Proventi illeciti conseguiti dai professionisti sleali.

I proventi illeciti conseguiti dai professionisti sleali sono redditi diversi e, come questi, vanno sottoposti a tassazione. È il caso del commercialista che non versa all’erario le somme ricevute dal proprio cliente e se ne appropria. La Cassazione, con l’ordinanza n. 37 del 5 gennaio, si sofferma sulla retroattività della norma tributaria contenuta nell’articolo 36, comma 34-bis del Dl 223/2006, che, nell’impossibilità di inquadrare tali proventi in una delle categorie reddituali previste dall’articolo 6 del Tuir, li riconduce nei redditi diversi. <br /> <br />Gli introiti derivanti da attività illecite sono stati per anni argomento di studio e discussione, proprio in merito alla loro qualificazione e al relativo trattamento fiscale. A superare l’impasse determinato dalla complessa interpretazione dell’articolo 14 della legge 537/1993, nel quale si afferma che “nelle categorie di reddito di cui all’articolo 6, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, …, devono intendersi ricompresi, se in esse classificabili, i proventi derivanti da fatti, atti o attività qualificabili come illecito civile, penale o amministrativo se non già sottoposti a sequestro o confisca penale. I relativi redditi sono determinati secondo le disposizioni riguardanti ciascuna categoria”, è arrivato nel 2006 il decreto legge “Visco-Bersani” che, con il comma 34-bis dell’articolo 36, ha fornito l’auspicata interpretazione autentica dell’articolo 14, disponendo l’assimilazione ai redditi diversi di quei proventi che non possono essere ricondotti alle altre categorie reddituali.<br /> <br />Tanto premesso per comprendere la novità dell’ordinanza.<br />Il professionista ricorrente in Cassazione, infatti, pensava di riuscire a spuntarla perché i fatti in questione erano accaduti in un periodo antecedente l’entrata in vigore del Dl 223/2006 e, come noto, per le norme tributarie vige il principio di irretroattività (articolo 3, legge 212/2000). A sfatare la convinzione del contribuente sono intervenuti i giudici di legittimità, precisando che la disposizione in questione ha efficacia retroattiva in quanto interpretativa.<br /> <br />Inoltre, poiché le norme interpretative in materia tributaria, sempre secondo la legge 212 (articolo 1), possono essere adottate solo in casi eccezionali, ci sta a pennello l’inequivoca espressione “si interpreta” adoperata dal legislatore al momento di emanazione della disposizione di interpretazione autentica.<br /> <br />La Suprema corte ha, pertanto, respinto il ricorso e confermato la sentenza della Ctr Toscana che aveva avallato la legittimità degli avvisi di accertamento Irpef e Ilor (per gli anni 1996/1999) emessi nei confronti del professionista.<br /><br /><br /><em>Fonte: Agenzia Entrate</em>

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Sanzioni professionista mancato invio dichiarazione dei redditi

<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1qgen-u49Qnq3-mIfpkNLwzgmMoyPZA_FwlmzgJ_0F-jc-k4Xl2BtEK33EGq_0hyM_67hUtXb5hkl2kM96cmfKabmjlOg8ZK_Al1jK_iUfIgO61k_nuAyic54tUug8l_XzecfEA/s1600-h/serrvice42.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5410880633712084018" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1qgen-u49Qnq3-mIfpkNLwzgmMoyPZA_FwlmzgJ_0F-jc-k4Xl2BtEK33EGq_0hyM_67hUtXb5hkl2kM96cmfKabmjlOg8ZK_Al1jK_iUfIgO61k_nuAyic54tUug8l_XzecfEA/s200/serrvice42.jpg" style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" /></a><br />Non è punibile il contribuente che sia incorso in violazioni imputabili al professionista, anche in mancanza di una sentenza penale definitiva a carico del professionista stesso. Infatti la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25136, conferma che l'esonero da sanzioni opera anche al di fuori della fattispecie disciplinata nell'articolo 1, legge 423/1995. <br />Nel caso in oggetto, un contribuente era rimasto vittima della condotta illecita del professionista incaricato della consulenza tributaria e contabile, il quale non aveva presentato la dichiarazione, né aveva provveduto a versare le imposte. A fronte dell'accertamento dell'Amministrazione finanziaria, la parte ha chiesto l'esonero da sanzioni. Il Fisco ha però osservato che difettavano le condizioni previste all'articolo 1, della legge 423, che prevede l'annullamento delle sanzioni solo in presenza di sentenza di condanna irrevocabile.<br />La Cassazione ha osservato come la previsione richiamata dall'Amministrazione non esaurisca la casistica dell'esonero da sanzioni. In base all'articolo 6 del decreto legislativo 472/97, infatti, il contribuente non è punibile quando il pagamento del tributo non è stato eseguito per un fatto denunciato all'autorità giudiziaria. Poiché, in virtù del principio di non contestazione, risultava acclarato in atti che il soggetto passivo aveva presentato denuncia a carico del professionista, e poiché la disposizione del 1997 non richiede l'esistenza di un giudicato penale, le sanzioni sono state conseguentemente annullate<br /><br />Fonte: http://informazionefiscaleinrete.blogspot.com/

