L'agenzia delle Entrate va avanti nell'attività di contrasto all'illecita detenzione all'estero di investimenti e attività finanziarie. Un'attività che, continua e intensificata, passa anche attraverso ogni possibile azione volta a stimolare l'adempimento spontaneo degli obblighi fiscali.

In tale contesto si inseriscono le comunicazioni inviate in questi giorni ai contribuenti per i quali risultano, nel corso del 2008, movimenti finanziari verso l'estero di ammontare complessivo superiore ai 50mila euro.

 

La comunicazione, di contenuto esclusivamente informativo, fa seguito all'esame dei dati provenienti dagli operatori finanziari, obbligati a segnalare all'agenzia delle Entrate i trasferimenti da o verso l'estero di denaro, titoli o certificati in serie o di massa, di importo superiore a 10mila euro.

 

Una sorta, quindi, di "promemoria", messo a disposizione del contribuente che, se incorso in violazioni degli obblighi dichiarativi sul monitoraggio fiscale, può attivarsi per fruire delle opportunità di ravvedimento offerte dalla normativa, allo scopo di ridurre le sanzioni. Sanzioni (e anche su questo si sofferma la comunicazione, con un preciso quadro riepilogativo) inasprite dagli ultimi interventi normativi e che trovano il loro culmine nella norma (articolo 12, Dl 78/2009) in base alla quale gli investimenti e le attività finanziarie detenuti in paradisi fiscali e non dichiarati sono considerati integralmente redditi sottratti a tassazione in Italia, con un contestuale raddoppio delle sanzioni: dal 200 al 400% della maggiore imposta dovuta per l'omessa indicazione in dichiarazione, dal 240 al 480% della imposta dovuta in caso di omessa presentazione della dichiarazione.

 

Il contribuente è invitato, nel contempo, a segnalare all'Amministrazione eventuali "errori" che lo riguardano circa le informazioni trasmesse dagli operatori finanziari.

 

 

Fonte: Agenzia Entrate

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