Licenziamento per giusta causa.

La divulgazione, da parte di un dipendente, di notizie in grado di danneggiare l'immagine della struttura, può costituire giusta causa o giustificato motivo di licenziamento: viene infatti minata la fiducia, necessaria ai fini della permanenza del rapporto di lavoro, che il datore di lavoro deve poter riporre nel dipendente e che varia a seconda della natura e della qualità del singolo rapporto, della posizione delle parti, dell'oggetto delle mansioni e del grado di affidamento che queste richiedono.<br />(Cassazione civile Sentenza, Sez. Lav., 14/09/2007, n. 19232)

Licenziamento per giusta causa.

La divulgazione, da parte di un dipendente, di notizie in grado di danneggiare l'immagine della struttura, può costituire giusta causa o...

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Soggiorno per tirocinio e formazione professionale: condizioni di ammissione.

<p>È in vigore dal 2 ottobre 2007 il decreto legislativo che attua la direttiva n. 2004/114/CE, relativa alle condizioni di ammissione dei cittadini di Paesi terzi per motivi di studio, scambio di alunni, tirocinio non retribuito o volontariato.</p><p>(D.Lgs. 10/08/2007, n. 154, G.U. 17/09/2007, n. 216) </p>

Soggiorno per tirocinio e formazione professionale: condizioni di ammissione.

È in vigore dal 2 ottobre 2007 il decreto legislativo che attua la direttiva n. 2004/114/CE, relativa alle condizioni di ammissione dei citt...

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Leasing autoveicoli, possibili recuperi ai fini Iva.