Sanzioni professionista mancato invio dichiarazione dei redditi

Non è punibile il contribuente che sia incorso in violazioni imputabili al professionista, anche in mancanza di una sentenza penale definiti...

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Induttivo per versamenti di soggetti estranei all’attività professionale.

Non basta a superare la presunzione legale relativa di redditualità dei versamenti bancari risultanti dai conti del professionista, la circostanza che i versamenti stessi siano stati effettuati da un soggetto radicalmente estraneo all’attività del soggetto accertato, ad esso legato solo da rapporti di tipo personale. Con la sentenza n. 24933 depositata lo scorso 26 novembre, la Corte di Cassazione torna sugli accertamenti bancari sui conti dei professionisti, per chiarire che non è sufficiente ad integrare la prova liberatoria richiesta dall’art. 32, comma 1, n. 2), D.P.R. n. 600/1973 (al fine di superare la presunzione legale relativa di redditualità dei versamenti bancari risultanti dai conti del contribuente) la circostanza - attestata in giudizio dalle distinte di versamento e dagli assegni bancari - che i versamenti stessi siano stati operati da un soggetto privo di collegamento alcuno con l’attività professionale del soggetto accertato e legato a quest’ultimo esclusivamente da rapporti personali, quando mancano fatture che giustifichino la causale dei versamenti. <br /><br />Deve quindi essere respinto il ricorso avanzato dal professionista contro l’avviso di accertamento induttivo fondato sui versamenti che il fratello della convivente ha fatto sul suo conto corrente e giustificati, secondo le dichiarazioni del contribuente, dalla necessità di pagare lavori di ristrutturazione, peraltro non fatturati.<br /><br />(Cassazione civile Sentenza, Sez. Trib., 26/11/2009, n. 24933)<br /><br /><br /><em>Fonte: IPSOA</em>

Induttivo per versamenti di soggetti estranei all’attività professionale.

Non basta a superare la presunzione legale relativa di redditualità dei versamenti bancari risultanti dai conti del professionista, la circo...

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Commercialisti. E-mail certificata con ritardo tollerato.

L'Ordine dei Commercialisti precisa che il termine del 29 Novembre, per la comunicazione dell'indirizzo PEC, rappresenta un termine ordinatorio e non perentorio e va rispettata compatibilmente alle reali possibilità di dotarsi di firma digitale e PEC.

Commercialisti. E-mail certificata con ritardo tollerato.

L'Ordine dei Commercialisti precisa che il termine del 29 Novembre, per la comunicazione dell'indirizzo PEC, rappresenta un termine ...

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Quesito: prestazione occasionale per azienda straniera senza iva articolo 7 legge 633.

io sono un libero professionista tedesco que vive a milano<br />devo fare una prestazione occasionale (poce ore) per una ditta in germania. mi e stato detto che alla base del articolo 7 legge 633 posso fare la fattura senza iva, ne la ritenuta d'acconto (perche ovviamente la dita tedesca non sa come trattare questo)<br />e corretto questo?

Quesito: prestazione occasionale per azienda straniera senza iva articolo 7 legge 633.

io sono un libero professionista tedesco que vive a milano devo fare una prestazione occasionale (poce ore) per una ditta in germania. mi e ...

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Quesito: parcella commercialista.

Nel calcolare la sua parcella, il commercialista che ha redatto una relazione di stima per stimare il valore della quota di partecipazione societaria (in srl) ai fini della donazione della quota stessa ed ai fini della rivalutazione della partecipazione deve utilizzare l'art. 31 della tariffa del suo Ordine professionale al punto e) oppure (come penso) al punto d) ? Inoltre, sempre all'art. 31 suddetto, vale il n. 2) oppure il n. 3) ?. Qualora valgano il punto d) e quindi il n. 2, occorre sempre fare riferimento alla quota da stimare percui il calcolo di cui alla lettera C (sempre art. 31) va fatto in proporzionealla quota ?. Cortesemente fornitemi spiegazioni ed esempi.

Quesito: parcella commercialista.

Nel calcolare la sua parcella, il commercialista che ha redatto una relazione di stima per stimare il valore della quota di partecipazione s...

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Cessazione attività del professionista.

