Non sono detraibili dall'Irpef, nella misura del 19% delle "spese sanitarie" (per la parte che eccede i 129,11 euro), i costi per la conservazione delle cellule staminali sostenuti esclusivamente a scopo preventivo, vale a dire solo in caso di un eventuale utilizzo personale delle stesse. Questo il parere dell'Agenzia contenuto nella risoluzione 155/E del 12 giugno.

Il perché nella legge

Il motivo di tale conclusione va ricercato nella legislazione sanitaria nazionale che autorizza unicamente "la donazione di sangue o di emocomponenti, nonché il prelievo di cellule staminali emopoietiche periferiche, a scopo di infusione per allotrapianto e per autotrapianto, e di cellule staminali emopoietiche da cordone ombelicale, all'interno delle strutture trasfusionali autorizzate dalle regioni" (articolo 3, comma 1, legge 219/2005). In sostanza, è necessario che il destino delle cellule sia già "deciso" al momento del prelievo.

A regolare ulteriormente la materia è poi intervenuto il ministero della Salute con un'ordinanza del 26 febbraio 2009, che ha chiarito il principio su cui si basa la concessione di raccogliere e conservare il sangue da cordone ombelicale.

Si tratta di un principio di donazione allogenica, cioè altruistica, ma che può anche essere esteso a casi "dedicati" come la nascita di un figlio con una specifica patologia (leucemia, linfoma, aplasia midollare, talassemia e alcune gravi carenze del sistema immunitario) curabile attraverso l'utilizzo di cellule staminali, o l'insorgere di analoghe malattie in consanguinei, ovvero nell'ipotesi di famiglie che rischiano di avere figli affetti da patologie genetiche per cui risulti decisivo l'impiego delle cellule. Naturalmente, in questi casi è d'obbligo la presentazione di una motivata documentazione clinico sanitaria.

Per quanto riguarda le ipotesi regolamentate, la conservazione avviene gratuitamente in strutture trasfusionali pubbliche. Tutta la procedura è a spese del Servizio sanitario nazionale.

Non è ammessa invece, la conservazione del sangue cordonale per un eventuale futuro uso autologo, anche perché non esiste alcuna prova scientifica dell'efficacia terapeutica di cellule staminali conservate per periodi molto lunghi, in particolare non vi è certezza sulla inalterabilità delle caratteristiche biologiche e sulla possibilità di utilizzare le stesse dopo un prolungato congelamento.

C'è, comunque, una via d'uscita per quei genitori che intendono conservare campioni di sangue per un utilizzo "non dedicato". L'alternativa "autorizzata" - previo rilascio del nulla osta da parte del ministero della Salute - è l'esportazione a proprie spese (all'estero, infatti, esistono "banche" private che conservano i campioni per uso proprio, nonostante non si abbiano certezze scientifiche sull'utilità di questo tipo di conservazione).

Il quesito e la risposta

Quest'ultima procedura è quella seguita dal contribuente che, avendo scelto di effettuare la conservazione autologa e avendo pertanto sostenuto costi documentati, ha chiesto chiarimenti ai tecnici delle Entrate in merito alla possibilità di portarli in detrazione.

Per il Fisco, una materia così regolamentata conduce inevitabilmente a una esclusione della descritta procedura dai benefici fiscali.


Fonte: Agenzia Entrate

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