<!-- Converted from text/rtf format --> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Le spese di ricondizionamento sono costi che, in particolare nel settore della locazione di autoveicoli, alla fine del periodo di leasing, vengono sostenuti dal cessionario per il ripristino delle condizioni del mezzo, affinché venga restituito al cedente così come era al momento iniziale. Le operazioni (prestazioni) di ripristino vengono del resto in questi casi effettuate, per espressa clausola contrattuale, dallo stesso locatore, che poi provvede a ricaricare il relativo costo sul locatario.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">La questione è la seguente: dato che il ripristino a carico del locatario attiene ai cosiddetti danni extrausura, cioè ai danni non collegati alla normale usura del mezzo, ma a sinistri o incidenti, la natura di tali operazioni, ai fini Iva, assume natura di mero risarcimento o di vera e propria prestazione contrattuale?</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">La tesi che sostiene la natura risarcitoria giunge alla conclusione che si tratta di somme escluse dal campo di applicazione dell'Iva, in base all'articolo 15, primo comma, n. 1, del Dpr 633/1972, alla stregua di un risarcimento convenzionale di un danno patrimoniale per inadempienza degli obblighi del conduttore, ex articolo 1590, primo comma, Cc.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">In realtà, tali norme non sono pertinenti alla fattispecie in esame.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Nel Dpr 633/1972, infatti, non c'è una norma specifica in materia di trattamento degli indennizzi pagati dal locatario in relazione a danni procurati nell'ambito di un rapporto di prestazioni o di leasing.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">L'articolo 15 del decreto Iva prende in esame precise fattispecie, prevedendone l'esclusione dal campo di applicazione dell'imposta: interessi moratori e altre penalità per irregolarità nell'adempimento da parte sia del cessionario o prestatore che del committente, valore dei beni ceduti a titolo di sconto, rimborso di somme anticipate per nome e per conto della controparte, ammontare degli imballaggi, quando per questi viene stabilita la resa, somme dovute a titolo di rivalsa dell'Iva.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Nessun accenno viene fatto a ipotesi di risarcimento danni o indennizzo.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Questo perché, in realtà, l'imposta sul valore aggiunto si applica soltanto in caso di cessioni e prestazioni, laddove è a tutti evidente che l'indennizzo o il risarcimento non rappresentano certo nè una cessione, né una prestazione.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Fattispecie diversa dall'indennizzo è però quella del cosiddetto "maggior compenso", contrattualmente stabilito e previsto in caso di eventi successivi alla contrattazione tra le parti del corrispettivo relativo a una data cessione o prestazione.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Mentre infatti l'indennizzo, avendo carattere risarcitorio, non è imponibile, il maggior compenso contrattualmente stabilito, sulla base di quanto disposto dagli articoli 13, comma 1, e 26, comma 1, del Dpr 633/1972, deve essere assoggettato all'Iva.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">È interessante a questo proposito riferire anche il pensiero della giurisprudenza in relazione a una vertenza sorta tra Amministrazione e contribuenti su un caso similare a quello in esame (oltretutto uno dei pochissimi precedenti giurisprudenziali sulla materia).</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">La Commissione tributaria centrale (sentenza n. 521 del 21 gennaio 1986) ha, infatti, riconosciuto la legittimità della detrazione dell'Iva applicata su un'ipotesi di "risarcimento" danni da prestazione contrattuale, dato che tale danno, secondo i giudici, si connetteva pur sempre all'esercizio d'impresa, per il rischio che ne era derivato e per l'obbligo contrattuale, espressamente previsto, di risarcire il committente dei danni subiti.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Se, dunque, il ragionamento è corretto in tema di detrazione, corrispondentemente, vale anche, dal punto di vista "attivo", nel caso di soggezione a imposta.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Si possono quindi evidenziare le seguenti conclusioni:</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">il contratto di leasing è di solito "full service", dato che comprende tutta una serie di spese relative a prestazioni accessorie, tra cui anche quelle di manutenzione e riparazione (che poi siano durante la locazione o a fine locazione, non cambia assolutamente niente) </FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">le spese in oggetto rientrano fra quelle indicate dall'articolo 13 Dpr n. 633/72 come "oneri accollati" al cessionario </FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">non si può parlare di inadempimento contrattuale e relativo risarcimento senza che vi sia un'apposita clausola penale, come tale qualificata (e questa, oltretutto, sia lecita alla luce delle recenti previsioni di tutela consumeristica, di cui all'articolo 1469-bis Cc; in caso contrario, del resto, sarebbe confermato che di risarcimento da clausola penale non si può in ogni caso parlare), e senza che neppure vi sia ipotesi di inadempimento colpevole della controparte </FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">accadimenti quali incidenti o sinistri, in particolare nel caso di autoveicoli, non sono "extra", ma piuttosto fisiologici all'attività di noleggio, nel senso che rientrano nel normale rischio di impresa, secondo l'id quod plerumque accidit </FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">tale rischio viene accollato nei casi in esame al cessionario, sotto forma di obbligo (contrattuale) di fare, finanche con l'indicazione delle specifiche modalità di esecuzione dell'obbligo stesso (riparazione da eseguire esclusivamente da parte del locatore). </FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Non si tratta quindi di indennità risarcitorie, ma di atto di volontà contrattuale con cui una delle parti si accolla l'onere del ricondizionamento (prestazione accessoria eventuale; come prestazioni accessorie, anch'esse eventuali, sono le spese, infralocazione, di assistenza, riparazione eccetera).