Il documento approntato dal Parlamento europeo tiene conto del fatto che l’attuale sistema dell’Iva, in vigore da 17 anni, era stato concepito quale soluzione provvisoria in attesa della successiva introduzione di un nuovo sistema. La risoluzione sottolinea l’importanza dell’imposizione indiretta riconosciuta dall’Ocse, che rileva notevoli discrepanze per quanto attiene all’efficienza in materia di Iva tra i vari Stati membri, indicando un ampio margine di miglioramento.
Il Parlamento esorta la Commissione europea a predisporre una strategia coordinata per migliorare la lotta contro la frode fiscale, dato che la repressione rappresenta un obiettivo finalizzato ad arginare un fenomeno che colpisce gli interessi finanziari comunitari.
La risoluzione, nonostante la sua portata di atto non vincolante, assume rilevanza, evidenziando le linee programmatiche relative al processo di armonizzazione dell’Iva.

Le aliquote Iva
Nella risoluzione il Parlamento richiede l’armonizzazione delle aliquote IVA ordinarie, oltre alla predisposizione di regole armonizzate con riferimento alla detraibilità del tributo e alla riduzione delle aliquote per tutti i trasporti transfrontalieri intra Ue.
A tal proposito, con riferimento alle operazioni transfrontaliere, la risoluzione rileva che l’attuale sistema Iva non risponde più alla volontà di applicare il principio del Paese di origine, stabilito inizialmente dagli Stati membri, mancando un sostegno politico tra gli stessi Stati membri ai fini di una cooperazione per garantire l’applicazione di tale principio.
Ritiene pertanto opportuno il passaggio al principio della destinazione; del resto, un sistema Iva basato sul luogo di consumo per i beni ed i servizi, rappresenta una soluzione promettente che merita un ulteriore approfondimento e che deve essere accompagnata dall’introduzione di sportelli unici efficienti.
Inoltre, premesso che gli Stati membri dovrebbero disporre della flessibilità di stabilire le proprie aliquote Iva anche sulla base dell’interesse che l’imposta riveste quale strumento di bilancio. Tuttavia si invitano gli Stati, nel quadro del richiamato processo di armonizzazione, a procedere a un ulteriore avvicinamento delle aliquote ordinarie. La risoluzione invita a stabilire entro gennaio 2012 un elenco di beni e servizi che dovrebbero beneficiare di esenzioni fiscali o di una riduzione dell’aliquota Iva.
Sulla base delle conclusioni adottate dagli Stati , la commissione dovrebbe presentare, entro la fine del 2013, una relazione al Parlamento Europeo ed al Consiglio che contenga un elenco vincolante di beni e servizi comuni che possono beneficiare di un’aliquota Iva ridotta o di una esenzione.

Semplificazione delle formalità burocratiche
In una prospettiva di semplificazione delle formalità burocratiche, la risoluzione invita gli Stati membri a semplificare le attestazioni necessarie ai fini dell’esenzione Iva per le esportazioni, incrementando il ricorso a soluzioni riconducibili al cd e-government (amministrazione online), specie per quanto attiene alla presentazione elettronica delle dichiarazioni e degli elenchi Iva, abolendo il pagamento di interessi e sanzioni per il caso in cui siano commessi errori esclusivamente formali, laddove il soggetto giuridico non abbia causato allo Stato membro alcuna perdita di gettito Iva.
Viene inoltre proposta l’introduzione di una procedura unica di rimborso Iva e di un unico numero di partita Iva, nonché l’adozione di un sistema di registrazione elettronica valido per l’intera Ue.
Si invita la Commissione a creare un quadro giuridico per il riconoscimento di sistemi di certificazione elettronica affidabili e a valutare la possibilità di rivedere la direttiva sulle firme elettroniche, per garantire una riduzione dell’onere amministrativo che grava sulle imprese.
Il Parlamento chiede di concordare a livello comunitario la predisposizione di un elenco esaustivo di obblighi standardizzati in materia di Iva che possano essere imposti alle imprese dagli Stati membri.
Si propone altresì di coinvolgere, unitamente agli Stati membri, anche le imprese, per individuare le difficoltà principali che emergono dall’attuale regime con l’obiettivo di condividere idee per semplificarlo e renderlo più chiaro, riducendo gli oneri amministrativi e gli ostacoli al commercio. In tale direzione, gli Stati membri possono valutare l’istituzione di una soglia di esenzione Iva per le piccole e medie imprese che consenta un più agevole accesso al mercato interno.

Efficienza della riscossione dell’Iva
Il Parlamento Europeo concorda sulla necessità di migliorare l’efficienza nella riscossione dell’imposta in modo da limitare la possibilità che siano commesse frodi, la cui repressione costituisce una priorità che impone una cooperazione tra Stati membri, Europol, Eurojust e Olaf.
Tuttavia, la risoluzione focalizza l’attenzione sulle problematiche di carattere procedurale ed interpretativo piuttosto che sui metodi di riscossione dell’IVA. Ritiene opportuno inoltre dare priorità alla necessità di garantire l’armonizzazione e all’esigenza di uniformare le procedure e ridurre le barriere linguistiche.

Gli strumenti giuridici
La particolare rilevanza delle questioni segnalate nella risoluzione e degli interessi coinvolti impone la necessaria predisposizione di norme chiare in materia di Iva che siano in grado di garantire la certezza giuridica e una uniformità di interpretazione da parte degli Stati membri. Al riguardo il Parlamento Europeo osserva che l’attuale apparato normativo è caratterizzato dalla presenza di disposizioni ambigue che non garantiscono una interpretazione univoca.
È quanto mai necessario pertanto incrementare il livello di armonizzazione, e perchè ciò accada sembra più indicato il ricorso allo strumento regolamentare piuttosto che alle direttive, atteso che i regolamenti, in considerazione della loro immediata applicabilità negli ordinamenti degli Stati membri, sono più adeguati a garantire l’immediata armonizzazione della disciplina e la certezza giuridica che si intendono garantire.


Fonte: Agenzia Entrate

0 commenti:

 
Top