Niente più obbligo di simulazione e colloqui valutativi agli sportelli di Equitalia: dal prossimo anno, i possibili piani di dilazione del debito saranno allegati alla cartella di pagamento. La soluzione rappresenta, da un lato, l'effetto gradimento dello strumento della rateizzazione che, nel solo mese di luglio, ha registrato 156mila richieste; dall'altro, la volontà della società di riscossione di migliorare il rapporto con i contribuenti.
Nello specifico, dal 2015, le cartelle notificate saranno accompagnate dai fattibili programmi di pagamento a rate, cioè tutti i piani concedibili sulla base dei parametri previsti dalla legge. In pratica, quelli che lo stesso contribuente può "costruire" e valutare sul sito o presso gli uffici di Equitalia.
Ricevendo contestualmente alla cartella tutte le chance per saldare il debito, il contribuente avrà a disposizione gli elementi per scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Naturalmente, non sarà obbligatorio optare per uno dei piani prospettati: chi vuole, potrà comunque chiudere i conti in un'unica soluzione.

Con il comunicato stampa del 18 agosto, Equitalia propone, inoltre, uno spaccato del consenso ottenuto dai pagamenti dilazionati: a oggi, quelli attivi sono 2,4 milioni, pari a 26,6 miliardi di euro. In sostanza, più della metà delle riscossioni avviene attraverso la rateizzazione.
Lo strumento piace a tutte le latitudini - ma è particolarmente gradito in Lombardia (oltre 384mila rateizzazioni attive), Lazio (circa 306mila) e Campania (più di 264mila) - ed è apprezzato soprattutto dalle persone fisiche (il 76,9% del totale).
Dal punto di vista della consistenza degli importi, si legge che il 70,8% delle dilazioni interessa i debiti minori, quelli fino a 5mila euro.

La società di riscossione nazionale, infine, ricorda che, oltre al piano ordinario di 72 rate (6 anni), i contribuenti in condizioni di grave e comprovata situazione di difficoltà, legata alla congiuntura economica ed estranea alla loro responsabilità, possono ottenere un piano straordinario, fino a 120 rate mensili (10 anni), ciascuna di importo non inferiore a 100 euro. In caso, poi, di mancata concessione della rateizzazione "lunga", è possibile richiedere quella ordinaria.

Ma ci sono anche formule intermedie, cioè, con un numero di rate superiore all'ordinario; e questo quando l'importo della singola rata è superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare o della ditta individuale. Per le imprese, invece, la rata deve superare il 10% del valore della produzione mensile e deve essere garantito un indice di liquidità adeguato (compreso tra 0,5 e 1).

Per debiti fino a 50mila euro, si può avere la rateazione ordinaria semplicemente con una domanda, senza dover allegare alcuna documentazione: basta compilare il modulo disponibile sul sito di Equitalia e consegnarlo a mano o spedirlo tramite raccomandata a/r.
Per importi oltre 50mila euro, è necessario documentare lo stato di difficoltà economica.

I piani di rateizzazione, sia ordinari sia straordinari, possono anche essere prorogati, ma una sola volta.

Se i pagamenti sono regolari, il contribuente non è più considerato inadempiente. Pertanto, può richiedere il Durc (documento unico di regolarità contributiva) e il certificato di regolarità fiscale per lavorare con le Pubbliche amministrazioni, mentre Equitalia non può iscrivere fermi o ipoteche né applicare misure cautelari o esecutive.

Si decade dal beneficio della rateizzazione in caso di mancato versamento di otto rate, anche non consecutive.


Fonte: Agenzia Entrate

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