Il Commercialista in Rete

Decreto ingiuntivo e imposta di registro

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
Un decreto ingiuntivo emesso a favore di un fideiussore, che ha agito in via di regresso nei confronti del debitore principale, è soggetto all’imposta di registro in misura fissa o proporzionale?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
All’atto della registrazione di un decreto ingiuntivo, ottenuto dal fideiussore nei confronti del debitore principale nell’ambito dell’azione di regresso, si applica l’imposta di registro proporzionale nella misura del 3%, ai sensi dell’articolo 8, Tariffa, parte I, Dpr 131/1986. In tal caso, infatti, si è in presenza di un “provvedimento monitorio, recante una condanna al pagamento di somme o valori, senza involgere l’applicazione del principio di alternatività Iva/registro” (risoluzione n.22/E del 22 febbraio 2017).</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Decreto ingiuntivo e imposta di registro

Decreto ingiuntivo e imposta di registro

Un decreto ingiuntivo emesso a favore di un fideiussore, che ha agito in via di regresso nei confronti del debitore principale, è soggetto ...

Continua a leggere...»

Disabili gravi e detrazione premi assicurativi

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
Qual è il limite massimo di spesa previsto per la detrazione dei premi relativi alle assicurazioni finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
A partire dal 2016, per i premi versati in relazione ai contratti di assicurazione aventi per oggetto il rischio di morte finalizzati alla tutela delle persone con disabilità grave, il limite massimo di spesa ammessa alla detrazione è aumentato a 750 euro (in tutti gli altri casi, la detrazione è calcolata su un ammontare massimo del premio pari a 530 euro). La disabilità grave è definita dall’articolo 3, comma 3, legge 104/1992 ed è accertata con le modalità previste dall’ articolo 4della stessa legge. Nel caso in cui nel contratto di assicurazione siano indicati più beneficiari, uno dei quali abbia una grave disabilità, l’importo massimo detraibile deve essere ricondotto all’unico limite più elevato di 750 euro.</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Disabili gravi e detrazione premi assicurativi

Disabili gravi e detrazione premi assicurativi

Qual è il limite massimo di spesa previsto per la detrazione dei premi relativi alle assicurazioni finalizzate alla tutela delle persone co...

Continua a leggere...»

Quesito: omessa dichiarazione di successione

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
Se la dichiarazione di successione non è stata presentata, qual è il termine entro cui l’Agenzia delle entrate deve notificare l’avviso di liquidazione dell’imposta?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
In caso di omessa presentazione della dichiarazione di successione, l’avviso di liquidazione dell’imposta deve essere notificato, dall’ufficio competente, entro il termine di decadenza di cinque anni dalla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione omessa (articolo 27, comma 4, Dlgs 346/1990)</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Quesito: omessa dichiarazione di successione

Quesito: omessa dichiarazione di successione

Se la dichiarazione di successione non è stata presentata, qual è il termine entro cui l’Agenzia delle entrate deve notificare l’avviso di ...

Continua a leggere...»

