 n. 11437 ), e non</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sono contemplate tra gli oneri che danno diritto alla deduzione dal reddito, ai</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sensi dell’art. 10 del TUIR, per il coniuge che li corrisponde.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ne consegue che anche la restituzione di dette somme, qualora siano state</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">corrisposte dal coniuge divorziato in misura maggiore del dovuto, non assume</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">alcuna rilevanza reddituale.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Nella fattispecie in esame, la ex moglie deve restituire al contribuente istante, in</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">quanto non dovuta, una somma a suo tempo trattenuta in eccesso a valere sulla</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">liquidazione di fine rapporto di lavoro del marito.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ai sensi dell’art. 12-bis della legge 1 dicembre 1970, n. 898, infatti, il coniuge</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">nei cui confronti sia stata pronunciata sentenza di scioglimento o di cessazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">degli effetti civili del matrimonio ha diritto, se non passato a nuove nozze e in</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">quanto sia titolare di assegno di mantenimento divorzile, ad una percentuale</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell'indennità di fine rapporto percepita dall'altro coniuge all'atto della cessazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">del rapporto di lavoro, anche se l'indennità viene a maturare dopo la sentenza di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">divorzio. Tale percentuale è pari al quaranta per cento dell'indennità totale</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">riferibile agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Non può richiedersi la quota di TFR se la corresponsione dell'assegno di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">mantenimento in sede di divorzio sia stata concordata in unica soluzione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La percentuale di indennità di fine rapporto cui ha diritto il coniuge separato (o</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">divorziato) deve essere intesa al netto delle imposte che sono calcolate dal datore</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">di lavoro erogante la medesima indennità, secondo le disposizioni del Tuir.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Con riferimento a detta somma, in quanto erogata una tantum, non deve essere</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">operata nessuna tassazione in capo al coniuge separato né è possibile per il</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">coniuge erogante beneficiare della deduzione dal reddito</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Secondo quanto assume l’istante, il giudice ha stabilito che la restituzione della</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">somma di euro … (parte della suddetta liquidazione) debba avvenire mediante</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’ordinanza all’INPS “di non effettuare più la trattenuta sulla pensione della</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">somma di euro … mensili” fino ad esaurimento del credito.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Quanto disposto dal giudice, in merito alla sospensione della erogazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’assegno periodico, realizza pertanto una compensazione tra due diversi</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">emolumenti, gli assegni periodici spettanti alla moglie e la quota di liquidazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che la stessa deve restituire al marito.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">In sostanza nel nuovo assetto dei rapporti economici conseguenti allo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">scioglimento del matrimonio, delineato dal giudice, permane a carico dell’istante</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">l’obbligo degli alimenti nei confronti dell’ex moglie, che è assolto, peraltro,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">attraverso la descritta procedura di compensazione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">In tale contesto si è dell’avviso che l’istante possa dedurre l’importo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">corrispondente all’assegno alimentare, dato che si realizza la situazione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">disciplinata dall’art. 10 del TUIR, secondo cui gli assegni periodici sono</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">deducibili nella misura in cui risultino dal provvedimento dell'autorità giudiziaria</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">e siano sostenuti dal contribuente (sia pure con il meccanismo della</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">compensazione).</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Va al riguardo evidenziato che gli assegni periodici deducibili dal reddito, per</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">effetto dell’art. 10 citato, da parte del coniuge che li eroga, vanno assoggettati ad</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">IRPEF da parte del coniuge percipiente, quali redditi assimilati al lavoro</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dipendente, ai sensi dell’art. 50, comma 1, lettera i) del TUIR.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L’articolo 52, comma 1, lettera c), del Tuir, concernente la “determinazione dei</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">rediti assimilati a quelli di lavoro dipendente”, stabilisce che gli assegni in</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">questione “si presumono percepiti, salvo prova contraria, nella misura e alle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">scadenze risultanti dai relativi titoli”. Nel caso in esame la percezione si deve</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">ritenere realizzata per effetto della intervenuta compensazione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Pertanto la ex moglie deve continuare ad assoggettare ad imposizione l’importo</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">dell’assegno alimentare in questione.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i><span style="font-family:Arial;">Risoluzione Agenzia Entrate 157/E del</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i> <span style="font-family:Arial;">15 giugno 2009.</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i></i></span></p>

Oneri deducibili - assegno al coniuge divorziato.

