Domanda
L'amministratore unico di una società a responsabilità limitata del settore terziario deve regolarizzare il rapporto di lavoro con la sorella non convivente (che ha quindi una sua autonomia reddituale) e vorrebbe farlo ricorrendo ad un rapporto di lavoro subordinato, possibilmente applicando anche le agevolazioni contributive che entreranno in vigore all'inizio del 2012 per le giovani donne sotto i 35 anni, che verrà svolto a tutti gli effetti seguendo le regole tipiche dello stesso a prescindere dal grado di parentela. E' fattibile o ci sarebbero delle altre forme per regolarizzare il rapporto più idonee senza però un' ingerenza di questa persona nella struttura della società?

Risposta
Dal quesito non si evince se l'agevolazione di cui intende fruire l'abbonato sia individuabile nel contratto di inserimento. Ad ogni modo è indispensabile precisare che la "regolarizzazione" di un rapporto in nero, intendendo come tale la sanatoria dei periodi pregressi prestati irregolarmente, potrà essere effettuata soltanto attraverso il versamento spontaneo degli eventuali contributi evasi maggiorati di sanzioni ed interessi. Se invece si vuole dar vita ad un nuovo rapporto, molti sono gli strumenti riservati ai datori di lavoro per le assunzioni: dall'apprendistato ai contratti di inserimento, a seconda del tipo di rapporto che si andrà ad instaurare e dei requisiti del lavoratore da assumere. Nel caso specifico, quantunque nelle società di capitali non esista una presunzione assoluta di gratuità della prestazione del familiare non convivente, è necessario che i caratteri della subordinazione nel rapporto siano concretamente dimostrabili.


Fonte: IPSOA

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