Non sono deducibili le erogazioni liberali effettuate da una società per azioni a una associazione che agisce come collettore di risorse finanziarie tra i propri associati, provvedendo successivamente a erogarle a un ente che realizzerà attività di interesse culturale. Questo, in sintesi, il chiarimento fornito con la risoluzione n. 299/E del 18 ottobre dall'agenzia delle Entrate, che rispondendo a una istanza di interpello, si è pronunciata ancora una volta in tema di deducibilità delle erogazioni liberali effettuate per la manutenzione, la protezione o il restauro di beni culturali sottoposti al regime vincolistico, previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.

In particolare una Spa, dopo aver fatto presente di partecipare in qualità di associato a una associazione, aveva chiesto chiarimenti sulla possibilità di dedurre ai sensi dell'articolo 100, comma 2, lettera f), del Tuir e dell'articolo 14 del Dl n. 35/2005 le erogazioni liberali da essa effettuate a favore dell'associazione stessa in due ipotesi distinte:

nella prima le erogazioni vengono effettuate direttamente all'associazione che svolge un'attività di supporto organizzativo e finanziario nei confronti di una fondazione (tra i cui soci fondatori è compresa la stessa società interpellante) operante in via autonoma e diretta nella tutela e promozione dei beni culturali

nella seconda le erogazioni vengono effettuate all'associazione che agisce in forza di un mandato con rappresentanza conferitole dalla fondazione al fine di raccogliere, in nome e per conto della fondazione stessa, risorse finanziarie da destinare all'organizzazione di mostre e manifestazioni di rilevante valore e di interesse culturale. In questa ipotesi le somme materialmente versate all'associazione vengono da questa girate alla fondazione in forza del contratto di mandato con rappresentanza.

L'agenzia delle Entrate ha osservato, preliminarmente, che in entrambe le soluzioni prospettate destinataria delle erogazioni liberali è l'associazione alla quale le stesse vengono materialmente accreditate.

Nella prima ipotesi l'associazione riceve in proprio le somme erogate e ne è la destinataria finale, mentre manca un vincolo giuridico per il successivo trasferimento delle somme alla fondazione alla quale i fondi vengono trasferiti dalla stessa associazione a titolo di liberalità.

Nella seconda soluzione prospettata dall'interpellante viene ipotizzato, invece, un contratto di mandato con rappresentanza, avente a oggetto l'attività di raccolta di risorse finanziarie da parte dell'associazione tra i propri associati in nome e per conto della fondazione mandante. Le somme materialmente versate all'associazione verrebbero da questa girate alla fondazione in forza del contratto di mandato con rappresentanza.

Ipotesi 1- Erogazioni liberali effettuate direttamente all'associazione

In relazione alla prima ipotesi l'Agenzia delle Entrate ha analizzato distintamente la possibilità per la società interpellante di dedurre le erogazioni da essa effettuate direttamente all'associazione ai sensi dell'articolo 100, comma 2, lettera f) del Tuir e ai sensi dell'articolo 14 del Dl n. 35/2005 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 80/2005.

Articolo 100, comma 2, lettera f) del Tuir

L'Agenzia ha ritenuto che le erogazioni liberali a favore dell'associazione non possano essere dedotte dalla società interpellante in quanto la destinataria, limitandosi a fornire il proprio sostegno principalmente finanziario alla fondazione, non presenta i requisiti richiesti dalla norma.

Sotto il profilo soggettivo, l'associazione non beneficia dell'erogazione nello svolgimento o nella promozione di attività di studio, di ricerca e di documentazione di rilevante interesse culturale, ma come soggetto collettore di risorse finanziarie. La successiva destinazione delle stesse costituisce un evento futuro che non si evidenzia giuridicamente al momento dell'effettuazione dell'erogazione da parte della società istante. Si tratta, in sostanza, di due rapporti distinti, il primo tra la società istante e l'associazione e l'altro tra la stessa associazione e la fondazione, che hanno autonomo oggetto e finalità.

Riguardo all'aspetto oggettivo, la destinazione delle somme erogate per le finalità espressamente stabilite dalla norma (acquisto, manutenzione, protezione o restauro dei beni culturali e paesaggistici, organizzazione di mostre e di esposizioni che siano di rilevante interesse scientifico o culturale e studi e ricerche eventualmente a tal fine necessari) esula dal rapporto tra la società erogante e l'associazione beneficiaria delle liberalità, per emergere soltanto nel successivo rapporto tra la stessa associazione e la fondazione, estraneo all'originario erogatore. L'associazione, da destinataria delle somme, diventa così essa stessa il soggetto erogatore a favore della fondazione che realizzerà gli eventi di interesse culturale.

I tecnici delle Entrate hanno evidenziato, peraltro, che l'articolo 100 prevede un'apposita procedura attraverso la quale il ministero per i Beni e le Attività culturali stabilisce i tempi necessari affinché le erogazioni siano utilizzate per gli scopi indicati dalla stessa disposizione normativa, e controlla l'impiego delle erogazioni stesse.

Dette previsioni confermano, anche sotto il profilo procedurale, la necessità di riferire le erogazioni liberali al soggetto che realizza direttamente le attività culturali incentivate dalla norma.

Articolo 14, comma 1, del Dl n. 35/2005

Anche in questo caso l'Agenzia ha ritenuto che non siano deducibili le erogazioni liberali effettuate dalla società interpellante a favore dell'associazione.

Infatti, il ruolo di collettore di risorse finanziarie, svolto dall'associazione per le erogazioni effettuate dai propri associati, non consente di ricondurre l'associazione stessa fra i soggetti che operano nella tutela, promozione e valorizzazione dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico, destinatari delle liberalità.

Peraltro, gli obblighi contabili previsti dal successivo comma dello stesso articolo, nonché le conseguenze dell'indebita deduzione poste a carico dell'ente beneficiario, in capo al quale devono essere riscontrati i caratteri solidaristici e sociali caratterizzanti gli enti destinatari dell'erogazione, valorizzano in sostanza la necessità che sia lo stesso soggetto destinatario a svolgere direttamente le attività meritorie, solidaristiche e sociali, dichiarate nelle comunicazioni rivolte al pubblico o rappresentate ai soggetti erogatori.

Ipotesi 2 - Erogazioni liberali effettuate all'associazione in forza di un mandato con rappresentanza conferito dalla fondazione

Nel documento di prassi si osserva che le erogazioni liberali vengono effettuate direttamente a favore dell'associazione beneficiaria avvalendosi di uno dei seguenti sistemi di pagamento da effettuarsi in banca o presso gli uffici postali: carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari.

Pertanto, mentre da una parte non può configurarsi alcuna forma di raccolta delle erogazioni liberali, dall'altro le modalità di pagamento richiamate conducono necessariamente a riferire il versamento direttamente all'effettivo beneficiario, ossia all'associazione. Escludono, inoltre, la possibilità di accreditare le somme a soggetti diversi dall'associazione nonché l'ipotesi dell'intervento di un soggetto terzo in funzione di rappresentante.

Fonte: Agenzia Entrate

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