QUESITO L'istante in sede di divorzio è stato condannato con sentenza a corrispondere un assegno alimentare pari a euro …, all’ex coniug...

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Locazione immobili. Pulizia delle parti comuni: spese senza esenzione IVA.

<p>Lo ha deciso la Corte di Giustizia CE, con sentenza depositata lo scorso 11 giugno: le spese relative al servizio di pulizia delle parti comuni di un immobile dato in locazione non rientrano nella nozione di «locazione» e, di conseguenza, non ne condividono il trattamento tributario (la locazione di un bene immobile è esente da IVA).<br />Nella fattispecie, una società ceca proprietaria di edifici ad uso abitativo suddivisi in appartamenti locati, riceve dagli inquilini (oltre al normale canone locativo) un compenso a titolo del servizio di pulizia degli spazi comuni; il compenso viene fatturato separatamente, ma comunque in regime di esenzione, nella convinzione che la locazione e i servizi connessi alla locazione degli appartamenti (come, appunto, la pulizia delle parti comuni) costituiscano prestazioni indissociabili, assoggettate ad un unico regime IVA.<br />Secondo la Corte di Giustizia, si tratta al contrario di operazioni autonome, dissociabili l’una dall’altra. Con la conseguenza che l’esenzione dall’imposta non può riguardare anche il servizio di pulizia.</p><p><br />(Corte Giust. CE Sentenza, Sez. II, 11/06/2009, n. C-572/07)</p><p><em>Fonte: Min.Finanze</em></p>

Locazione immobili. Pulizia delle parti comuni: spese senza esenzione IVA.

Lo ha deciso la Corte di Giustizia CE, con sentenza depositata lo scorso 11 giugno: le spese relative al servizio di pulizia delle parti com...

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Adesione e contenzioso tributario.