Senza risposta al questionario ok all’accertamento induttivo

<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">In tema di accertamento delle imposte sui redditi, l’onere della prova dei presupposti dei costi e oneri deducibili concorrenti alla determinazione del reddito d’impresa, comprese la loro inerenza e la loro diretta imputazione ad attività produttive di ricavi, incombe sul contribuente e ha per oggetto anche la congruità dei medesimi.</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">È quanto ribadito dalla Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 20303 del 23 agosto 2017.</span><br />
<br />
<strong style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">La vicenda processuale</strong><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">L’ufficio, all’esito di indagini finanziarie e considerata la mancata risposta al questionario da parte del contribuente, emette l’avviso di accertamento induttivo per il periodo d’imposta 2007.</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">La persona fisica accertata impugna detto avviso di accertamento, eccependo un vizio di motivazione.</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">I giudici di merito, sia di primo che di secondo grado, accolgono le doglianze del ricorrente, affermando che l’ufficio abbia insufficientemente motivato il disconoscimento di parte dei costi ritenendoli generici e non documentati, considerata la sola mancata risposta al questionario.</span><br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Ricorre in Cassazione l’Agenzia delle entrate, lamentando la violazione del combinato disposto delle norme in materia di accertamento induttivo e ripartizione dell’onere della prova, per non aver la Ctr considerato che la ricostruzione induttiva dei costi si fonda su dati presuntivamente ricostruiti dall’Agenzia, a seguito del mancato riscontro del questionario ritualmente inviato al contribuente, sul quale, per l’effetto, grava l’onere di fornire la prova, atta a giustificare i componenti negativi del reddito imponibile.</span><br />
<br />
<strong style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">La pronuncia della Cassazione</strong><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">La suprema Corte, con il </span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">decisum </em><span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">in esame, si allinea al consolidato orientamento di legittimità in base al quale l’omessa risposta al questionario legittima l’accertamento induttivo dell’ufficio. Per l’effetto, spetta al contribuente, fornire la prova dei presupposti dei componenti negativi di reddito, comprese la loro inerenza e la loro diretta imputazione ad attività produttive di ricavi, nonché la loro congruità.</span><br />
<br />
<strong style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Osservazioni</strong><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">La lettera </span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">d-bis)</em><span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> del secondo comma dell’articolo 39, Dpr 600/1973, dispone che l’ufficio può procedere all’accertamento del reddito d’impresa in via induttiva, con facoltà di prescindere in tutto o in parte dalle risultanze del bilancio e dalle scritture contabili, avvalendosi anche di presunzioni prive dei requisiti di gravità, precisione e concordanza, “</span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">quando il contribuente non ha dato seguito agli inviti disposti dagli uffici ai sensi dell’art. 32, primo comma, numeri 3) e 4), del presente decreto o dell’art. 51, secondo comma, numeri 3) e 4), del D.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633</em><span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">”.</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Il legislatore, con la norma citata, avallato dalla giurisprudenza di legittimità (con orientamento consolidato sul punto - </span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">ex plurimis</em><span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">, si veda sentenza 28049/2009), pone l’omessa risposta al questionario tra i presupposti legittimanti l’accertamento induttivo.</span><br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">In particolare, come precisato dal precedente giurisprudenziale citato, la mancata risposta al questionario (come la mancata esibizione o trasmissione di atti, documenti, libri e registri, in risposta agli inviti dell’ufficio), producono l’effetto di impedirne la considerazione a favore del contribuente, a prescindere dalle ragioni soggettive determinanti l’omissione. La norma, invero, fa dipendere tale conseguenza dal fatto obiettivo dell’omissione, senza alcun riferimento alle motivazione della parte privata, ossia all’elemento psicologico del soggetto che omette di rispondere.</span><br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">È altresì consolidato l’orientamento di legittimità (si veda, Cassazione 11514/2001, 11240/2002, 4345/2003) in base al quale, in tema di accertamento delle imposte sui redditi, l’onere della prova dei presupposti dei costi e oneri deducibili concorrenti alla determinazione del reddito d'impresa, comprese la loro inerenza e la loro diretta imputazione ad attività produttive di ricavi, incombe al contribuente.</span><br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Inoltre, poiché nei poteri dell’amministrazione finanziaria in sede di accertamento rientra la valutazione della congruità dei costi e dei ricavi esposti nel bilancio e nelle dichiarazioni, con negazione della deducibilità di parte di un costo sproporzionato ai ricavi o all’oggetto dell’impresa, l’onere della prova dell’inerenza dei costi, gravante sul contribuente, pertanto, ha a oggetto anche la congruità dei medesimi (così anche Cassazione 11881/2017 e 19537/2016).</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="background-color: white; font-size: 14px;">Fonte: Agenzia Entrate</span></span></div>

Senza risposta al questionario ok all’accertamento induttivo

Senza risposta al questionario ok all’accertamento induttivo

In tema di accertamento delle imposte sui redditi, l’onere della prova dei presupposti dei costi e oneri deducibili concorrenti alla determi...

