I principali problemi di doppia imposizione si trovano all'interno dell'Unione europea ed è opportuno affrontarli adottando misure concrete per risolverli. Sono le due principali indicazioni contenute nella nuova Comunicazione della Commissione europea. Nuova perché non è la sola presentata dall'esecutivo in questi ultimi anni come lo sono i suggerimenti e le proposte avanzati. Già agli inizi di gennaio il Report Summary "Public consultation on Double Tax Conventions and the Internal Market: factual examples of double taxation cases" ha offerto un quadro esauriente della situazione con un'ampia panoramica di casi di doppia imposizione incontrati nelle attività transfrontaliere. La Commissione ha ricevuto 185 risposte da 26 Stati membri dell'Unione europea e una risposta da uno Stato non membro. 114 sono state le risposte on-line e 72 tramite e-mail, fax o posta. 33 sono quelle fornite da rappresentanti di organizzazioni professionali ed esperti di fiscalità internazionale, 75 trasmesse da società e 78 da singoli contribuenti appartenenti a Stati dell'Unione europea.

Le linee guida proposte dall’esecutivo Ue
Quali sono le strategie che l’esecutivo Ue intende adottare per far fronte ai casi discriminatori di doppia imposizione? A questi e ad altri interrogativi cerca di rispondere il nuovo documento comunitario. L’obiettivo dell’esecutivo Ue, si legge nella comunicazione, è mettere a punto una serie di strumenti per eliminare la doppia imposizione transfrontaliera come la creazione di un Forum europeo per sviluppare un codice di condotta sulla doppia imposizione e l’introduzione di una procedura vincolante di risoluzione delle controversie per i casi irrisolti di doppia imposizione.

I maggiori ostacoli evidenziati
Al momento non esistono strumenti per evitare che si verifichino casi discriminatori di doppia imposizione. Sebbene gli Stati membri tentino di mitigare il fenomeno attraverso strumenti come le convenzioni bilaterali e multilaterali, spesso si rivelano inadeguati e non sono in grado di fornire una protezione efficace nei riguardi di cittadini e imprese. E questo a causa di carenze di vario genere. In particolare la Commissione punta l’indice sulla portata limitata degli accordi, la mancanza di uniformità tra le disposizioni degli Stati membri, gli oneri amministrativi, i tempi lunghi per la risoluzione delle controversie.

Una situazione che parte da lontano
Già nel Rapporto 2010 sulla Cittadinanza europea, la Commissione sottolineava l'inadeguatezza dei meccanismi esistenti per evitare la doppia imposizione nell'Unione europea. La successiva consultazione pubblica ha evidenziato che più del 20% dei casi di doppia imposizione delle imprese superano il valore di un milione di euro mentre per le persone fisiche, più del 35% dei casi denunciati, il valore di 100mila. Nel rapporto Cittadinanza 2010 la Commissione ha evidenziato anche che le problematiche connesse alla doppia imposizione o ad altre difficoltà connesse o collaterali finiscono per trasformarsi in un vero e proprio ostacolo per i cittadini comunitari che si trasferiscono all'estero per lavorare o investire capitali in attività produttive.

Le proposte già avanzate
Migliorare la direttiva sugli interessi e canoni, introdurre soluzioni specifiche ai problemi di doppia imposizione connessi alla tassa di successione transfrontaliera e ai dividendi pagati agli investitori. Sono alcune delle proposte già avanzate dall’esecutivo Ue per rafforzare, nel medio e nel lungo termine, la legislazione esistente contro le doppie imposizioni e proporre soluzioni specifiche e alternative alle discriminazioni.


Fonte: Agenzia Entrate

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