<p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Alcune Commissioni di merito, a volte (quando in modo espresso nella sentenza, quando anche solo implicitamente), interpretano in maniera errata la valenza giuridica del contraddittorio d'adesione non andato a buon fine, ritenendo che, comunque, il fatto che l'ufficio abbia proposto in quella sede una qualche forma di abbattimento rispetto alla propria orginaria pretesa, confermi che la stessa Amministrazione non era in realtà convinta della propria pretesa.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La considerazione per cui l'aver instaurato (magari su istanza del contribuente e come imposto dal Dlgs 218/1997) il procedimento di adesione, conclusosi poi con una proposta di transazione amministrativa, come avviene in tutti i procedimenti di adesione, possa ritorcersi contro l'ufficio e far ritenere addirittura che, probabilmente, lo stesso non credesse al proprio accertamento, è giuridicamente infondata.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La procedura di adesione infatti non è uno "sconto", ma una transazione (legittimata dalla legge in deroga al principio di indisponibilità dell'obbligazione tributaria) tesa a deflazionare il contenzioso. Soprattutto attiene a una fase meramente amministrativa, la cui finalità non solo è del tutto avulsa dal sucecssivo ed eventuale contenzioso, ma addirittura contraria alla ratio del medesimo contenzioso. È infatti chiaro che, mentre nella prima fase lo scopo è raggiungere un accordo (laddove questo sia possibile), nella seconda fase (a parte la ulteriore possibilità di conciliazione) il fine è far dichiarare la legittimità della pretesa dell'ufficio, il quale, se non "credesse" nella propria pretesa, avrebbe l'obbligo (e non la discrezionalità) di procedere in autotutela.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L'ufficio, dunque, il cui ruolo pubblico non deve essere mai dimenticato, si limita ad applicare le norme tributarie per recuperare le imposte evase che, peraltro, in base al principio di immediata esecutorietà degli atti amministrativi, restano tali fino a quando non intervenga una contraria sentenza passata in giudicato. E questo tanto più laddove il legislatore abbia previsto una presunzione legale a favore dell'Amministrazione finanziaria.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Va considerato inoltre che alcune sentenze della Corte suprema, nel definire la natura dell'accertamento con adesione e della conciliazione, ne richiamano addirittura la natura negoziale.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Con la sentenza 12314/2001, per esempio, i giudici di legittimità hanno espressamente riconosciuto nella conciliazione giudiziale una "forma di composizione convenzionale della lite tributaria nella sede del processo" operante "in deroga al principio più generale della normale indisponibilità per l'erario del credito d'imposta".</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Anche successivi interventi giurisprudenziali hanno confermato tale impostazione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Con la sentenza 21325/2006, per esempio, la Cassazione, ha affermato che "la conciliazione giudiziale di cui all'art. 48 attiene all'esercizio di poteri dispositivi delle parti", essendo "concepita come una forma di composizione convenzionale della lite nella sede del processo" e "pur nella sua indubbia specificità, costituisce un istituto deflativo di tipo negoziale".</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Del resto, laddove si condividesse l'ipotesi della natura "para" negoziale dell'atto di adesione (cfr Ctp di Vercelli, sentenza n. 14/01/09 del 2009), proprio tale natura comporterebbe che, non incidendo la proposta sulla effettiva debenza del tributo (solo elemento su cui il giudice deve decidere), si dovrebbe confermare che, in alcun modo, eventuali accordi tra le parti (e ancor meno eventuali proposte non andate poi a buon fine) possono influire sulla decisione del giudice, il quale deve decidere esclusivamente in base alla legge.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Se dunque la legge impone il pagamento del tributo, a prescindere da eventuali proposte transattive dell'ufficio (comunque legittimato dal Dlgs 218/1997), che nella fase del giudizio non hanno e non devono avere alcuna rilevanza, il giudice dovrà respingere il ricorso, a meno che non lo ritenga legittimo: ma non perché l'ufficio era disponibile a chiudere in adesione, ma perché ha eventualmente sbagliato nell'applicazione della legge (cosa comunque possibile nei casi di applicazione di fattispecie normative).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La fase dell'accertamento con adesione comporta una (eccezionale) possibilità di revisione dell'accertamento, in particolare in vista del rischio del contenzioso e dell'anticipazione della riscossione del credito vantato (o comunque di una sua parte).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Quando però queste due componenti (rischio e anticipazione del credito), a seguito del fallimento del procedimento di adesione, decadono, è chiaro che l'ottica dell'ufficio torna quella "ordinaria" della sua originaria interpretazione della norma impositiva (che, in sede di adesione, vista la specifica finalità dell'istituto, può anche essere rimessa in discussione), come appunto esplicata nell'atto di accertamento già notificato.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">È dunque solo su questa pretesa che il giudice dovrà pronunciarsi, anche perché, laddove la proposta di adesione non si sia perfezionata e non sia stata nemmeno accettata dalla controparte, tale proposta, in realtà, in base ai più elementari principi di "incontro" delle volontà contrattuali, non è neppure venuta a esistenza giuridica.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><br /><p dir="ltr"><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i><span style="font-family:Arial;">Fonte: Agenzia Entrate</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i></i></span></p>

Adesione e contenzioso tributario.

Alcune Commissioni di merito, a volte (quando in modo espresso nella sentenza, quando anche solo implicitamente), interpretano in maniera er...

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Imposta di successione e prezzo di alienazione.

