I dati raccolti dall'Ufficio in sede di accesso al conto corrente bancario di un professionista consentono di imputare in via presuntiva gli elementi da essi risultanti direttamente a ricavi dell'attività di lavoro autonomo svolta dal contribuente, il quale può comunque provare che determinati accrediti non costituiscono proventi della stessa attività. Tale prova deve però essere circostanziata e non può consistere nella mera affermazione che sul conto corrente confluivano anche somme di pertinenza di terzi.

(Cassazione civile Sentenza, Sez. Trib., 05/06/2008, n. 14847)

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