Continua a leggere...»

Quesito: canoni di locazione universitari fuori sede

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
La detrazione relativa ai canoni di locazione degli studenti universitari fuori sede, che eccede l’imposta lorda, può essere recuperata ai sensi del decreto 11 febbraio 2008?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
In presenza di tutte le condizioni richieste dalla legge, dall’ imposta lorda si detrae un importo pari al 19% dei canoni derivanti dai contratti di locazione stipulati o rinnovati ai sensi della legge 431/1998, dei canoni relativi ai contratti di ospitalità, nonché agli atti di assegnazione in godimento o locazione, stipulati con enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari legalmente riconosciuti, enti senza fine di lucro e cooperative, dagli studenti universitari fuori sede, per un importo non superiore a 2.633 euro (articolo 15, comma 1, lettera i-<em>sexies</em>, Tuir). In tale ipotesi, la detrazione eccedente l’imposta lorda non può essere recuperata. Infatti, le previsioni del decreto Mef 11 febbraio 2008, che, in base a quanto stabilito dall’ articolo 16, comma 1-<em>sexies</em>, Tuir, disciplina le modalità di recupero della detrazione eccedente, non possono essere estese anche al beneficio in esame poiché esse si applicano soltanto alle detrazioni per i canoni derivanti dai contratti di locazione dell’abitazione principale di cui all’articolo 16, Tuir, e alla specifica detrazione per conduttori di alloggi sociali prevista, per il triennio 2014-2016, dall’articolo 7, Dl 47/2014 (circolare n.7/e del 4 aprile 2017, pagina 109).</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Quesito: canoni di locazione universitari fuori sede

Quesito: canoni di locazione universitari fuori sede

La detrazione relativa ai canoni di locazione degli studenti universitari fuori sede, che eccede l’imposta lorda, può essere recuperata ai ...

Continua a leggere...»

Quesito: Bonus mobili ed elettrodomestici

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
Per il bonus mobili ed elettrodomestici, in caso di pagamento con carta di credito, quando si considera sostenuta la spesa?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Per beneficiare della detrazione Irpef relativa alle spese per l’arredo degli immobili ristrutturati (articolo 16, comma 2, DL 63/2013), i pagamenti possono essere effettuati, oltreché con bonifico bancario o postale, anche con carta di debito o credito. In questo caso, la data di pagamento è individuata nel giorno di utilizzo della carta di credito o di debito da parte del titolare (evidenziata nella ricevuta telematica di avvenuta transazione) e non nel giorno di addebito sul conto corrente del titolare stesso (circolare n.7/E del 31 marzo 2016, paragrafo 2.4).</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Quesito: Bonus mobili ed elettrodomestici

Quesito: Bonus mobili ed elettrodomestici

Per il bonus mobili ed elettrodomestici, in caso di pagamento con carta di credito, quando si considera sostenuta la spesa? Per benef...

Continua a leggere...»

Quesito: dichiarazione redditi ed esonero dalla presentazione

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
Lo scorso anno ho percepito solo compensi per attività sportiva dilettantistica. Sono obbligato a presentare il modello Redditi PF?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
È esonerato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi il contribuente che, con riferimento al periodo d’imposta considerato, possiede esclusivamente compensi derivanti da attività sportive dilettantistiche per un importo uguale o inferiore a 28.158,28 euro</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Quesito: dichiarazione redditi ed esonero dalla presentazione

Quesito: dichiarazione redditi ed esonero dalla presentazione

Lo scorso anno ho percepito solo compensi per attività sportiva dilettantistica. Sono obbligato a presentare il modello Redditi PF? È...

Continua a leggere...»

Quesito: manutenzione straordinaria e bonus mobili.

