Trova la firma del ministro Tommaso Padoa Schioppa il decreto sul nuovo sistema di versamento dell'addizionale Irpef ai Comuni. Il provvedimento, che porta la data del 5 ottobre, è adesso in attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, oltre che dell'intervento dell'agenzia delle Entrate che è ora chiamata, in particolare, a stabilire tempi, modalità e specifiche tecniche per la trasmissione delle richieste di pagamento da parte degli enti pubblici sottoposti alla normativa di tesoreria unica.

Il decreto, che dà attuazione a una norma contenuta nella Finanziaria 2007 (legge 296/2006, comma 143), definisce le modalità operative per effettuare i versamenti in acconto e a saldo dell'addizionale comunale all'Irpef direttamente ai Comuni di competenza. Una novità accolta con favore dai beneficiari dell'imposta, che si vedranno così accreditate le somme spettanti in tempi più brevi.

Cosa prevede il decreto 5 ottobre 2007

La norma stabilisce che, dal 1° gennaio 2008, i contribuenti (per le imposte proprie) e i sostituti d'imposta privati sono tenuti a versare l'acconto e il saldo dell'addizionale tramite modello F24, evidenziando mediante il codice catastale - sulla base del domicilio fiscale dei contribuenti al 1° gennaio dell'anno cui si riferisce l'addizionale - quanto dovuto a ciascun Comune.

Versamento diretto ma con modalità differenti anche per gli enti e gli organismi pubblici titolari di conti presso le tesorerie provinciali o presso la tesoreria centrale (come indicati nelle tabelle A e B della legge 720/1984), che dovranno trasmettere telematicamente all'agenzia delle Entrate la richiesta di pagamento degli importi trattenuti a titolo di addizionale comunale all'Irpef, suddivisi per i Comuni di riferimento.

Una volta verificata la correttezza formale dei flussi telematici, l'Amministrazione finanziaria provvederà a inviare alla Banca d'Italia e - per gli organismi titolari di conti presso la tesoreria centrale, anche all'Ispettorato generale per la finanza delle pubbliche amministrazioni (Igepa) - i dati necessari per gli addebiti sui conti di tesoreria degli enti.

Sulla base delle informazioni contenute nel flusso telematico trasmesso da ciascun ente, dagli intermediari della riscossione (per i versamenti eseguiti dai soggetti privati) e dagli altri enti pubblici non sottoposti alla normativa di tesoreria unica, sarà quindi possibile provvedere alla ripartizione delle somme e a effettuare gli accrediti sui conti correnti postali dei Comuni. L'elenco dei conti correnti, tenuto e costantemente aggiornato dal dipartimento per gli affari interni e territoriali del ministero dell'Interno, è disponibile, oltre che sul sito internet dello stesso Ministero, anche su quello del dipartimento per le Politiche fiscali del ministero dell'Economia e delle finanze.

Quanto alle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, che per il pagamento degli stipendi si avvalgono delle procedure informatiche del "Service personale tesoro", le stesse provvederanno a versare le somme trattenute a titolo di addizionale comunale all'Irpef, in acconto e a saldo, direttamente ai Comuni di competenza, tramite ordinativi collettivi di pagamento.

Cosa cambia rispetto al passato

Fino all'anno d'imposta 2006 la ripartizione tra i Comuni delle somme versate a titolo di addizionale era effettuata dal ministero dell'Interno, come stabilito dal decreto legislativo 360/1998, sulla base di dati forniti dal ministero delle Finanze, risultanti dalle dichiarazioni dei redditi e dei sostituti d'imposta. Il meccanismo era tale che ai Comuni venivano accreditate in acconto delle somme solo successivamente sottoposte a conguaglio, con evidenti ritardi nella definizione degli importi definitivamente spettanti. Anche l'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) aveva sollecitato il cambio di rotta a favore dell'accreditamento diretto.

Fonte: Agenzia Entrate

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