Richiesta per il Vies sì, ma non per tutti. Solo i contribuenti che intendono operare tra i confini comunitari devono presentare all’amministrazione finanziaria una domanda per essere iscritti nell’elenco. Un adempimento che può essere fatto semplicemente anche per posta, inviando una raccomandata, insieme alla copia fotostatica di un documento di identità, all’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate per le attività di controllo.

Dietro-front possibile, invece, per chi ha presentato una richiesta immotivata, ossia slegata dalla reale volontà o necessità di porre in essere operazioni intra-Ue. In questo caso, basta proporre una nuova istanza per non essere inclusi nella baca dati Vies, tenendo conto che il termine massimo è di trenta giorni dalla data in cui è stata avanzata la prima domanda. Su chi richiede l’autorizzazione a effettuare operazioni intracomunitarie viene svolto, infatti, un continuo e attento monitoraggio, che non si limita al momento della richiesta e dell’inclusione nella banca dati, ma prosegue anche in seguito, attraverso specifiche procedure di verifica in base ai risultati della valutazione dei dati del contribuente e del rischio di possibili finalità evasive. Inoltre, i criteri usati per decidere se una partita Iva è in o out possono suonare come campanelli d’allarme che danno il la anche all’ordinaria attività di controllo. Un’azione di contrasto preventivo alle frodi Iva che rientra a pieno titolo nel quadro delle nuove disposizioni nazionali e comunitarie in materia.

Frodi Iva sotto scacco
Due provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 29 dicembre scorso hanno dato attuazione all’obbligo di dichiarazione di volontà, previsto dal dl 78/2010, per quanti vogliono operare con l’estero. In particolare, sono stati messi nero su bianco da un lato le modalità di diniego o revoca dell’autorizzazione a effettuare operazioni intracomunitarie sulla base dell’esito delle verifiche svolte dall’Agenzia, dall’altro i criteri e le modalità di inclusione delle partite Iva nel Vies. Come previsto nel primo provvedimento, verso la fine del mese di febbraio si concluderà la ricognizione delle partite Iva che non hanno i requisiti per essere incluse nell'archivio e che, di conseguenza, verranno cancellate dall’elenco.

Online gli operatori autorizzati
Già dal prossimo 1° febbraio l’Agenzia metterà a disposizione sul proprio sito Internet, www.agenziaentrate.gov.it, un servizio che permetterà di consultare preventivamente l'elenco delle partite Iva che, alla data del 30 gennaio 2011, risulteranno in possesso dei requisiti per rientrare nel Vies. Di conseguenza, questi operatori commerciali non dovranno chiedere di essere inclusi nell’archivio, dato che vi rientreranno automaticamente a partire dalla fine di febbraio.

Nuovo tassello in chiave europea
Le ultime disposizioni sul Vies prendono le mosse dal Regolamento Ue n. 904 del 7 ottobre 2010, che ha ulteriormente rafforzato l’azione di contrasto al fenomeno delle frodi Iva, prevedendo che gli Stati membri adottino le misure necessarie per garantire che i dati forniti dai contribuenti per registrarsi ai fini Iva siano completi ed esatti. Tra queste, giocano un ruolo di primo piano le procedure di verifica basate sui risultati della valutazione del rischio che vengono portate avanti dalle amministrazioni finanziarie dei singoli Paesi.


Fonte: Agenzia Entrate

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