<br />

<br />
<div class="MsoPlainText">
A fronte di cil in cui si dichiara la manutenzione
straordinaria di due appartamenti per arrivare ad un accorpamento ovvero un
solo appartamento finale, Vorrei sapere se sia possibile usufruire per ciascuno
dei due immobili oggetto dei lavori di quote individuali per acquisto mobili e
detrazioni.</div>
<div class="MsoPlainText">
Mi chiedo cioè se per ciascun appartamento si possa
godere dei 10000 euro per bonus mobili e di 96000 euro per spese di
ristrutturazione.</div>

Quesito: manutenzione straordinaria e bonus mobili.

Quesito: manutenzione straordinaria e bonus mobili.

A fronte di cil in cui si dichiara la manutenzione straordinaria di due appartamenti per arrivare ad un accorpamento ovvero un solo app...

Continua a leggere...»

Quesito: deducibilità dei contributi per riscatto laurea

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
In che misura sono deducibili i contributi versati per il riscatto degli anni di laurea? E in quale quadro del modello Redditi PF devono essere indicati?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
I contributi previdenziali e assistenziali versati facoltativamente all’ente pensionistico di appartenenza sono integralmente deducibili dal reddito complessivo (articolo 10, comma 1, lettera e, Tuir). Nel novero di tali contributi rientrano anche quelli versati per il riscatto degli anni di laurea, sia ai fini pensionistici sia ai fini della buonuscita (articolo 2, comma 5-<em>bis</em>, legge 184/1997), che devono essere indicati nel quadro RP, sezione II (<em>Spese e oneri per i quali spetta la deduzione dal reddito complessivo</em>), rigo RP21, del modello Redditi PF.</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Quesito: deducibilità dei contributi per riscatto laurea

Quesito: deducibilità dei contributi per riscatto laurea

In che misura sono deducibili i contributi versati per il riscatto degli anni di laurea? E in quale quadro del modello Redditi PF devono es...

Continua a leggere...»

Comunicazione dati fatture: invio prorogato al 28 settembre

<span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Più tempo per trasmettere al Fisco i dati delle fatture. Il termine slitta dal 18 al 28 settembre.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">La proroga è prevista da un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">A darne notizia un comunicato stampa</span><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> diffuso dal ministero dell’Economia e delle Finanze.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">La comunicazione dei dati delle fatture emesse, ricevute e registrate (comprese le bollette doganali), nonché delle relative note di variazione, è stata introdotta dal Dl 193/2016, che ha modificato il previgente obbligo di trasmissione dei dati delle operazioni rilevanti ai fini Iva (“spesometro”), razionalizzando una serie di adempimenti comunicativi verso l’Agenzia delle entrate.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Per ogni fattura, vanno comunicati:</span><br />
<ul style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 1em 0px; padding-left: 2em; text-align: justify;">
<li style="margin: 0px; padding: 0px;">i dati identificativi del cedente/prestatore</li>
<li style="margin: 0px; padding: 0px;">i dati identificativi del cessionario/committente</li>
<li style="margin: 0px; padding: 0px;">la data del documento</li>
<li style="margin: 0px; padding: 0px;">la data di registrazione (per le sole fatture ricevute e le relative note di variazione)</li>
<li style="margin: 0px; padding: 0px;">il numero del documento</li>
<li style="margin: 0px; padding: 0px;">la base imponibile</li>
<li style="margin: 0px; padding: 0px;">l’aliquota Iva applicata e l’imposta (ovvero, se l’operazione non comporta l’annotazione dell’imposta nel documento, la tipologia dell’operazione).<br />L’adempimento riguarda tutti i titolari di partita Iva, tranne coloro che si avvalgono del regime speciale per i produttori agricoli situati nelle zone montane, i contribuenti forfetari e i “minimi”, cioè quelli che adottano il regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità.<br />Per il primo anno di applicazione (2017), ha cadenza semestrale: la comunicazione relativa al primo semestre dovrà essere inviata, dopo la proroga annunciata oggi, entro giovedì 28 settembre; quella per i restanti sei mesi andrà trasmessa entro il 28 febbraio 2018.<br />Dall’anno prossimo, a regime, la periodicità sarà trimestrale, con scadenza fissata all’ultimo giorno del secondo mese successivo a ogni trimestre (eccezion fatta per il secondo, i cui dati dovranno essere trasmessi entro il 16 settembre).</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 14px;">Fonte: Agenzia Entrate</span></span></div>

Comunicazione dati fatture: invio prorogato al 28 settembre

Comunicazione dati fatture: invio prorogato al 28 settembre

Più tempo per trasmettere al Fisco i dati delle fatture. Il termine slitta dal 18 al 28 settembre. La proroga è prevista da un decreto del p...