</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Accollo di spese inerenti franchigie assicurative</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">In parte connesso con il caso sopra esaminato (e comunque di simile ratio), è anche un altro possibile recupero relativo a un'altra fattispecie, spesso riscontrabile in caso di società operanti nel campo del leasing di autoveicoli: l'accollo al cliente delle spese inerenti a franchigie assicurative.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Tra i servizi accessori e facoltativi di cui il cliente si può avvalere, è solitamente compresa anche una garanzia assicurativa, con cui la società concedente si impegna a fornire l'autoveicolo munito di alcune coperture assicurative, a esclusione comunque dei danni determinati da dolo o colpa grave del conduttore.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Per ogni evento in cui non sia possibile rivalersi su un responsabile civile terzo, viene però usualmente prevista una penalità fissa, considerata dai concedenti non soggetta a Iva, ai sensi dell'articolo 15 del Dpr 633/1972.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">In questo caso, a differenza del precedente, la società concedente qualifica espressamente questi importi come somme da penalità.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Il problema, dunque, consiste nel valutare se effettivamente di penalità si tratti.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">A ben vedere, si tratta in realtà di oneri della società (franchigie) accollati al cliente e che trovano la loro causale non nel rapporto società di leasing/cliente, ma in quello società di leasing/compagnia assicurativa e nell'evento esterno per cui per il sinistro occorso all'autoveicolo locato non è possibile rivalersi su un responsabile civile terzo.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">La franchigia, infatti, consiste in una quota di danno che non viene risarcita dall'assicurazione.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Essa rappresenta il limite inferiore oltre il quale il danno viene risarcito.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Sulla natura non risarcitoria della franchigia, del resto, nessun dubbio può sussistere.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">L'impresa assicuratrice, al verificarsi di ciascun sinistro, applica alla società contraente (la società di leasing, che però non è il soggetto assicurato) l'importo della franchigia fissa.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">La società di leasing, a sua volta, si rivale sul cliente assicurato (a cui compete, in diritto - in quanto assicurato -, il pagamento della franchigia) del relativo importo.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">In sostanza, mentre alla società di leasing (proprietario dei veicoli) spetta l'integrale risarcimento del danno, la franchigia, essendo di competenza dell'assicurato (il cliente) viene (giustamente) addebitata per rivalsa al cliente.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Del tutto inspiegabilmente, però, nel fare questo, la stessa società di leasing di solito "trasforma" la somma da franchigia in penalità contrattuale per inadempimento, escludendola, quindi, dal campo di applicazione Iva.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">L'addebito dei suddetti importi, in realtà, non costituisce una penale per inadempimento degli obblighi contrattuali, ma un onere verso terzi, accollato al committente in virtù di specifica clausola contrattuale e, pertanto, una somma concorrente alla base imponibile, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, del Dpr 633/1972.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Tale conclusione è tanto più evidente se solo si considera che negli eventi che danno luogo a "risarcimento" rientrano due fattispecie:</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">danni occasionati per responsabilità (o comunque con concorso di responsabilità) del conduttore </FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">danni patiti dal veicolo noleggiato per effetto di eventi naturali o in ogni caso non imputabili a responsabilità del conduttore medesimo. </FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Rimandando a quanto già sopra detto in ordine alla inconsistenza, anche per la prima fattispecie, della tesi della natura di "penale", è interessante appuntare l'attenzione sulla seconda.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">In tali ipotesi (eventi naturali eccetera) è indubbio, infatti, che il danno non possa imputarsi a un inadempimento contrattuale del cliente.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Nessun dubbio, quindi, potrà sussistere sul difetto di natura risarcitoria per inadempimento contrattuale del relativo costo accollato al cliente.</FONT></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"></SPAN></P> <P DIR=LTR><SPAN LANG="it"><I><FONT SIZE=2 FACE="Arial">Fonte: Agenzia Entrate.</FONT></I></SPAN><SPAN LANG="it"><I></I></SPAN></P>