<p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Con la sentenza 12169 del 26 maggio 2009, la Corte di cassazione, intervenendo su una problematica sorta in tema di successione mortis causa circa il trattamento fiscale dei beni immobili alienati durante gli ultimi sei mesi di vita del de cuius, accoglie il ricorso dell'Amministrazione finanziaria, stabilendo che deve considerarsi compreso nell'attivo ereditario il valore dei beni o dei diritti trasferiti a terzi, a titolo oneroso, nel semestre anteriore alla morte del dante causa, e non già il corrispettivo pattuito o ricavato dal relativo negozio traslativo.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il fatto </span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Con contestuale atto di cessione e vitalizio una contribuente aveva ceduto a due nipoti, in parti uguali pro indiviso, la nuda proprietà di determinati immobili, riservandosi l'usufrutto sugli stessi vita natural durante, mentre le acquirenti, a fronte di detta cessione, si obbligavano a corrispondere alla venditrice una rendita annua, oltre che a provvedere, vita natural durante, alla sua assistenza morale e materiale.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Alla morte di quest'ultima, il legatario presentava dichiarazione di successione esponendovi, tra l'altro, le vendite effettuate dal de cuius negli ultimi sei mesi di vita, le quali coincidevano esattamente con il valore dei beni oggetto dell'atto di cessione e vitalizio.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Successivamente l'ufficio finanziario constatava nell'esame della dichiarazione di successione la mancata tassazione del valore delle vendite effettuate negli ultimi sei mesi di vita del defunto, notificando alle acquirenti apposito avviso di liquidazione in cui veniva ripresa a tassazione l'omissione di detti cespiti.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ricorrevano le contribuenti davanti la competente Commissione tributaria provinciale, contestando l'atto impositivo sotto vari profili di illegittimità (centralmente, violazione dell'articolo 10 del Dlgs 346/1990, in quanto l'atto impositivo, non solo realizzerebbe un'inammissibile e illegittima duplicazione di imposta, ma colliderebbe anche con principi di rango costituzionale), oltre che per l'infondatezza nel merito. Il ricorso non veniva accolto.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il conseguente appello veniva rigettato dalla Commissione tributaria regionale, osservando: </span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che i beni oggetto dell'atto di vendita vanno considerati compresi nell'attivo ereditario poiché soggetti a imposta ed alienati a titolo oneroso nel semestre anteriore al decesso della venditrice, non risultando l'eventuale ricorrenza nella fattispecie di alcuna delle ipotesi di deduzione previste nell'articolo 10 del Dlgs 346/1990 (quali le somme pagate all'Erario a titolo di imposte per l'atto di trasferimento)</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che la doglianza relativa alla violazione dello stesso articolo 10, sotto il profilo di omessa detrazione delle imposte versate all'Erario sull'atto di trasferimento di beni immobili da ricomprendere nell'attivo ereditario della venditrice, risulta infondato e non realizza la eccepita duplicazione del tributo, perché le imposte relative al trasferimento e quelle inerenti all'apertura della successione si fondano su titoli diversi, afferenti a diverse e distinte capacità contributive, ciascuna autonomamente disciplinata.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il successivo ricorso per cassazione si articolava su due motivi, dei quali in questa sede si esamina soltanto il primo.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il gravame è strutturato sulla contestazione della ricomprensione nell'attivo ereditario della venditrice dei beni oggetto dell'atto di cessione e vitalizio, affermata dal giudice di appello, in violazione dei commi 1 e 3 dell'articolo 10 del Dlgs 346/1990, nonché omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione circa un punto decisivo della controversia.