Continua a leggere...»

Cedolare secca: la proroga tardiva può essere oggetto di ravvedimento

<span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">È noto che, optando per il regime della cedolare secca (articolo 3, Dlgs 23/2011), il contribuente persona fisica può scegliere di tassare il reddito fondiario derivante dalla locazione di immobili abitativi con un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle imposte di registro e di bollo. L’aliquota sui canoni di locazione è del 21%, anziché quella corrispondente al proprio scaglione marginale, ulteriormente ridotta al 10% nel caso di affitto a canone concordato.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Una delle condizioni per fruire dell’agevolazione è la rinuncia all’aumento del canone di locazione. La </span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">ratio</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> della cedolare secca, quindi, non è solo far emergere il nero, ma anche calmierare il prezzo del mercato degli affitti.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Ciò posto, la circolare 26/2011 aveva chiarito che l’opzione doveva essere ripetuta in sede di comunicazione del rinnovo o proroga del contratto, barrando i campi del modello 69 (oggi sostituito dal modello Rli). I contribuenti che ignoravano tale obbligo, rischiavano di perdere i benefici del regime.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Nel tentativo di ovviare a tale situazione, la circolare 47/2012 aveva precisato che il contribuente avrebbe potuto fruire del regime della cedolare secca avvalendosi dell’istituto della remissione “</span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">in bonis</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">”, manifestando l’opzione nel termine per versare l’imposta di registro dovuta per le annualità successive, cioè entro trenta giorni dalla scadenza di ciascuna annualità (articolo 17, comma 3, del Tur).</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Recentemente, il legislatore è nuovamente intervenuto sulla questione con l’articolo 7-</span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">quater</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">, comma 24, del Dl 193/2016: “</span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">In caso di mancata presentazione della comunicazione relativa alla proroga, anche tacita, o alla risoluzione del contratto di locazione per il quale è stata esercitata l'opzione per l'applicazione della cedolare secca, entro trenta giorni dal verificarsi dell'evento, si applica la sanzione nella misura fissa pari a euro 100, ridotta a euro 50 se la comunicazione è presentata con ritardo non superiore a trenta giorni</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">”.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">In altri termini, nell’ipotesi di omessa o tardiva presentazione della comunicazione di proroga del contratto, il contribuente che ha tenuto un comportamento coerente con la volontà di applicare la cedolare secca, non decade più dal regime di favore per il quale ha già manifestato l’opzione, ma viene sanzionato solo con l’applicazione di una sanzione in misura fissa, commisurata in base alla gravità del ritardo. Nel caso concreto, come precisato dalla circolare 8/2017, il comportamento concludente consiste nel non aver versato l’imposta di registro dovuta annualmente sul canone di locazione per l’omologo periodo e, nel caso di presentazione della dichiarazione dei redditi, nell’avere barrato i campi previsti per indicare che il reddito derivante dal canone di locazione va assoggettato al regime della cedolare secca.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Si ricorda, infine, che, secondo la citata circolare 26/2011, per i contratti in itinere al momento di entrata in vigore della legge - in cui era generalmente previsto l’adeguamento del canone al “caro vita” - il locatore, per applicare la cedolare secca, doveva comunicare al conduttore di rinunciare a tale aumento mediante raccomandata. La rettifica del contratto assumeva, cosi, la stessa forma del contratto già stipulato ed era garantita la certezza della comunicazione.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">In questo contesto, alcuni contribuenti hanno sollevato dubbi in relazione all’applicabilità dell’istituto del ravvedimento operoso (articolo 13, Dlgs 472/1997) nonché alle modalità da seguire per comunicare la rinuncia all’aumento del canone, condizione per l’esercizio dell’opzione stessa.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Tali dubbi sono stati chiariti con la risoluzione 115/E</span><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> del 1° settembre 2017.