Leasing autoveicoli, possibili recuperi ai fini Iva.

Le spese di ricondizionamento sono costi che, in particolare nel settore della locazione di autoveicoli, alla fine del periodo di leasing,...

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Marchio comunitario: l'utilizzo non autorizzato come insegna è lecito se non confonde il consumatore.

L'uso, da parte di un terzo che non vi sia stato autorizzato, di un segno identico ad un marchio registrato, per prodotti o servizi identici a quelli per cui tale marchio è stato registrato può essere vietato - conformemente all'art. 5, n. 1, letera a), direttiva n. 89/104/CEE, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa - solo se pregiudica o è idoneo a pregiudicare le funzioni del detto marchio e, in particolare, la sua funzione essenziale, che è di garantire ai consumatori l'origine dei prodotti o dei servizi.<br />(Corte Giust. CE Sentenza, Sez. Grande Sezione, 11/09/2007, n. C 17/06)

Marchio comunitario: l'utilizzo non autorizzato come insegna è lecito se non confonde il consumatore.

L'uso, da parte di un terzo che non vi sia stato autorizzato, di un segno identico ad un marchio registrato, per prodotti o servizi iden...

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Pagamento on line di riscatti e ricongiunzioni.

È disponibile da oggi il pagamento on-line dei contributi da riscatto e delle ricongiunzioni contributive. Il servizio, realizzato con la collaborazione di Posteitaliane, è raggiungibile nella sezione <a title="Servizi per il cittadino" href="http://www.inps.it/home/default.asp?iiDServizio=83">Servizi online per il Cittadino</a>. Per effettuare questa operazione è necessario registrarsi gratuitamente sul sito di Posteitaliane <a title="Poste italiane" href="http://www.inps.it/home/default.asp?sURL=http%3a%2f%2fwww.poste.it">www.poste.it</a>. La procedura prevede il pagamento di un singolo riscatto o di una sola ricongiunzione o di più riscatti e/o ricongiunzioni. Nel primo caso, l’utente accede al servizio inserendo il codice fiscale e il numero di pratica; se invece desidera effettuare più pagamenti si richiede anche l’inserimento del codice di identificazione personale (PIN). Posteitaliane, ricevuto il pagamento on line, invia alla e-mail dell’utente un codice BancoPosta che attesta l’avvenuta operazione. Il servizio permette di pagare i bollettini in qualunque giorno, anche festivo e nelle ore di chiusura degli uffici. Le commissioni dovute a Posteitaliane saranno a carico dell’utente, così come avviene per l’utilizzo dei bollettini di conto corrente postale. L’importo, anche per il pagamento con carta di credito, sarà evidenziato al momento dell’operazione.

Pagamento on line di riscatti e ricongiunzioni.

È disponibile da oggi il pagamento on-line dei contributi da riscatto e delle ricongiunzioni contributive. Il servizio, realizzato con la co...

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Marginali: unificare i regimi a forfait.

<span style="font-size: 10pt; font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size:100%;">In questi giorni devono essere prese scelte importanti riguardanti i regimi forfettari. L'Amministrazione Finanziaria presenterà ai rappresentanti delle categorie dei lavoratori autonomi una proposta sui minimi per poi formulare un pacchetto da presentare successivamente al Viceministro Vincenzo Visco. L'Agenzia delle Entrate invece presenta oggi alla Commissione degli esperti degli studi di settore un bozza per l'istituzione degli osservatori regionali che dovranno nascere entro il 31 dicembre. <br /></span> <!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br /> <!--[endif]--></span>

Marginali: unificare i regimi a forfait.

In questi giorni devono essere prese scelte importanti riguardanti i regimi forfettari. L'Amministrazione Finanziaria presenterà ai rapp...

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Addizionale comunale all'Irpef.

<span style="font-size: 10pt; font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size:100%;">La relazione annuale del Ministero dell'Interno sulla fiscalità degli enti locali fa emergere che sono soprattutto i Comuni di medie e grandi dimensioni che applicano l'addizionale comunale all'Irpef. La percentuale dei Comuni che fino ad oggi hanno imposto il pagamento dell'addizionale è del 74%. Nella relazione si fa presente che i Comuni del centro e del nord Italia sono i più propensi ad attivare le opportunità normative in materia finanziaria.</span> </span>

Addizionale comunale all'Irpef.

La relazione annuale del Ministero dell'Interno sulla fiscalità degli enti locali fa emergere che sono soprattutto i Comuni di medie e g...

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I rimborsi Iva auto fuori da Unico 2007.

