Il provvedimento - spiega una nota dell'Agenzia - mira ad accelerare la chiusura di quelle procedure di rimborso avviate prima del verdetto della Corte, su istanza di numerosi contribuenti, soprattutto imprese e professionisti, che confidavano in una sentenza di illegittimità dell'imposta, cioè di incompatibilità dell'Irap con la sesta direttiva Ue in materia di Iva.
L'Agenzia suggerisce agli uffici periferici di continuare a sostenere la piena legittimità della norma. L'Agenzia ricorda, inoltre, in riferimento alla possibilità che i contribuenti richiedano di rinunciare al ricorso, che il processo si estingue con decreto del presidente della sezione o con sentenza della commissione e che il ricorrente che rinuncia deve rimborsare le spese alle altre parti, salvo diverso accordo fra loro. Dunque, se l'ufficio non conviene sull'accordo proposto dal contribuente o questo non deposita la rinuncia il processo prosegue regolarmente. In genere gli uffici non hanno interesse a trovare un accordo sulle spese, ma il proliferare delle controversie sull'Irap è stato causato dalle conclusioni dei due avvocati generali presso la Corte di giustizia delle Comunità europee, tanto che non si può escludere che i giudici siano indotti a compensare in ogni caso le spese di lite. Dunque si punta a trovare un accordo sulle spese con i contribuenti per giungere a una rapida soluzione delle controversie, all'insegna dell'economicità.

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