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Con riferimento alla prima questione, secondo il documento di prassi, il legislatore ha introdotto una sanzione proporzionale alla gravità del comportamento tenuto dal contribuente, come dimostra la riduzione della stessa, da 100 a 50 euro nel caso in cui la proroga sia presentata con un ritardo non superiore a trenta giorni. A tale disposizione sanzionatoria è comunque applicabile la disciplina generale del ravvedimento operoso che permette al contribuente di rimediare in modo spontaneo alle omissioni e irregolarità commesse, per poter fruire della riduzione delle sanzioni, in proporzione al ritardo con cui avviene la regolarizzazione. È proprio dalla manifesta volontà di premiare un comportamento corretto che si ricava la tendenziale onnicomprensività dell’istituto, cioè la sua applicabilità alla totalità delle violazioni tributarie, con la sola eccezione di alcune fattispecie, che restano escluse per evidenti ragioni di politica tributaria (si pensi, ad esempio, alla compensazione del credito effettuata violando le disposizioni che disciplinano le agevolazioni per gli investimenti in aree svantaggiate - </span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">cfr</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">, articolo 62, comma 6, legge 289/2002).</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Pertanto, non può dubitarsi della generale applicabilità del ravvedimento, sia in base alla </span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">ratio</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">premiale dell’istituto sia in base al dato testuale. L’articolo 13 del Dlgs 472/1997, infatti, prevede che “</span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">la sanzione è ridotta</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">”, senza ulteriori precisazioni; inoltre, il comma 5 stabilisce che “</span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">le singole leggi ed atti aventi forza di legge possono stabilire ad integrazione di quanto previsto nel presente articolo, ulteriori circostanze che importino l’attenuazione della sanzione</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">”.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">In tal modo, il legislatore ha precisato che l’istituto del ravvedimento resta sempre applicabile anche nell’eventualità in cui altre norme primarie abbiano disposto specifiche riduzioni della sanzione.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">L’ipotesi è proprio quella che ricorre nel caso esaminato dalla risoluzione odierna che, come evidenziato, dispone il dimezzamento della sanzione nell’ipotesi in cui il contribuente comunichi la proroga (o la risoluzione) del contratto di locazione con un ritardo non superiore a trenta giorni.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">In particolare, viene precisato che, ai fini del calcolo della sanzione di cui all’articolo 3, comma 3, del Dlgs 23/2011, in conseguenza dell’applicazione del ravvedimento operoso, occorre tener conto del momento in cui viene sanato l’inadempimento.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Ciò significa che, se la comunicazione della proroga (o della risoluzione) del contratto di locazione in cedolare secca avviene con un ritardo non superiore a 30 giorni</span><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">, la sanzione è di 50 euro, ridotta in base alle percentuali previste dall’articolo 13 del Dlgs 472/1997, a seconda dei termini entro cui il contribuente si ravvede.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Se, invece, la comunicazione della proroga (o della risoluzione) avviene con un ritardo superiore a 30 giorni</span><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">, la sanzione base è di 100 euro, anche questa ridotta in base ai tempi in cui avviene la regolarizzazione.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> </span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Riguardo al secondo problema relativo alle modalità di comunicazione della rinuncia all’aumento del canone, cui resta subordinata la validità dell’opzione per l’applicazione della cedolare secca, la risoluzione chiarisce che la dichiarazione di rinuncia all’aumento del canone costituisce solo un modo per integrare il contratto in essere e l’invio della rinuncia a mezzo raccomandata ha la funzione di assicurare che la rinuncia sia stata effettivamente comunicata al conduttore.</span><br style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;" /><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">L’invio della raccomandata con la rinuncia all’aumento del canone, pertanto, è necessario solo se tale rinuncia non sia stata già prevista in sede di stipula del contratto (</span><em style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">cfr</em><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"> circolare 20/2012, paragrafo 9) e nell’ipotesi in cui la durata della precedente comunicazione di rinuncia, inviata a mezzo raccomandata, risultasse diversa e inferiore a quella del contratto di locazione stipulato tra le parti.</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">Fonte: Agenzia Entrate</span>