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Sostanzialmente, il giudice del riesame non avrebbe tenuto presente che una rigorosa interpretazione logica della norma censurata avrebbe dovuto portare a ritenere che parte integrante dell'asse ereditario non è il bene oggetto di trasferimento, perché non ne faceva più parte alla data di apertura della successione, ma "i corrispettivi" del trasferimento medesimo, se e nei limiti della loro effettiva percezione, da parte del de cuius, prima della sua morte. Ciò si desumerebbe dalla lettera f) del comma 3 dell'articolo 10 laddove, dall'attivo della successione, ammette la deducibilità delle spese di mantenimento e delle spese mediche e chirurgiche, poiché diversamente argomentando, si perverrebbe alla conclusione che lo stesso legislatore abbia inteso sottoporre a imposizione il valore dei beni e diritti trasferiti ante mortem e, al tempo stesso, i corrispettivi derivanti da dette alienazioni, realizzando così una doppia imposizione in palese vulnerabilità dei parametri costituzionali di cui agli articoli 3 e 53 della Costituzione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Inoltre, nell'impugnazione si sostiene che nel caso di specie si realizzerebbe in capo alle ricorrenti una situazione di coincidenza tra (a) acquirenti nel semestre considerato ed (b) eredi, con conseguente doppia imposizione per avere una prima volta esse stesse corrisposto l'imposta di registro sui beni oggetto della transazione e una seconda volta sui beni medesimi soggetti a imposta progressiva di successione. D'altronde, secondo le ricorrenti, siccome tra le deduzioni ammesse dall'articolo 10 non figurano quelle richiese, tale circostanza confermerebbe che il legislatore, quando si è riferito ai trasferimenti a titolo oneroso effettuati dal de cuius nel semestre anteriore alla morte ha tenuto presente, come parte dell'asse ereditario, "non il valore dei beni ceduti bensì il corrispettivo della loro alienazione".</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Motivi della decisione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Con la pronuncia 12169/2009, la Corte di cassazione, confermando le conclusioni dei giudizi di merito, ritiene infondato il ricorso, argomentando sul piano normativo che l'articolo 10 del Dlgs 346/1990, relativo ai beni alienati negli ultimi sei mesi di vita del de cuius (nel testo vigente ratione temporis, in quanto abrogato dall'articolo 69, comma 1, lett. d), della legge 342/200), disponeva espressamente:</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che si considerano compresi nell'attivo ereditario i beni e i diritti soggetti a imposta alienati a titolo oneroso dal defunto nell'ultimo semestre di vita (primo comma)</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">che dal valore dei detti beni e diritti, determinato secondo le disposizioni degli articoli 14 e seguenti del Dlgs 346, si deduce, tra l'altro, l'ammontare delle somme riscosse o dei crediti sorti in dipendenza dell'alienazione, a condizione che siano indicati nella dichiarazione della successione (terzo comma, lettera a).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ma, secondo la Corte di cassazione, logica e tenore letterale di tale previsione - che valorizza soltanto i beni e i diritti "alienati" e non i corrispettivi, mai comunque i "corrispettivi effettivamente percepiti" - fanno ritenere infondata la tesi delle ricorrenti esposta nel rilievo, in considerazione che con disposizione specifica in tema di imposta sulle successioni, l'articolo 14 del Dlgs 346/1990 prescrive, alla lettera a), di tener conto a tal fine sempre e soltanto del "valore venale in comune commercio alla data di apertura della successione" dei beni. Tale trama argomentativa, del resto, si pone anche in sintonia con il tributo di registro, ove il legislatore ha attribuito rilievo preponderante al "valore venale dei beni e dei crediti" (cfr articolo 51 del Dpr 131/1986), mentre il "corrispettivo" assume rilevo marginale (vedi articolo 72 del Dpr 131/1986).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L'analisi ermeneutica condotta sulla normativa "allargata" di settore induce quindi la Cassazione a considerare, contrariamente all'assunto delle ricorrenti, che con presunzione legislativa iuris et de iure devono ritenersi compresi nell'attivo ereditario il valore dei beni o dei diritti, naturalmente se soggetti all'imposta, trasferiti a terzi a titolo oneroso nel semestre anteriore alla morte del dante causa, e non già il corrispettivo pattuito o ricavato dall'afferente negozio traslativo, poiché gli effetti dell'articolo 10 sono quelli di impedire l'uscita dal patrimonio del de cuius di beni o diritti posti in essere con atti degli ultimi sei mesi di vita e con conseguente - spesso fittizio - depauperamento dell'attivo ereditario.