<p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La cessazione dell’attività per il professionista non può che passare per la chiusura totale di tutti i suoi rapporti giuridici pendenti. Non basta, cioè, astenersi dal porre in essere ulteriori prestazioni, essendo necessaria anche la fatturazione di tutte quelle già eseguite e non ancora monetizzate, nonché la dismissione dei beni strumentali. Allo stesso modo, nel caso resti “da riscuotere” una sola fattura attiva con Iva a esigibilità differita, l’unica strada per “chiudere la partita”, prima dell’incasso, passa per il versamento dell’imposta indicata nel documento. E’, in sintesi, la precisazione dell’agenzia delle Entrate, contenuta nella risoluzione n. 232/E del 20 agosto.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;"></span></span> </p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il quesito</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">I chiarimenti sul corretto comportamento da tenere erano stati chiesti da un ragioniere che intendeva cancellarsi dal relativo albo, previa chiusura della partita Iva. L’unica “pendenza” per il professionista era rappresentata da una fattura con Iva a esigibilità differita, emessa nei confronti di una Asl e da quest’ultima, peraltro, contestata.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;"></span></span> </p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La soluzione da lui proposta, considerato anche che la controversia con l’Azienda sanitaria aveva preso la strada delle aule giudiziarie, consisteva nell’emissione di una nota di credito.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;"></span></span> </p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">La risposta dell’Agenzia</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Che l’attività del professionista non potesse considerarsi cessata fino a che fosse rimasto in piedi un solo credito professionale era già stato puntualizzato dall’Agenzia con la circolare n. 11/2007.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;"></span></span> </p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">In sostanza, come già anticipato, nel caso in cui la fatturazione della prestazione non anticipi l’incasso, solo la riscossione del credito, momento in cui - in tali casi - l‘Iva diviene esigibile, permette la “chiusura dei battenti”.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Si ricorda che la regola generale, per le prestazioni di servizi, è quella per cui l’operazione si considera effettuata all’atto del pagamento del corrispettivo, ovvero nel momento, anteriore, in cui sia emessa fattura.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;"></span></span> </p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Così, nei casi di operazioni già fatturate ma per le quali l’Iva diventa esigibile solo al momento del pagamento del corrispettivo (tra le quali, appunto, le cessioni dei beni e le prestazioni di servizi fatte alle Asl –articolo 6, Dpr 633/1972), non c’è la possibilità di chiudere la partita Iva fino all’incasso (sempreché questo sia ritenuto “ragionevolmente possibile” perché, ad esempio, non sia ancora intervenuta la prescrizione). Tutto ciò a meno che il professionista non provveda ad “anticipare” il versamento dell’imposta sul valore aggiunto addebitata, oppure, come nel caso in esame, non voglia attendere l’esito del procedimento pendente relativo al credito contestato.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><br /><p dir="ltr"><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i><span style="font-family:Arial;">Fonte: Agenzia Entrate</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i></i></span></p>

Cessazione attività del professionista.

La cessazione dell’attività per il professionista non può che passare per la chiusura totale di tutti i suoi rapporti giuridici pendenti. No...

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Costituzione di un'associazione professionale.

<p>Non assume rilevanza fiscale l’apporto gratuito della clientela personale di un professionista alla costituzione di uno studio associato, anche se l’operazione rientri tra i parametri considerati per la fissazione delle quote di partecipazione agli utili. Così ha precisato l’Agenzia delle Entrate.<br /></p><p>(<a href="http://www.finanze.gov.it/export/download/novita09/ris_n_177E_del_9_luglio_2009.pdf">risoluzione n. 177/e del 9 luglio 2009</a> )</p><p><em>Fonte: Min.Finanze</em></p>

Costituzione di un'associazione professionale.

Non assume rilevanza fiscale l’apporto gratuito della clientela personale di un professionista alla costituzione di uno studio associato, an...

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Professionista con IRAP anche con un solo dipendente.

La Corte di Cassazione ha stabilito l'assoggettamento all'irap di un professionista che si avvale della collaborazione anche di un solo dipendente part-time.

Professionista con IRAP anche con un solo dipendente.

La Corte di Cassazione ha stabilito l'assoggettamento all'irap di un professionista che si avvale della collaborazione anche di un s...

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Professionista con studio in casa senza IRAP.

Con Sentenza del 26/06/2009 la Corte di Cassazione ha stabilito che i professionisti con studio professionale ubicato nella propria abitazione non sono tenuti al pagamento dell'Irap, in quanto non risulta presente il requisito dell'attività autonomamente organizzata, in particolare per il professionista che utilizza una stanza della propria casa impiegando beni non eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività. <br />(Corte di Cassazione - Sentenza del 26 Giugno 2009 n. 15110)

Professionista con studio in casa senza IRAP.