Cedolare secca: la proroga tardiva può essere oggetto di ravvedimento

Cedolare secca: la proroga tardiva può essere oggetto di ravvedimento

È noto che, optando per il regime della cedolare secca (articolo 3, Dlgs 23/2011), il contribuente persona fisica può scegliere di tassare i...

Continua a leggere...»

Quesito: detrazione recupero edilizio e unioni civili

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
Ai fini del "bonus ristrutturazioni", tra i familiari conviventi che hanno diritto al beneficio è incluso anche il componente dell’unione civile?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Tra i soggetti che hanno diritto alla detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio, purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture, è compreso anche il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento. Nel novero dei familiari rientrano il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado e il componente dell’unione civile. Con riguardo a quest’ultimo, infatti, la <a href="http://def.finanze.it/DocTribFrontend/getAttoNormativoDetail.do?ACTION=getSommario&id=%7b677417AD-05A5-4B03-BDA4-AC294B52207D%7d" style="color: #00396b; font-weight: bold; text-decoration-line: none;" target="_blank">l</a>egge 76/2016, per garantire la tutela dei diritti derivanti dalle unioni civili tra persone delle stesso sesso, equipara al vincolo giuridico derivante dal matrimonio quello prodotto dalle unioni civili, stabilendo che, a esclusione delle previsioni del codice civile non richiamate espressamente e quelle della legge sull’adozione, “<em>le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole coniuge, coniugi o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche a ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso</em>”. In tal caso, ferme restando le altre condizioni richieste dalla legge, la detrazione spetta anche se le abilitazioni comunali sono intestate al proprietario dell’immobile.</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Quesito: detrazione recupero edilizio e unioni civili

Quesito: detrazione recupero edilizio e unioni civili

Ai fini del "bonus ristrutturazioni", tra i familiari conviventi che hanno diritto al beneficio è incluso anche il componente del...

Continua a leggere...»

Quesito: Cedolare secca ed applicazione aliquota ridotta

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
In quali casi la disciplina della cedolare secca prevede l’applicazione dell’aliquota del 10%?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
L’applicazione della cedolare secca con aliquota ridotta del 10% è prevista, per il quadriennio 2014-2017 (15% a regime dal 2018), per i contratti di locazione che, oltre a essere riferiti a unità immobiliari ubicate nei comuni con carenze di disponibilità abitative (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia, nonché i comuni confinanti con gli stessi e gli altri comuni capoluogo di provincia) e negli altri comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), siano stipulati a canone concordato sulla base di appositi accordi tra le organizzazioni della proprietà edilizia e degli inquilini (articolo 9, comma 1, Dl 47/2014). L’aliquota ridotta è applicabile anche ai contratti transitori (ossia di durata da un minimo di un mese a un massimo di diciotto mesi), a condizione che siano stipulati a canone concordato e riguardino abitazioni ubicate nei predetti comuni (circolare 8/E del 7 aprile 2017, paragrafo 1.1), nonché a quelli stipulati nei comuni per i quali è stato deliberato, negli ultimi cinque anni precedenti il 28 maggio 2014 (data di entrata in vigore della legge di conversione del Dl 47/2014), lo stato di emergenza a seguito del verificarsi di eventi calamitosi (articolo 9, comma 2-<em>bis</em>, Dl 47/2014).</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Quesito: Cedolare secca ed applicazione aliquota ridotta

Quesito: Cedolare secca ed applicazione aliquota ridotta

In quali casi la disciplina della cedolare secca prevede l’applicazione dell’aliquota del 10%? L’applicazione della cedolare secca co...

Continua a leggere...»