<span style="font-size: 10pt; font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size:100%;">Lo slittamento del termine delle istanze di rimborso al 22 ottobre non rende più attuali le istruzioni ministeriali che imponevano di tenere conto nella dichiarazione dei redditi del 1° ottobre gli effetti del rimborso sul reddito 2006. I contribuenti infatti al momento della trasmissione di Unico potrebbero non aver ancora deciso se presentare la domanda o meno. L'Agenzia delle Entrate dovrà chiarire ed aggiornare i contenuti della circolare 28/E. </span><br /> <!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br /> <!--[endif]--></span>

I rimborsi Iva auto fuori da Unico 2007.

Lo slittamento del termine delle istanze di rimborso al 22 ottobre non rende più attuali le istruzioni ministeriali che imponevano di tenere...

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Il promotore finanziario produce reddito d’impresa. L’Irap è dovuta.

<p class="text">L'attività di promotore finanziario e produttore assicurativo produce reddito d'impresa ai fini fiscali, assoggettabile quindi all'Irap. L'autonoma organizzazione, che rappresenta il presupposto per l'imposizione al tributo regionale, è infatti connaturata alla nozione stessa di impresa. Il principio è stato anche affermato sia dalla Corte costituzionale sia, recentemente, dalla Cassazione.<br /><br />Questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui giunge l'agenzia delle Entrate con la <a href="http://dt.finanze.it/doctrib/PDF/Documento.pdf?Request=0&DocumentID=14000025420070914AENN40000013817600&Info=2,0,1" target="_blank"><b>risoluzione n. 254/E</b></a> del 14 settembre, in risposta all'istanza di interpello presentata da un contribuente che, invece, ritiene di non dover pagare l'Irap perché esercita la propria attività in assenza di una struttura organizzativa autonoma.<br />Il suo lavoro - sostiene -, anche se fiscalmente assimilabile al reddito d'impresa, è a carattere prettamente personale e professionale: i guadagni percepiti sono basati sul numero di contratti finanziari e assicurativi sottoscritti e, per il proprio lavoro, si serve principalmente di servizi (pc, stampante, linea telefonica, ufficio ecc.) messi a disposizione dalle società per cui lavora e non si avvale di collaboratori esterni. Di conseguenza - conclude - l'attività è svolta senza una struttura organizzativa e, quindi, non è obbligato al versamento dell'Irap.<br />A sostegno della propria tesi, richiama recenti sentenze della Corte di cassazione in cui si stabilisce che il contribuente non è tenuto al versamento dell'imposta quando è inserito in una struttura organizzativa di cui non è responsabile.<br /><br />I tecnici dell'Amministrazione innanzi tutto ribadiscono i principi espressi dalla Cassazione: l'autonoma organizzazione ricorre quando il contribuente non è inserito in strutture organizzative riferibili ad altri e impiega beni eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività senza organizzazione o si avvale in modo non occasionale di lavoro altrui; l'accertamento di queste condizioni compete al giudice di merito.<br /><br />Tuttavia, i criteri appena elencati riguardano esclusivamente le attività produttive di reddito di lavoro autonomo e non trovano applicazione nel caso in esame in quanto l'attività svolta dal promotore finanziario produce reddito d'impresa che, di conseguenza, risulta assoggettabile all'Irap.<br />Difatti, sia la Corte costituzionale (sentenza n. 156/2001) che la Cassazione (sentenza n. 3678/2007) hanno espresso il principio che solo l'attività professionale può essere svolta in assenza di organizzazione di capitali, mentre per le imprese il requisito dell'organizzazione è intrinseco alla natura stessa dell'attività.</p><br /><p class="text"><span style="font-style: italic;">Fonte: </span><span class="text-"><span style="font-style: italic;">Alessandra Gambadoro - Agenzia Entrate.</span><br /></span></p>

Il promotore finanziario produce reddito d’impresa. L’Irap è dovuta.

L'attività di promotore finanziario e produttore assicurativo produce reddito d'impresa ai fini fiscali, assoggettabile quindi all&...

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Rimborsi Iva auto aziendali, nessuna preclusione ai non residenti.