Con Sentenza del 26/06/2009 la Corte di Cassazione ha stabilito che i professionisti con studio professionale ubicato nella propria abitazio...

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Quesito: prestazione occasionale professionista.

Sono architetto iscritto all'albo ma dipendente in quanto insegnante. Non ho partita IVA. Per una prestazione come coordinatore della sicurezza devo prendere partita? Io credo di si ma vorrei una conferma.

Quesito: prestazione occasionale professionista.

Sono architetto iscritto all'albo ma dipendente in quanto insegnante. Non ho partita IVA. Per una prestazione come coordinatore della si...

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Imputazione dei compensi percepiti mediante titoli di credito.

Il titolo di credito emesso quale corrispettivo di una prestazione professionale si intende percepito e, conseguentemente, deve essere imputato nella determinazione del reddito di lavoro autonomo, al momento dell’emissione. E' irrilevante il momento dell’effettivo incasso. E’ quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate.<br /><br />(<a href="http://www.finanze.gov.it/export/download/novita09/Ris138E_2009.pdf">risoluzione n. 138/e del 29 maggio 2009</a> )<br /><br /><em>Fonte: Min.Finanze</em>

Imputazione dei compensi percepiti mediante titoli di credito.

Il titolo di credito emesso quale corrispettivo di una prestazione professionale si intende percepito e, conseguentemente, deve essere imput...

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Nuovo canale di comunicazione dei professionisti.

<p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il dialogo tra Amministrazione fiscale e professionisti diventa sempre più fluido,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">attraverso nuovi strumenti di accesso ai servizi di assistenza. In particolare, l’Agenzia</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">delle Entrate ha attivato una casella di posta elettronica dedicata per fornire chiarimenti</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">sulle comunicazioni di irregolarità relative al controllo automatizzato delle dichiarazioni</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">UNICO SC 2007, presentate per il periodo d’imposta 2006 dalle società di capitali.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Il servizio è a disposizione degli iscritti all’Ordine dei dottori commercialisti e degli</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">esperti contabili, a quello dei consulenti del lavoro e ai consulenti tributari, dotati di</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">posta elettronica certificata.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">I professionisti interessati a questo nuovo canale “dedicato” possono rivolgersi</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">all’Ordine o Associazione di appartenenza per conoscere l’indirizzo di posta elettronica</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">e le relative modalità operative.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Le richieste di assistenza saranno gestite dal Centro operativo di Venezia, ufficio</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">funzionalmente collegato alla Direzione Centrale Servizi ai Contribuenti,</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">particolarmente esperto in materia di trattamento delle dichiarazioni presentate dalle</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">società di capitali.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">I professionisti hanno quindi a disposizione un nuovo servizio di assistenza che va ad</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">aggiungersi agli altri già forniti dall’Agenzia, sia attraverso il call center - 848.800.444</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">– sia presso gli uffici locali dislocati su tutto il territorio nazionale.</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><br /><p dir="ltr"><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i><span style="font-family:Arial;">Fonte: Agenzia Entrate</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i></i></span></p>

Nuovo canale di comunicazione dei professionisti.

Il dialogo tra Amministrazione fiscale e professionisti diventa sempre più fluido, attraverso nuovi strumenti di accesso ai servizi di assis...

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IRAP. Non pagano i ragionieri consulenti e membri di collegi sindacali.

<p dir="ltr"><span lang="it"></span><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Non è quindi assoggettato ad IRAP il professionista (si tratta, nella specie, di un ragioniere che opera in qualità di consulente e membro di collegi sindacali) che, per l’esercizio della professione, si avvale della struttura organizzativa di terzi. </span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">Lo ha chiarito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 12653/2009, ricordando che i presupposti dell’IRAP per gli esercenti attività professionali sono, infatti, costituiti: </span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">•dal possesso da parte del contribuente di beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio della professione;</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">•dall’avvalersi in modo non occasionale di lavoro altrui.</span></span></p><p dir="ltr"><span lang="it"><span style="font-family:Arial;">(Cassazione civile Ordinanza, Sez. Trib., 28/05/2009, n. 12653)</span></span><span lang="it"></span><span lang="it"></span></p><br /><p dir="ltr"><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i><span style="font-family:Arial;">Fonte: IPSOA</span></i></span><span lang="it"><i></i></span><span lang="it"><i></i></span></p>

IRAP. Non pagano i ragionieri consulenti e membri di collegi sindacali.

Non è quindi assoggettato ad IRAP il professionista (si tratta, nella specie, di un ragioniere che opera in qualità di consulente e membro d...

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