Truffe via mail con proposte di rimborsi fiscali inesistenti, falsi dipendenti dell’Agenzia delle entrate che propongono abbonamenti a riviste fiscali, marche da bollo contraffatte. Sono numerose e di varia natura le segnalazioni giunte all’Agenzia delle entrate di tentativi di raggiro che prendono di mira ignari contribuenti che magari attendono davvero un rimborso o credono di fare un affare comprando tagliandi sostitutivi delle marche da bollo contraffatti. Vediamo nel dettaglio le truffe più frequenti e i suggerimenti dell’Agenzia per evitare di cadere nell’inganno.

La Rete è diventata un importantissimo strumento di conoscenza per tutti coloro che vi ricorrono ma, allo stesso tempo, sta rappresentando una ghiotta opportunità di guadagno anche per i criminali.

In particolare, i truffatori sembrano aver trovato nella Rete un modo di poter accrescere il loro volume d’affari attraverso un uso illecito della posta elettronica e del web in genere.

L’Agenzia delle entrate, con una serie di note informative della propria direzione centrale Audit e Sicurezza, ha risposto alle numerose segnalazioni di tentativi di raggiri a danno dei contribuenti perpetrati da persone che usano illecitamente logo e crediti dell’Agenzia.

Il primo e più semplice sistema truffaldino messo in atto è quello della e-mail. All’ignaro contribuente un fantomatico agente del “servizio rimborsi” invia una mail attraverso la quale lo informa che da recenti controlli … risulta un credito a Suo favore … di una cifra che difficilmente supera i 500 euro. Per ritirare comodamente il credito sempre nella stessa e-mail si richiede al contribuente di seguire la procedura elettronica indicata sul sito web dell’Agenzia: prima, però, è richiesto di cliccare il link sottostante dove è possibile trovare il cedolino necessario per il rimborso.

In realtà, il link sottostante conduce a un sito che può portare a due destini diversi. Il primo è quello di giungere sino allo scarico di un file eseguibile (.exe) potenzialmente dannoso per il proprio computer. Il secondo destino è quello di rendere il proprio pc accessibile al phishing, una truffa informatica che permette di carpire dati personali sensibili: in pratica si regalano tutti i personali accessi a sconosciuti malintenzionati.

In proposito, nel comunicato stampa del 26 maggio, l’Agenzia delle entrate ha sottolineato con forza che i rimborsi fiscali vengono comunicati ai contribuenti solo per lettera a mezzo posta, così come le richieste di coordinate bancarie per poter erogare il credito.

L’Agenzia delle entrate non ricorre né alle comunicazioni telefoniche e tantomeno a invii di posta elettronica per richiedere dati sensibili oppure coordinate bancarie del contribuente. Qualora vengano richieste, le coordinate bancarie devono essere fornite recandosi presso uno degli uffici locali delle entrate o presso un ufficio postale o via Internet, per mezzo del sito istituzionale www.agenziaentrate.gov.it attraverso una procedura che offre al contribuente margini di sicurezza estremamente affidabili.

Sono anche pervenute diverse segnalazioni di tentativi di raggiri perpetrati da persone che si spacciano per dipendenti dell’Agenzia delle entrate anche grazie all’impiego, a scopo identificativo, di false carte con il logo dell’Agenzia.

In particolare, la maggior parte di questi comportamenti truffaldini consistono nella proposta, da parte di sedicenti funzionari dell’Agenzia, della sottoscrizione di un abbonamento a false pubblicazioni fiscali. Oppure nel recapito, a ignari contribuenti, di pacchi e corrispondenza che utilizzano il logo dell’Agenzia che nel loro interno, però, contengono proposte di natura commerciale.

In proposito, si ricorda a tutti i cittadini che le riviste e le pubblicazioni edite dall’Amministrazione fiscale - anche la più tecnica - sono disponibili gratuitamente presso tutti gli uffici delle Entrate presenti sul territorio nonché nelle manifestazioni pubbliche cui partecipa l’Agenzia e sui siti Internet www.agenziaentrate.gov.it e www.fiscooggi.it.

Va anche sottolineato che nessun dipendente dell’Agenzia delle entrate – mai e per nessuna ragione – è autorizzato a chiedere denaro ai contribuenti presso il loro domicilio, per telefono o in qualunque altro luogo.

Sempre nel comunicato stampa del 26 maggio 2007 si fa presente che i contribuenti devono verificare i mittenti delle lettere, o dei pacchi, che vengono loro recapitati. Infatti, nelle truffe vengono usati riferimenti a uffici non più esistenti, come l’Ufficio Iva di …, oppure mai esistiti quale, per esempio, l’Ufficio Verifiche o l’Ufficio Evasioni.

Un’altra truffa che viene segnalata all’attenzione dell’Agenzia delle entrate è quella che riguarda la contraffazione dei tagliandi sostitutivi delle marche da bollo. Per il loro acquisto i contribuenti devono rivolgersi esclusivamente ai circa 26.500 rivenditori - autorizzati e convenzionati con l’Agenzia delle entrate - sparsi in tutto il territorio nazionale.

Si tratta in massima parte di tabaccai (rivenditori di generi di monopolio e valori bollati) e in misura minore di rivenditori diversi dai tabaccai che svolgono l’attività, per esempio, presso i tribunali.

Per evitare le truffe in questo caso, occorre controllare che l’emissione del contrassegno sia contestuale alla richiesta ed eventualmente verificarne l’autenticità collegandosi al sito web ufficiale dell’Agenzia, nella sezione dedicata al Controllo valori bollati, dove è possibile controllare i numeri di serie del tagliando.

In caso di discordanza, e dunque di contraffazione, va fatta una segnalazione immediata al servizio 117 della Guardia di finanza oppure ad altra Autorità giudiziaria.

Fonte: Paolo Tenaglia Agenzia Entrate

0 commenti:

 
Top