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Ancorché la disposizione fosse applicabile in via generale, è evidente che si trattava di una norma a scopo antielusivo, volta a neutralizzare quegli espedienti tesi a ridurre la consistenza dell'asse ereditario attraverso atti di alienazione dei beni del defunto, con effetti recuperatori (l'attivo ereditario viene reintegrato del valore dei beni ceduti) ma non restitutori. Reintegrare il medesimo patrimonio con i beni alienati nel periodo interessato significa, quindi, attribuire all'Erario il diritto di percepire l'imposta di successione su una base imponibile di maggior valore, come più volte puntualizzato dalla Corte costituzionale (sentenze 982/1988 e 137/1997).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Conclusioni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">In conclusione, con la sentenza 12169/2009, la Cassazione conferma il principio (già enunciato nella sentenza 5475/2008) dell'irrilevanza giuridica, ai fini dell'imposta di successione, del "prezzo effettivamente incassato" dall'alienazione rispetto al "valore da assegnare ai beni venduti, secondo la specifica disciplina fiscale", perché diversamente opinando risulterebbe leso il principio di inclusione nell'attivo ereditario, secondo il loro proprio valore, di beni e diritti venduti nel semestre precedente l'apertura della successione.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Peraltro, la Suprema corte non manca di rilevare che, in base all'assunto esegetico raggiunto nell'esame del primo motivo del ricorso circa la ratio legis del valore del bene e non del corrispettivo eventualmente minore realizzato dalla sua alienazione, l'articolo 10 del Dlgs 346/1990 non configge con nessuno dei parametri costituzionali (capacità contributiva, eguaglianza e ragionevolezza) di cui agli articoli 3 e 53 della Costituzione, invocati dalle ricorrenti, in considerazione che è già stata accertata dalla Corte costituzionale sia la ragionevolezza della norma de qua sia la sua idoneità a evidenziare e colpire una sicura manifestazione di capacità contributiva (sentenze 982/1988 e 137/1997).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La denuncia di successione</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La denuncia di successione ha una valenza meramente fiscale, nel senso che trattasi di una dichiarazione espressa che permette all'Amministrazione finanziaria di prendere atto del valore dei beni facenti parte dell'asse ereditario, ed è prevista dagli articoli 27 e seguenti del Dlgs 346/1990, in base al quale deve essere presentata presso l'ufficio dell'agenzia delle Entrate competente entro dodici mesi dalla data di apertura della successione (termine da ultimo modificato dall'articolo 1, comma 79, della legge 296/2006).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Come è noto, l'imposta sulle successioni e donazioni era stata soppressa dall'articolo 13, comma 1, della legge 383/2001 ed è stata reintrodotta dall'articolo 2, commi da 47 a 54, del Dl 262/2006. In ogni caso, anche dopo l'abrogazione, la dichiarazione di successione doveva essere ugualmente presentata laddove nell'asse ereditario fossero inclusi beni immobili siti nel territorio italiano e diritti immobiliari su questi.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L'imposta sulle successioni è, poi, liquidata dall'ufficio in base alla dichiarazione della successione, ed è nuovamente liquidata in caso di successiva presentazione di dichiarazione sostitutiva o integrativa.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La liquidazione deve essere notificata, mediante avviso, entro il termine di decadenza di tre anni dalla data di presentazione della dichiarazione della successione o della dichiarazione sostitutiva o integrativa (articoli 27, comma 2, 28, comma 6, e 33 del Dlgs 346/1990).</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">L'obbligo di presentazione grava, tra l'altro, oltre che sui chiamati all'eredità, anche sui legatari, come nel caso di specie, circostanza che contraddice le ricorrenti allorché sostengono nel ricorso per cassazione la violazione del secondo comma dell'articolo 28 del Dlgs 346/1990 assumendo che quest'ultimo, siccome "semplicemente legatario", non era legittimato a dichiarare gli atti di alienazione a titolo oneroso compiuti dal de cuius negli ultimi sei mesi di vita perché tale compito spettava "esclusivamente agli eredi".</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><br /><p dir="ltr"><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i><span style="font-family:Arial;">Fonte: Agenzia Entrate</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i></i></span></p>

Imposta di successione e prezzo di alienazione.

Con la sentenza 12169 del 26 maggio 2009, la Corte di cassazione, intervenendo su una problematica sorta in tema di successione mortis causa...

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