Anche i contribuenti non residenti, che non si sono identificati direttamente e che non hanno nominato un rappresentante fiscale in Italia, possono presentare istanza di rimborso dell'Iva assolta sulle "auto aziendali". Alla domanda, da produrre al Centro operativo di Pescara, devono essere allegati gli originali delle fatture di acquisto e delle bollette doganali di importazione nonché un'attestazione rilasciata dall'Amministrazione dello Stato membro comprovante la qualità di soggetto d'imposta del richiedente.<br />Questi gli importanti chiarimenti forniti dall'agenzia delle Entrate con la <a href="http://dt.finanze.it/doctrib/PDF/Documento.pdf?Request=0&DocumentID=14200005120070917AENNB6000013738800&Info=2,0,1" target="_blank"><b>circolare n. 51/E</b></a> del 17 settembre.<br /><br />La vicenda prende le mosse dalla sentenza della Corte di giustizia europea, con la quale è stata sancita l'incompatibilità con la sesta direttiva comunitaria delle limitazioni alla detrazione dell'Iva assolta sugli acquisti di ciclomotori, motocicli, autovetture e autoveicoli, e sulle altre spese accessorie (carburanti e lubrificanti, impiego, custodia, manutenzione, riparazione ecc.) da parte di imprenditori, artisti e professionisti (articolo 19-<i>bis</i>1, lettere c) e d), Dpr n. 633/1972).<br /><br />Per disciplinare le modalità per il recupero dell'imposta non detratta, è stato emanato il Dl 258/2006, che ha ammesso al rimborso i soggetti passivi che hanno effettuato acquisti nel periodo 1 gennaio 2003 - 13 settembre 2006.<br />In particolare, l'articolo 1 ha disciplinato due modalità di rimborso: la prima, forfetaria, attivabile tramite istanza da presentare per via telematica; la seconda, invece, consente al contribuente di individuare analiticamente la misura della detrazione spettante e di chiederne il rimborso presentando istanza ai sensi dell'articolo 21 del Dlgs 546/1992.<br /><br />Con provvedimento direttoriale del 22 febbraio, sono state definite le modalità per la richiesta di rimborso e le percentuali di detrazione per la richiesta forfetaria dell'Iva non detratta. Nessuna disposizione specifica è stata prevista per i soggetti non residenti.<br /><br />Con la circolare in commento, l'agenzia delle Entrate precisa, in via preliminare, che le disposizioni del Dl n. 258/2006, per evitare una ingiustificata disparità di trattamento, si applicano anche ai soggetti non residenti, sempreché siano soddisfatte le condizioni individuate dall'articolo 38-<i>ter</i> del Dpr 633/1972.<br /><br />Circa le modalità di accesso al rimborso, andrà utilizzato lo stesso modello valido per tutti i contribuenti, approvato con provvedimento direttoriale del 22 febbraio 2007. L'istanza dovrà essere presentata direttamente o mediante servizio postale al Centro operativo di Pescara, struttura a cui è attribuita la competenza a gestire i rimborsi Iva per i soggetti non residenti.<br />Alla domanda dovranno essere allegati gli originali delle fatture di acquisto e delle bollette doganali di importazione nonché un'attestazione rilasciata dall'Amministrazione dello Stato membro comprovante la qualità di soggetto d'imposta del richiedente, sempreché tali documenti non siano già stati consegnati all'Amministrazione finanziaria.

Rimborsi Iva auto aziendali, nessuna preclusione ai non residenti.

Anche i contribuenti non residenti, che non si sono identificati direttamente e che non hanno nominato un rappresentante fiscale in Italia,...

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Rimborsi Iva auto, nuova scadenza al 20 ottobre.