Quesito: ravvedimento per comunicazioni Iva

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
L’omessa trasmissione delle comunicazioni dei dati delle fatture e delle liquidazioni periodiche Iva è regolarizzabile attraverso il ravvedimento?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Il decreto legge collegato alla manovra di bilancio 2017 (Dl 193/2016), allo scopo di contrastare l’evasione in materia di Iva, ha introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2017, due nuovi adempimenti telematici: la comunicazione trimestrale obbligatoria dei dati delle fatture emesse, di quelle ricevute e registrate (e delle relative note di variazione) e la comunicazione dei dati di sintesi delle liquidazioni periodiche Iva (articoli 21 e 21 bis, Dl 78/2010). Sotto il profilo sanzionatorio, per l’omissione o l’errata trasmissione dei dati delle fatture, è prevista l’applicazione della sanzione amministrativa di 2 euro per ogni fattura, con un limite massimo di 1.000 euro per ciascun trimestre; la sanzione è ridotta alla metà, entro il limite massimo di 500 euro, se la trasmissione è effettuata entro i quindici giorni successivi alla scadenza ordinaria ovvero se, nello stesso termine, è effettuata la trasmissione corretta dei dati (articolo 11, comma 2-<em>bis</em>, Dlgs 471/1997). L’omessa, incompleta o infedele comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche è, invece, punita con la sanzione amministrativa da 500 a 2mila euro, ridotta alla metà se la trasmissione è effettuata entro i quindici giorni successivi alla scadenza ovvero se, nel medesimo termine, è effettuata la trasmissione corretta dei dati (articolo 11, comma 2-<em>ter</em>, Dlgs 471/1997). La descritta disciplina sanzionatoria ha natura amministrativo-tributaria e, quindi, in assenza di una deroga espressa, a essa risulta applicabile l’istituto del ravvedimento operoso (articolo 13, Dlgs 472/1997). Ne deriva che le violazioni relative agli adempimenti in esame possono essere regolarizzate inviando la comunicazione omessa/errata e applicando alle relative sanzioni le riduzioni previste dalla disciplina del ravvedimento, a seconda del momento in cui interviene il versamento</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Quesito: ravvedimento per comunicazioni Iva

Quesito: ravvedimento per comunicazioni Iva

L’omessa trasmissione delle comunicazioni dei dati delle fatture e delle liquidazioni periodiche Iva è regolarizzabile attraverso il ravved...

Continua a leggere...»

Mediazione tributaria: nuovo limite di valore

<div class="view-data-field-testo-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px; font-style: italic; line-height: 20px; text-align: justify;">
Il nuovo limite di 50mila euro per le controversie oggetto di reclamo/mediazione si applica anche agli atti notificati nel 2017?</div>
<div class="view-lettera-1-postafiscooggi" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold; margin-bottom: 5px;">
<div class="view-data-field-firma-postafiscooggi-value">
<br /></div>
</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Con la manovra correttiva dei conti pubblici (Dl 50/2017) è stato aumentato il valore delle controversie rilevante per la mediazione tributaria. In base alla nuova formulazione dell’articolo 17-<em>bis</em>, Dlgs 546/1992 (come modificato dall’articolo 10, comma 1, Dl 50/2017), infatti, per le liti di valore non superiore a 50mila euro (in luogo dei 20mila previsti dalla normativa previgente), il ricorso produce anche gli effetti di un reclamo e può contenere una proposta di mediazione. Il nuovo limite, peraltro, si applica agli atti impugnabili notificati a decorrere dal 1° gennaio 2018 (articolo 10, comma 2, Dl 50/2017).</div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="view-data-field-risposta-quesito-value" style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: justify;">
Fonte: Agenzia Entrate</div>

Mediazione tributaria: nuovo limite di valore

Mediazione tributaria: nuovo limite di valore

Il nuovo limite di 50mila euro per le controversie oggetto di reclamo/mediazione si applica anche agli atti notificati nel 2017? Con ...

Continua a leggere...»

Iscriviti a: Post (Atom)

Top