Attulamnete ho ricevuto una proposta del datore di lavoro, dopo anni di tentativi vani, di possibile passaggio di contratto da co co co proggetto (attuale) a tempo indeterminato.
Il mio attuale contratto ha un compenso annuale di euro 32000 lordo. Circa 1900 netti mese, ovviamente con tutte le negatività della tipologia a proggetto (malattia/ferie non pagate, straordinari non retribuiti, possibilità di terminare in qualsiasi momento)
Il contratto a tempo indeterminato propostomi è:
inquadramento 6 liv, Metalmeccanico industria, 26000 euro annui.

Sto ragionando, sentendo e valutando consigli di colleghi e amici. Ho contattato diversi CAAF per avere un consulto, ma mi hanno dato appuntamenti impossibili, vista anche la scadenza immediata del primo contratto fissata al 30/09/2010.

Le mie domande sono:
1 Possibile perdere tanti soldi di stipendio mensile? Se non sbaglio il nuovo stipendio dovrebbe orientarsi sui 1400 euro lordi mensili.
2 Come controllare se il rapporto di remunerazione è stato calcolato in modo proporzionato e regolare nel passaggio di contratto?
3 Ma il cambio è da considerarsi realmente valido per la prospettiva futura?
4 Mi domando... con grande rammarico... dopo anni di richieste di passare ad un contratto a tempo indeterminato, possibile rimanere così delusi e disillusi?
5 Ora capisco perché ci sono sempre meno contratti a tempo indeterminato... Perché difronte ad una proposta come quella sottopostami dalla mia società, chiunque
resterebbe in dubbio profondo. E in conclusione tornerebbe a firmare il solito contratto co co co; sicuramente meno "sicuro" (e non ne capisco più i motivi reali) ma più remunerativo.
La sicurezza del contratto a tempo indeterminato può fornirci più stabilità a lungo raggio, ma purtroppo siamo sempre più legati alla "sopravvivenza quotidiana"!!!!

1 commenti:

Il Commercialista in Rete ha detto... 27/9/10 09:28

Data la precarietà tipica dei contratti di collaborazione, ancorché sostanzialmente più remunerativi, raggiungere una posizione lavorativa a tempo indeterminato è certamente auspicabile.

Certamente a parità di mansione, il contratto a tempo indeterminato richiede per il datore di lavoro un maggior esborso finanziario in termini di contributi assistenziali e previdenziali.

 
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