<span style="font-size: 8pt; font-family: "Verdana","sans-serif"; color: black;"><span style="font-size:100%;">Più tempo per i rimborsi Iva auto. I contribuenti avranno un mese in più per presentare le istanze relative alla sentenza Ue dello scorso anno. Lo slittamento al 20 ottobre è contenuto in un Dpcm in via di perfezionamento. La nuova proroga segue quella che aveva già spostato il termine dal 15 aprile al 20 settembre ed è stata decisa per venire incontro alle esigenze dei contribuenti interessati che hanno rappresentato difficoltà a determinare l'importo da chiedere a rimborso.</span> </span>

Rimborsi Iva auto, nuova scadenza al 20 ottobre.

Più tempo per i rimborsi Iva auto. I contribuenti avranno un mese in più per presentare le istanze relative alla sentenza Ue dello scorso an...

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Il trust trova le regole fiscali.

<span style="font-size: 10pt; font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size:100%;">L'Agenzia delle Entrate con la circolare numero 48/E del 6 Agosto 2007 ha analizzato il trattamento fiscale del trust dopo le novità introdotte dalla Legge Finanziaria 2007.<br />La circolare era attesa per poter comprendere in modo più chiaro l'applicazione delle imposte indirette agli atti di apporto di beni diritti al trust. Il contenuto principale della circolare chiarisce che il conferimento dei beni nel trust va assoggettato alle imposte sulle successioni e donazioni in misura proporzionale. </span><br /> <!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br /><!--[endif]--></span>

Il trust trova le regole fiscali.

L'Agenzia delle Entrate con la circolare numero 48/E del 6 Agosto 2007 ha analizzato il trattamento fiscale del trust dopo le novità int...

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Tfr, multe in agguato sui conteggi.

<span style="font-size: 10pt; font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size:100%;">Con la riforma del Tfr molte cose sono cambiate. Nasce il fondo di tesoreria dell'Inps destinato al Tfr nelle grandi aziende e ritornano i fondi pensione che accolgono il Tfr come previdenza integrativa. Nello specifico il datore di lavoro deve accantonare a titolo di Tfr all'Inps una quota che assume la natura di contribuzione previdenziale equiparata a quella obbligatoria dovuta a carico del datore di lavoro. Il mancato o tardivo versamento determina l'applicazione di un sistema sanzionatorio e questo impone controlli, circa le norme coinvolte e richiede attenzione e conoscenza del Tfr. </span><br /> <!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br /> <!--[endif]--></span>

Tfr, multe in agguato sui conteggi.

Con la riforma del Tfr molte cose sono cambiate. Nasce il fondo di tesoreria dell'Inps destinato al Tfr nelle grandi aziende e ritornano...

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Meno ostacoli al marchio-insegna.

<span style="font-size: 10pt; font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size:100%;">La Corte di Giustizia delle Comunità Europee, nella sentenza depositata l'11 settembre 2007, ha optato per una protezione attenuata per i marchi registrati utilizzati da altre società come denominazione sociale o come insegna di un negozio, a condizione che il segno non sia usato per prodotti identici a quelli fabbricati dall'azienda che ha registrato per la prima volta il marchio ma solo per segnalare l'esercizio commerciale. La pronuncia è importante in quanto fissa le condizioni per l'utilizzo da parte di una società esterna. </span><br /> <!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br /> <!--[endif]--></span>

Meno ostacoli al marchio-insegna.

La Corte di Giustizia delle Comunità Europee, nella sentenza depositata l'11 settembre 2007, ha optato per una protezione attenuata per ...

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L'Irap resta fra le priorità.

<span style="font-size: 10pt; font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size:100%;">Il Governo si sta muovendo per modificare l'Ires, tale riforma modificherà anche l'Irap. Tale imposta è uno dei tributi più contestati sia in Italia in quanto non è mai stata concessa l'esenzione a determinati contribuenti e sia in Europa per i dubbi di sovrapposizione con l'Iva da parte della Commissione Europea. La Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sull'indeducibilità del tributo regionale dalle imposte personali. </span><br /><br /> <!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br /> <!--[endif]--></span>

L'Irap resta fra le priorità.

Il Governo si sta muovendo per modificare l'Ires, tale riforma modificherà anche l'Irap. Tale imposta è uno dei tributi più contesta...

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